DREAM THEATER (Palasport - Pordenone 20/02/ 2012)

E finalmente i Dream Theater a Pordenone! Sì lo so, erano già venuti a suonare qui e la location anche quella volta era il Palasport di Via Fratelli Rosselli ma il sottoscritto purtroppo non ci era potuto andare e quindi non poteva assolutamente mancare all’appuntamento anche questa volta. In più, non avendo mai visto prima i Dream Theater dal vivo, sarebbe stato veramente un peccato declinare nuovamente. Mi sono perso Portnoy e mi rode ma non potevo nemmeno perdere un mostro di tecnica come Mangini, non credete? Bisogna comunque dire che non sono il tipico Dream Theater fan che conosce a memoria tutta la produzione del quintetto e quindi quasi non meriterei di essere qui a vivere questo importante evento, resta comunque il fatto che da quel primo ‘When Dream and Day Unite’ passando per lo stupendo ‘Images And Words’ fino a ‘Metropolis Pt. 2: Scenes From A Memory’, la band è stata la colonna sonora di momenti importanti a cui sono molto legato e che hanno contribuito ad ampliare i miei orizzonti musicali. Le produzioni dal 2000 ad ora, essendomi concentrato su altri ascolti, non le ho vissute come le precedenti produzioni ma bisogna comunque notare che la band ha saputo manipolare a suo piacimento un genere che non è sicuramente di facile ascolto, senza mai ripetersi e senza perdere colpi. Band di apertura per questa importante serata sono i Periphery. Purtroppo non conoscevo per nulla la band del Maryland ma bisogna dire che in sede live non sono rimasto per nulla deluso. Attivo dal 2005, il sestetto cita tra le sue principali influenze i Dream Theater ed i Meshuggah ed infatti ciò che ci troviamo davanti non può lasciare indifferenti. Nonostante la giovane età, la band sfocia una proposta che fonde le architetture musicali del Progressive Metal con i riff di chitarra sincopati tipici della band svedese. In mezzora di show e senza averli ascoltati prima, è difficile dare giudizi precisi; resta il fatto che ciò che viene proposto non è per nulla statico ed il singer sa coinvolgere i presenti e tenere bene il palco. Unica pecca per i Periphery secondo me è stata l’equalizzazione ma le band di apertura molte volte devono affrontare questo tipo di problemi tecnici. Anche se devo dire che per tale serata l’acustica del palazzetto, solitamente nota per non essere delle migliori, non era niente male ed i suoni dei singoli strumenti non risultavano impastati. Rapido cambio di palco, il telone dei Periphery sparisce e appare la scenografia dei Dream Theater: tre grandi cubi-schermo sovrastano lo spettacolare drum kit di Mike Mangini, le cui casse raffigurano la copertina di ‘A Dramatic Turn Of Events’, undicesimo studio album datato 2011 e primo lavoro con Mangini al posto di Portnoy. Le luci si spengono e i tre cubi proiettano un filmato animato come intro, con protagonisti i cinque eroi; il pubblico osserva i giochi cromatici del video e attende con ansia l’entrata del gruppo che finalmente sale on stage e apre lo show con una stupenda ‘Bridge In The Sky’ seguita a ruota da ‘6:00’, song tratta dall’album ‘Awake’. Il gruppo è in piena forma e il buon Mike Mangini passa l’esame a pieni voti. Mi avevano detto che la voce di James LaBrie non era più la stessa dopo i problemi avuti nel 2004 ma posso tranquillamente dire che essa è ancora potente e anche se ha dovuto modificare la sua tecnica per raggiungere i toni più alti, non mi ha per nulla deluso. I due John volano veloci e precisi come sempre sulle loro rispettive corde e la loro tecnica ha l’approvazione dei presenti. Jordan Rudess, con i suoi trenta centimetri di pizzetto, sembra quasi un mago di antiche leggende, le cui tastiere possono quasi essere alambicchi che creano magiche note incantatrici e trascinanti (scusate il trasporto). Anche Jordan mostra di essere un tastierista molto veloce quando afferrata la keytar si esibisce in passaggi velocissimi correndo su e giù per lo stage. La setlist è prevalentemente incentrata sulla promozione dell’ultima fatica discografica ed in effetti, nonostante lo show sia coinvolgente, sono un po’ deluso di non potere assaporare pezzi che reputo immancabili in un loro concerto. Dov’è la stupenda ‘Pull Me Under’? Perché non regalarci la strumentale e magnifica ‘The Ytse Jam’? Ok, il mio momento di gloria me lo godo durante ‘Surrounded’, ‘A Fortune in Lies’ e ‘Wait For Sleep’ ma sicuramente si poteva osare di più. Che dire ancora di Mike Mangini? Purtroppo non so giudicare dettagliatamente la tecnica batteristica e quindi non mi permetto di fare un paragone a livello di tecnica tra i due Mike ma secondo me si è rivelato preciso, veloce, tecnico, fantasioso e divertente con il pubblico, anche se rimpiango di non aver mai potuto vedere il Portnoy pazzo e istrionico che molti dei presenti si sono potuti godere in passato. Per concludere: show coinvolgente, i Dream Theater sul palco non deludono ma la setlist poteva dare più spazio alle produzioni del passato.
Setlist:
Intro / Bridges In The Sky / 6:00 / Build Me Up, Break Me Down / Surrounded / The Dark Eternal Night / Drum Solo / A Fortune In Lies / Outcry / Wait For Sleep / Far From Heaven / On The Backs Of Angels / War Inside My Head / The Test That Stumped Them All / The Spirit Carries On / Breaking All Illusions / As I Am 7 Outro
             
SIGE by Kubik-Rubik.de
   
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