Amorphis - Circle (Nuclear Blast - 2013)
Sono passati due anni dalla pubblicazione di The Beginning Of Times ed eccoci nuovamente qua a recensire la nuova opera degli Amorphis. Lo ammetto, mi tremano le mani, la band sta cavalcando un periodo eccezionale come prolificità, come ispirazione e consenso del pubblico; perciò recensire un loro disco è qualcosa di difficile. The Beginning Of Times era, a tutta ragione, il terzo capitolo di una serie di album musicalmente ispirati ma dai tratti largamente comuni. Le variazioni sul tema erano pochine, strutturate su melodie sempre più catchy e imponenti ed una base metal dalle tinte progressive ma non indigeste. Solo che era tempo di cambiare, mutare leggermente per non fossilizzarsi... ed ecco che ci troviamo di fronte Circle. Risponde a questi presupposti di cambiamento? Si. La band finlandese ha preso l'esperienza maturata nei precedenti 6 anni e l'ha incanalata verso un risultato maestoso, figlio di un songwriting assolutamente riconoscibile (la marca Amorphis si sente lontano un miglio, con Holopainen e Kallio che si dividono equamente il merito, con l'aggiunta di una canzone a firma Koivusaari) ma con diversi tratti di discontinuità. La band ha rischiato e ne siamo felici. Cosa hanno mantenuto? Il songwriting è sempre cristallino, composizioni ad ampio respiro e spesso immediate (attenzione, non parlo di facili, hanno vita anche dopo diversi ascolti); le melodie sono dotate di charme, potenti come da tradizione con Joutsen alla voce e non risparmiano una bella dose di malinconia ed epicità. L'impasto sonoro (merito anche degli Abyss Studios di Peter Tagtgren e del suo eccellente lavoro in studio) è ben calibrato, non è confuso e permette di sentire distintamente il contribuito di ciascuno della band (le cui performance sono su ottimi livelli). Cosa c'è di diverso? Le chitarre, in primis, riprendono a ruggire quando serve, caricandosi di distorsioni che avevano perso nella pulizia sonora delle ultime releases; pur aggredendo l'ascoltare, la mano di Esa e Tomi procede sicura anche nei territori dove la distorsione viene accantona e bisogna far fluire un sound più limpido e cristallino, con le influenze Pink Floyd-iane che emergono di tanto in tanto. In secondo luogo la voce di Tomi. E qua parliamo di una variazione notevolissima, lo abbiamo apprezzato sia come growler sia con le clean vocals melodiche e potenti, in Circle lo troviamo introdursi in territori mai apparsi nel sound dei finnici: lo screaming death/black (si senta, per esempio, Nightbird's Song). Questo fattore di novità è incredibile, fornisce un impatto potente alla composizioni, incattivendo la canzone e facendo splendere le parti clean e corali. Ma su tutto ritroviamo un disco in cui l'ispirazione è costante per tutto il corso del Cd, The Beginning Of Times aveva qualche fisiologico calo sulla lunga distanza (tredici tracce erano troppe), in Circle troviamo nove canzoni tirate a lucido, senza filler e molte persino potenziali singoli, sinonimo di quanto sono quadrate ma ben bilanciate. Descrivere i brani? Inutile. Ascoltateli. Quello che dovete sapere è solo questo: gli Amorphis hanno mutato forma, rimanendo perfettamente fedeli a loro stessi. Solo pochissime e mirabili band ci riescono, soprattutto con oltre 20 anni di storia sulle spalle. Disco consigliato.
Lineup:
Tomi Joutsen - voce Esa Holopainen - chitarra solista Tomi Koivusaari - chitarra ritmica Santeri Kallio - tastiere Niclas Etelaevuori - basso Jan Rechberger - batteria, tastiere
Tracklist: Shades Of Gray Mission The Wanderer Narrow Path Hopeless Days Nightbird's Song Into The Abyss Enchanted By The Moon A New Day Dead Man's Dream (bonus track) |