Intervista Edguy |
Scritto da Somberlain |
Venerdì 26 Agosto 2011 12:52 |
Possono piacere o meno, ma intervistare gli Edguy è sempre fonte di soddisfazioni, se non altro per le risate che ci si fa parlandoci assieme. In occasione dell’uscita di Age of The Joker, abbiamo avuto il piacere di intervistare Jens Ludwig, chitarrista del quintetto tedesco. Somberlain & Anna: Ciao Jens, ti va dippresentare il nuovo disco ai nostri lettori? Quali sono le principali differenze tra questo e il precedente? Jens: Ciao lettori, se entrate in un negozio di dischi, sotto l’insegna “hard & heavy”, troverete il nostro nuovo album, dal titolo Age of The Joker. Quindi, ciao lettori, questo è Age of the Joker; Age of the Joker, questi sono i lettori. (ride) A proposito, state ormai abbandonando progressivamente il power metal degli esordi, in favore di un genere più classicamente metal. Possiamo dire che c’è stata un’influenza da parte degli Avantasia in questo? Veramente no. Penso si tratti semplicemente di non registrare tutte le volte le stesse identiche canzoni. Tentiamo di trovare nuovi modi di creare canzoni interessanti, e nuovi modi di registrarle. Quando dicevi che questo disco suona più “anni ‘80”, in parte è perché abbiamo dei suoni più naturali. Non abbiamo usati trigger per la batteria, e il tutto suona come se il gruppo stesse eseguendo i brani dal vivo. Il titolo dell’album ha un significato particolare? Dopo Tinnitus Sanctus abbiamo deciso di riportare in copertina il nostro simbolo, il Joker. Da qui è derivato il titolo. Lo sguardo del joker in copertina indica anche che il cd non va preso troppo sul serio, come al solito (ride) Come avete intenzione di promuovere il disco? Prima di tutto saremo a lungo in Italia a rilasciare interviste per promuovere l’album… Ah, originale! Sì, ci crederesti? (ride) Bisonerebbe trovare nuovi modi per promuovere i dischi! Sicuramente faremo un tour in Europa, sud America, e forse in Giappone, ma su questo non siamo sicuri sulla situazione. In generale quando si promuove un disco, l’etichetta discografica ti dice che è bello, il gruppo ti dice che è bello, ma la cosa positiva del rock e del metal è che i tuoi fans si fanno le proprie idee, qualsiasi cosa dicano le etichette, ed è questo che apprezzo molto nella scena. C’è stato qualche momento divertente in studio di registrazione, mentre registravate il disco? Ne sono capitati parecchi, anche se tendenzialmente quando registriamo un disco siamo molto concentrati, per ovvie ragioni. Però ricordo che, quando Felix iniziò le registrazioni di batteria, doveva fare una specie di sound check. Intanto che lui provava i suoni, Sascha e noi ce ne stavamo a bere il caffè in regia e a prenderlo in giro. “Vanno bene, i suoni?” “No, no, suona ancora” ed invece era tutto a posto. Sarà andato avanti per più di 5 minuti a picchiare sul rullante e sulla cassa, mentre noi ridevamo. Qual è il tuo chitarrista preferito? Paul Gilbert. Non mi piace lo shredding ad alta velocità. È un po’ come allenarsi per andare sempre più veloci. Non ha nulla a che fare con la musicalità. Ovviamente serve l’abilità tecnica, ma bisogna trovare il proprio feeling. C’è una data in Italia che ricordi con particolare entusiasmo, e una che preferiresti dimenticare? Sì, entrambe.Ricordo il Gods of Metal di qualche anno fa. Era una delle prime volte che suonavamo assieme agli Iron Maiden, e sai che quando si suona in un festival grosso ci si dovrebbe preoccupare più di fare il tuo show che di guardare quello degli headliner. Bene, per me era esattamente il contrario! (ride) “Vedrò i Maiden, yeah!” (ride ancora) Cosa stai ascoltando in questo periodo? L’ultimo disco degli In Flames, che trovo molto carino, e, anche se non c’entra nulla col metal, l’ultimo dei Simple Plan. Sai, mi piace molto, specialmente quando sto guidando (ride) Ok, l’intervista è finita, concludi pure come vuoi Grazie mille a tutti, verremo in Italia a ottobre, spero di vedervi! |