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Intervista Sadist 2012
Scritto da Girli   
Sabato 24 Novembre 2012 12:45

(Intervista a Trevor)

Sadist, un nome che per alcuni rappresenta uno dei tanti gruppi Metal italiani, un nome che per altri, tra i quali il sottoscritto, rappresenta: tecnica musicale, emozione, convinzione, rottura degli schemi ma soprattutto il coraggio di mettersi in gioco ed osare. Sì! Perchè i Sadist sono tutto questo! Fin dagli esordi hanno rappresentato una ventata di novità ed originalità all'interno della scena Metal di casa nostra e il genere da loro proposto non è mai stato scontato ed è sempre stato arricchito da nuove sonorità. Partendo da due capolavori quali Above The Light e Tribe (le cui architetture batteristiche portano il nome di Peso dei Necrodeath), passando per il micidiale Crust (che segna l'ingresso di Trevor) fino ad arrivare a Lego (parentesi sperimentale che presenta le contaminazioni ed influenze Nu Metal del periodo), Tommy Talamanca e soci non hanno mai smesso di sperimentare. Sono stati criticati, sono stati osannati ma questo non importa; i Sadist non sono per tutti perchè a mio avviso i Sadist o piacciono o non piacciono. Forse esagero ma secondo me non c'è una via di mezzo, o ti catturano a pieno o le loro sonorità, la loro tecnica, la loro varietà possono essere assimilate con difficoltà. Con l'album Sadist infatti, i nostri hanno saputo stupire nuovamente  ritornando a far parlare di sè partecipando ai festival, essendo presenti sia on stage che sulla carta stampata, anche se bisogna dire che i quattro non sono mai stati fermi; Alessio e Andy sono insegnanti di musica e Tommy e Trevor con Nadir Music sono attivi sia come studio di registrazione che come produzione discografica, promozione di band ed organizzazione di eventi. In più Trevor è un personaggio che nel panorama Metal italiano tutti conoscono e rispettano in quanto è umile, crede in quello che fa e vive per il Metal. Con lui abbiamo fatto quattro chiacchiere sull'ultima fatica discografica Season In Silence e di tutto un po'.

 

The Murder Inn: Ciao Trevor, innanzitutto ti ringraziamo per averci concesso un po' del tuo tempo. Prima di iniziare a parlare del vostro ultimo lavoro in studio, vorrei che ci parlassi un po' di te.  Personalmente ti reputo un personaggio molto importante per la scena Metal italiana quindi vorrei che ci dicessi qualcosa tu.

Trevor: Prima di tutto grazie per le belle parole e grazie a voi per l'intervista. Per quanto riguarda essere un personaggio importante vi rispondo dicendo che cerco di fare al meglio quello in cui credo; non solamente come musicista ma muovendomi a trecesessanta gradi. Mi sono sempre impegnato per dare una mano alle nuove band, cerco quindi di promuovere nuovi prodotti e scrivo sulle testate giornalistiche del settore. Cerco di tenere l'occhio puntato sulle cose nuove ma allo stesso tempo mi piace anche recensire i vecchi lavori del passato. Se prendiamo ad esempio Stay Brutal, lo spazio che tenevo su Metal Maniac, se ricordate era più dedicato ai lavori storici del passato in quanto mi piaceva far conoscere ai più giovani tutti quegli album che hanno lasciato un segno nella mia crescita musicale. Si pensava di ripartire su Metal Maniac o su Metal Hammer con qualcosa di simile che dedicasse spazio non solamente agli album ma a qualcosa di più colorito; tipo raccontare i primi concerti di gruppi estremi tenuti qui in Italia, ad esmpio Deicide o altro. Un modo simpatico per raccontare qualcosa di curioso ai più giovani e far capire loro com'era sentita la scena Metal ai tempi; non voglio dire una scena migliore ma sicuramente diversa.

 

T.M.I.: Beh, io ho trentacinque anni ed ho cominciato ad ascoltare Metal alla fine degli anni Ottanta. Anche se per poco rispetto ad altri ma posso dire di aver vissuto anch'io sulla mia pelle il perido in cui il Metal era considerata la musica degli sfigati, dei delinquenti e compagnia bella. Ho quindi vissuto anch'io quel cambiamento che c'è stato all'interno della scena Metal. Alla fine degli anni Ottanta il Metal ha cominciato ad essere considerato commerciale, basti pensare ai commenti su album quali Seventh Son Of A Seventh Son dei Maiden, oppure 'Persistence Of Time' degli Anthrax; allo stesso tempo stava venendo fuori il fenomeno Grunge e quindi le contaminazioni con successivo declino del Metal e via dicendo. Però ricordo che il Metal era ancora considerato musica per pochi e questo mi piaceva. Al giorno d'oggi c'è più apertura mentale e questo è sicuramente positivo ma allo stesso tempo mi manca quel periodo.

Trevor: Per alcune cose era sicuramente meglio in quanto era più sofferto da un lato ma più sentito da quell'altro; andavi fiero di quello che ascoltavi e di quello che indossavi. Era diverso in quanto le cose erano più inarrivabili rispetto ad oggi. Prendi ad esempio l'intervista; ora puoi organizzarti via internet, puoi mandare le domande via mail o la puoi fare via skype ecc. Una volta avevi poche possibilità; o ti prosciugavi la scheda telefonica nella cabina del paese o andavi al concerto con il registratore ma questo ti costava soldi in spostamenti in quanto i concerti li facevano solamente nelle grandi città. Era difficile anche per chi voleva fare il musicista e quindi fare i primi passi nella musica. Per trovare uno spartito dei Maiden ad esempio, dovevi andare fino a Milano da Mariposa mentre oggi vai su Youtube o ti scarichi da Internet le guitar tab e cominci a esercitarti. Infatti se si guarda ai ragazzi che iniziano a suonare in questi ultimi anni, tenicamente sembrano più bravi rispetto ai musicisti dei miei tempi. D'accordo, l'esperienza e la maturità strumentale te la fai con gli anni e suonando ma oggi è più facile reperire le fonti per poter iniziare. In ogni città trovi almeno cinque-sei chitarristi tecnicamente bravi oppure il chitarrista di non so che gruppo e quindi puoi farci direttamente lezione insieme mentre una volta era più difficile. Stessa cosa avveniva a livello di collaborazioni negli album; oggi vuoi Gene Hoglan in una tua canzone? Gli mandi via mail il file con la tua canzone e lui ci suona sopra. Quindi fai un po' di editing, un buon mixaggio e la song è pronta. Una volta dovevi per forza andare ad incontrare di persona l'artista e passarci il tempo in studio. Avevi delle spese spaventose ma sicuramente l'emozione era grandiosa. Oggi se dici che hai fatto un album con Bruce Dickisnson che canta in una tua traccia nessuno si stupisce più. Forse se dici che lo fai con Ronnie James Dio che tutti adoriamo magari riesci a creare qualche emozione ma solamente se dici che l'hai resuscitato (Risate... Nda). Sembrerà retrò quello che dico ma in sostanza abbiamo troppe cose e ci siamo abituati a tutto, al punto che non ci emozioniamo più con nulla. Concerti, ne avevi uno invernale ed uno estivo; Iron Maiden o Metallica a Milano, Monster Of Rock a Modena a Settembre. Slayer se la serata era veramente estrema. Oggi hai venerdì sera questo, sabato sera quell'altro, puoi andare ovunque e quindi la situazione non la vivi come era vissuta una volta.

 

T.M.I.: Hai perfettamente ragione. Io ricordo che la prima volta che son andato ad un concerto era il 1993 ed erano venuti gli Iron Maiden vicino ad Udine. Io non ho mai visto così tanta folla! Ok, non è in effetti l'esempio migliore perchè i Maiden ti fanno sempre folla ma vedendoli ultimamente percepisci che manca qualcosa. La prima volta che ho sentito parlare di loro era il 1981 ed erano venuti a Gorizia per il tour di 'Killers'; non ho mai visto così tante facce di Eddie in giro.

Trevor: Beh i Maiden devono il loro successo anche a Eddie. La loro mascotte è stata un'idea che, voluta o non voluta, è stata giocata bene a livello di immagine e di marketing. Nel 1980 a Genova non c'era un metallaro che non avesse una toppa dei Maiden sul giubbotto jeaans sopra il chiodo. Su cinquecento metallari, quattrocentocinquanta avevano la toppa dei Maiden. Poi c'erano quelli con la toppa dei Saxon o i più estremi con la toppa degli Slayer ma Eddie era una figura sempre presente.

 

T.M.I.: Comunque devo dire che sono contento di aver iniziato ad ascoltare in quegli anni. Ricordo che soffrivo quando la gente non capiva come mi vestivo e non capiva quello che ascoltavo ma allo stesso tempo mi piaceva, ne andavo fiero e quindi un po' rimpiango quei periodi.

Trevor: Venivi visto come un appestato e più ti guardavano male e più ti piaceva. Comunque a parte i luoghi comuni, è vero che oggi c'è più apertura mentale e va bene ma bisogna ricordarsi che il Metal è tra virgolette una rappresentazione del male. Il Metal è nato dal male di vivere, è nato come forma di ribellione verso qualcosa. Nel mio caso io vengo da un paesino piccolo e quindi all'epoca ero l'unico che aveva i capelli lunghi fino al sedere, che vestiva con il chiodo, con le magliette dei Kreator e con le croci rovesciate. Nei paesi piccoli la gente poi è più chiusa quindi immaginati cosa pensavano. Conseguentemente, come ho detto prima, allo stesso tempo ti piace e quindi lo fai come forma di ribellione. Io ricordo che andavo alla messa di mezzanotte a Natale ed arrivavo fino all'altare a farmi il segno della croce vestito così, solamente per sentire i commenti della gente (Risate... Nda). Infatti quando inizi a vestirti così, a parte il piacere della musica o il riff di chitarra figo e via dicendo, inizi perché ti senti figo e vuoi vestirti diversamente da tutto quello che ti sta attorno. Ti accorgi che nonostante la tua diversità, ti senti allo stesso tempo protetto in quanto il tuo look ti difende e ti da sicurezza. Questo è il Metal e mi fa piacere che anche tu l'abbia vissuto così.

 

T.M.I.: Ne vado fiero e mi fa piacere averne parlato con una persona come te. Bene! Ora comincia il lavoro serio. Abbiamo preparato un po' di domandine da sottoporti e cominciamo con la prima. Come sta andando in questo periodo in casa Sadist? Season In Silence è uscito da due anni ed è un lavoro molto maligno e ti faccio i complimenti.

Trevor: Grazie per i complimenti in quanto dopo un lavoro fanno sempre piacere. Dunque, la nostra ultima fatica discografica a mio avviso è andata molto bene. Non parlo a livello di vendite perchè sinceramente quelle non le guardiamo nemmeno. Si sa che almeno qui in Italia con questo genere fai fatica a vendere. È andata bene perché sia a livello di composizione che a livello di promozione abbiamo dato il massimo e lavorato tanto. Abbiamo cercato di suonare il più possibile in giro e la risposta del pubblico è stata fantastica. Siamo stati in Germania, Scozia, Irlanda e Inghilterra e poi abbiamo fatto circa cinquanta giorni in Europa dell'Est passando per la Repubblica Ceca fino ad arrivare in Moldavia per poi andare in Russia, Ucraina, Lettonia ed Estonia. Abbiamo fatto anche qualche festival e quindi Hellfest, Metalcamp, Brutal Assault, cercando di concentrarci su quelli più importanti e dando spazio anche ai mini festivalini tipo la serata di stasera. Possiamo dire che a livello di date live abbiamo lasciato qualche bandierina in giro. Parlando dell'album, il nostro ultimo lavoro è diverso dal precedente Sadist e lo reputo molto più Metal. Il concept è molto più oscuro ed  è incentrato sull'inverno e quindi per un certo aspetto è molto più maligno. Questo è quello che ha trasmesso a me e spero che le emozioni siano le stesse per chi l'ha comprato. È stato anche importante perché ci ha permesso di giocare nuove soluzioni a livello compositivo, qualcosa di più diretto e più cattivo appunto. Per quanto riguarda Sadist come entità, devo dire che dal 2006 stiamo spingendo per essere presenti on stage il più possibile. Abbiamo quindi potuto dividere il palco con gruppi quali Megadeth e Slayer e ciò ci ha dato parecchie soddisfazioni. Allo stesso tempo ci siamo guardati in faccia e abbiamo deciso che dobbiamo spingere di più in quanto abbiamo passato parecchio tempo nel silenzio; abbiamo preso la situazione in mano puntando sul lavorare il più possibile sia a livello compositivo che promozionale e questo credo si veda.

 

T.M.I.: Ti dico sinceramente che nei Sadist mi è sempre piaciuta l'evoluzione. Prendi un album come Lego; è un album che ha delle sonorità che ultimamente non ascolto ma appena uscito quell'album me lo sono mangiato. Senti l'influenza di quello che andava in quel momento e probabilmente al tipico fan dei Sadist non è piaciuto molto però, non ascoltandolo ora, devo dire che all'epoca mi ha soddisfatto.

 

Trevor: Infatti secondo me quell'album non è un errore discografico. Strizzava l'occhio alla tendenza del momento ma allo stesso tempo si riesce a sentire che è un album dei Sadist. In quel momento non volevamo essere i nuovi Korn o i nuovi Limp Bizkit e via dicendo. Con quell'album volevamo essere i Sadist che strizzavano l'occhio a quelle sonorità. I musicisti sono come delle spugne e tante volte si fanno influenzare da quello che sta andando in un determinato periodo. Quelli erano i Sadist del 2001 e siamo sicuri di non aver fatto un errore ad uscire con quell'album. Possono essere stati fatti degli errori a livello di produzione, tipo l'aver messo un certo numero di brani quando invece potevamo metterne di meno e più significativi ma dagli errori si impara e sicuramente anche queste cose fanno crescere. Credo che sia normale nel percorso di un musicista.

 

T.M.I.: Sono pienamente d'accordo con te. Infatti io non lo reputo un errore ma un album che sicuramente per quel periodo poteva andare bene. A livello di produzione non l'ho mai giudicato ma sicuramente come prodotto era attuale. Anche se ripeto, io sono più affezionato alle sonorità di Tribe o Sadist oppure alle sonorità maligne della vostra ultima fatica discografica. Ho letto molte interviste a riguardo e mi è piaciuto molto quando dici che questo album è influenzato dai luoghi in cui vivi ed anche dalla fantasia. Quali sono i pezzi che sono stati più influenzati dalla fantasia e quali quelli influenzati da fatti reali?

Trevor: Intanto voglio dire che questo lo reputo il disco che volevo fare da anni ed è sicuramente un bel lavoro, sia dal punto di vista grafico sia musicale. Le foto sono mie e sono state scattate nel 2008 e nel 2009, anni di abbondanti nevicate. La grafica invece è stata curata da Davide Nadalin, persona veramente preparata e con cui collaboriamo da un po' di tempo. Non sono un fotografo ma gli scatti che ho fatto li ho dati a lui e secondo me ha sicuramente fatto un ottimo lavoro. Questo album è quindi una creatura che sento molto mia sia a livello di testi che di concept. I testi li scrivo sempre io e ne sono molto geloso ma questa volta, collaborando anche dal punto di vista grafico, lo sento mio al 100%. Parlando dei testi ce ne sarebbe da discutere per ore perché ci puoi trovare sia pezzi di fantasia e quasi romanzati, sia pezzi derivanti da esperienze reali e che a me sono molto care. Quello che viene rappresentato anche nella copertina è il pezzo 'Snowman', pezzo che rappresenta le paure che generalmente si prova da bambini. La mente dei bambini è molto influenzabile e la paura tante volte fa vedere cose allucinanti; le ombre degli oggetti esterni che attraverso la finestra si proiettano sul muro della stanza tante volte sembrano fantasmi, teschi e così via. Il testo di 'Snowman', di pura fantasia quindi, parla di questo bimbo che vede il pupazzo di neve che suo papà ha costruito per lui, diventare un mostro assassino ed andare ad uccidere i vicini di casa. Pezzo inquietante ma che si ricollega perfettamente con la tematica dell'inverno e con le inquietudini che il paesaggio invernale può evocare. Altro pezzo molto importante a livello personale e che è stato influenzato invece da fatti reali, è 'Night Owl'. La canzone è una dedica ad un personaggio che viveva nelle mie zone e che ho avuto la fortuna di conoscere e di berci assieme nelle piccole osterie. Una persona molto particolare;  immaginatevi una sorta di Panoramix che con la sua lunga barba bianca ed il suo zaino in spalla, veniva da casa sua verso il paese attraverso un sentiero in mezzo ai boschi. Faceva tanta strada per scendere in paese e non aveva per niente paura del freddo e del buio. Gli piaceva parecchio bere e quindi tante volte doveva tornare a casa ubriaco e ripercorrere tutta quella strada in mezzo alla neve e all'oscurità. Se ce la faceva riusciva a raggiungere casa, altrimenti si fermava dove si trovava e lì si addormentava.  Potevi tranquillamente trovarlo addormentato sotto gli alberi in mezzo alla neve incurante del freddo e del gelo. Solamente di una cosa aveva paura... del vento tra gli alberi. In quel caso si fermava in paese fino al giorno successivo.

 

T.M.I.: Sembra quasi tu stia parlando di una leggenda.

Trevor: Lo so ma ti posso assicurare che è esistito veramente e vado molto fiero di averlo conosciuto. Io poi sono molto legato alle mie terre quindi queste cose mi affascinano parecchio e con il nostro ultimo album ho deciso di metterle in musica. Non so se ho fatto bene o male oppure se sia giusto o sbagliato ma era quello che volevo fare. Credo che nelle nostre terre ci siano tante cose affascinanti da raccontare e secondo me è molto bello farle conoscere agli altri tramite la propria musica. Molte volte tanti gruppi musicali esagerano nel cercare in altri luoghi gli argomenti per i loro album quando invece potrebbero guardarsi intorno, riflettere un attimo e sentire cosa trasmette loro il paesaggio che li circonda. Ad esempio, molte volte mi fa sorridere sentire dei gruppi italiani che nelle loro canzoni parlano di battaglie con i Drakkar vichinghi; per carità non voglio passare per quello chiuso mentalmente e queste tematiche per certi generi calzano a pennello e non mi dispiacciono, solamente credo che siano più affini a gruppi norvegesi o svedesi che questi argomenti ce li hanno nel loro sangue e nelle proprie tradizioni. Personalmente a me piace parlare delle mie sensazioni e credo di averlo fatto nel modo più sentito e personale.

 

T.M.I.: Hai ragione ma molte volte i gruppi che influenzano le nuove band trattano di questi argomenti e quindi all'inizio si tende a mettere un po' da parte la propria identità; mettici anche il fatto che siamo in maggior parte esterofili e quello è il risultato. Bisogna dire che molte volte ci stanne bene però. Cambiamo argomento e andiamo ora a parlare della parte compositiva. Solitamente da quello che avevo letto in passato, le composizioni sono per la maggior parte opera di Tommy ed Andy, Alessio ci mette del suo e poi arrivi tu con i testi. Anche questa volta avete fatto così?

Trevor: Diciamo che da molti anni in famiglia Sadist siamo quattro teste pensanti. Non ci sono dei trascinatori e dei trascinati ma siamo quattro teste che portano la loro idea. La nostra band è come una sorta di macchina in cui tutti gli ingranaggi hanno la loro importanza. Non c'è una parte che arriva prima ed una dopo ma c'è un andare avanti insieme. Quindi posso tranquillamente dire che la fase compositiva va di pari passo con la parte dei testi. Tante volte può essere l'idea testuale che scatena la parte musicale, altre volte è la parte musicale che crea l'atmosfera per un determinato testo. Conta che avendo la fortuna di avere un nostro studio, abbiamo la possibilità di concentrarci di più su queste fasi senza pressioni esterne e cercando di lavorare il meglio possibile. Quindi le fasi compositiva e testuale proseguono quasi sempre di pari passo. Ci aggiungerei una terza fase che è quella grafica perché tante volte la composizione ed il testo possono nascere da un'immagine o viceversa. Un'altra particolarità del sound dei Sadist è che ogni strumento ha una sua importanza. Se ricordi bene negli anni '80 la chitarra era quella che dominava, sia visivamente che a livello di suono. Al giorno d'oggi invece per molte band è molto importante la batteria; la batteria infatti è quella che da il muro e che in certi generi ti deve arrivare diretta. Se prendiamo band come Lamb Of God e Devildriver, si può sentire che la batteria fa da padrone. Nei Sadist la situazione è ancora diversa perché tutti gli strumenti hanno la loro importanza ed hanno il loro impatto. Difficilmente nel nostro genere arrivi fuori con una melodia chiedendo se agli altri piace; deve essere tutto l'amalgama del pezzo che crea la soddisfazione. Nei nostri pezzi il riff di chitarra da solo può non darti l'emozione che tutto l'insieme ti può dare perché tante volte chitarra e batteria sembrano andare per i fatti loro ma messe insieme diventano devastanti. Probabilmente il fatto che abbiamo una tastiera molto presente può permettere di concentrarsi sulla melodia ma secondo me nel nostro caso è l'insieme che colpisce.

 

T.M.I.: Sicuramente questo dimostra che i Sadist non sono una band di facile ascolto ma una band in cui ogni tassello è inserito meticolosamente al suo posto. La chitarra di Tommy ha bisogno di quella base di tastiera, il basso di Andy deve entrare con quel riff e la tua voce anche. Questo fa dei Sadist una band che non è per tutti. Come dico ogni qualvolta parlo di voi, i Sadist o li adori o non li sopporti.

Trevor: Questo per me è un complimento e quindi ti ringrazio tantissimo. È un complimento perché è sinonimo di avere una forte identità. Quello che io vedo importante in un musicista non è la tecnica, anche se ha la sua importanza. Quello che per me è importante in un musicista è la sua personalità. Dicendomi queste parole mi fai capire che i Sadist hanno una forte identità nel senso che, o piacciono da matti o non piacciono per nulla.

 

T.M.I.: Quello che mi è sempre piaciuto dei Sadist è l'originalità e la varietà. Nelle tracce di tastiera ci puoi sentire l'influenza dei Goblin, in alcuni di giri di chitarra e di batteria ci senti il progressive anni '70 e via dicendo. Il tutto correlato da un buon dosaggio. Altra cosa che mi è piaciuta quando vi ho visti per la prima volta nel 1996, è stato il vedere nel Metal un musicista che suona contemporaneamente la chitarra e la tastiera.

 

Trevor: No ma quello l'abbiamo fatto per risparmiare. Essendo di Genova saprai benissimo che abbiamo le braccine corte e quindi Tommy ci ha dato un buon aiuto sotto quell'aspetto (Risate... Nda). A parte gli scherzi, hai citato dei nomi che sono fondamentali per noi. Tante volte in fase di recensione si aggiungono nomi di band per fare un po' da riempitivo. Nei Sadist è sicuramente difficile capire a chi accostare la band. I Goblin sono comunque tra le nostre influenze. Avendo attinto molto dai film horror, il maestro Simonetti è stato sicuramente molto importante per noi. Ci abbiamo anche collaborato ed è stato un onore per noi. Comunque vedi che ci ricolleghiamo alla domanda precedente? Raccontare le cose che fanno parte della nostra identità. Anche nella musica, queste cose fanno parte della nostra identità e sono radicate in noi.

 

T.M.I.: Arriviamo alla domanda fatidica: Parlando di prossimi lavori in cantiere?

Trevor: Bene Bene Tutto Bene Grazie. (Risate... Nda) A parte gli scherzi mi fa piacere quando mi fanno questa domanda. A parte la soddisfazione dello stare su un palco che credo sia il coronamento di ogni musicista. Uno dei momenti più belli è quando vedi che tutto quello che hai composto e tutto quello che hai preparato sta prendendo vita. Quindi quando cominci a sentire i pezzi quasi completi al mixaggio, quando vedi che l'artwork di copertina è quasi pronto, ecc... Tutte queste cose ti fanno capire che sei vicino alla realizzazione della tua nuova fatica e quindi mi carico tantissimo in quei momenti. Parlando schiettamente, Season In Silence è uscito praticamente due anni fa, quindi l'intenzione è quella di fare uscire un disco ma in questo momento non possiamo e non vogliamo darci troppe scadenze. L'idea sarebbe di starci sotto un po' e di farlo uscire ad Aprile 2013 ma al momento mi è un po' difficile dirlo perché stiamo ancora suonando dal vivo e stiamo valutando come muoverci. Ci sarebbe la possibilità di fare un Transiberian Tour da Ottobre ma noi sinceramente vorremmo tornare a suonare in Russia con un nuovo album e quindi siamo più orientati sull'idea di cominciare a lavorare sull'album. Delle idee ci sono già ora però bisogna vedere come unire i vari impegni, anche extra Sadist. Come sapete Tommy è impegnato con lo studio di registrazione, seguiamo nuove band e via dicendo. Quindi oltre agli impegni con i Sadist servono anche altre cose per poter dire che si riesce a vivere di musica. Se non riusciamo per Aprile sarà ad Ottobre ma quello che posso dire è che il 2013 vedrà un nuovo album dei Sadist.

 

T.M.I.: Visto che parlavi di vivere di musica, Nadir Music sta dando soddisfazioni?

Trevor: Sì! sta dando soddisfazioni soprattutto per una cosa. Al giorno d'oggi vivere di musica è difficile ma io mi sento ricco e non parlo a livello di portafoglio. Mi sento ricco perché grazie a queste attività extra Sadist, riesco a vivere di musica. La cosa più bella che mi capita ogni giorno è poter dire che sto lavorando facendo quello che mi piace. Naturalmente tenendo conto anche dei sacrifici che ci sono dietro. Ad esempio ascoltare dischi non è più come una volta solo un rilassamento; nel mio caso tante volte è un lavoro. Tante volte non hai voglia e lo devi fare per forza ma se devi promuovere nuove band devi farlo. Devi capire cosa fare con una band e quindi devi lavorarci su però la soddisfazione è che non è più come prima. Lavoro facendo quello che mi piace. Chiaro i Nadir ora sono un'attività e quindi le attività comportano dei sacrifici. Nadir era nata come associazione culturale ma non poteva più andare avanti come tale. Le attività erano tante e quindi è dovuta diventare un'azienda perché l'associazione culturale non è a scopo di lucro. Siamo quindi diventati una Srl. Non lavoriamo solo nel Metal; per la nostra attività a volte togliamo la maschera e  lavoriamo anche in campo Jazz e in altri generi. In sostanza Trevor per portare a casa la pagnotta a fine mese fa il cantante dei Sadist, poi si toglie la maschera da cantante e fa il promoter di band, poi cambia nuovamente e accompagna in tour altre band ecc... Tutto questo a volte è stremante ma non è il tipico lavoro comune e quindi a mio avviso sto facendo la cosa più stimolante e appagante. Ripeto, non sto parlando a livello di portafoglio ma a livello di soddisfazione personale. Metti insieme tutto ed il Sig. Trevor ha la sua retribuzione da versare in metano ecc... però non c'è paragone.

 

T.M.I.: E' appagante ed in più credo che fare tante cose ti tenga sempre attivo.

Trevor: Sicuramente e ti assicuro che ogni giorno non è mai uguale all'altro.

 

T.M.I.: Trevor, mi sa che non ti rubiamo altro tempo e ti lasciamo rilassarti un po' prima dello show, che dici?

Trevor: Non mi avete rubato per nulla del tempo ed anzi vi ringrazio per questa chiacchierata. Spero  di incontrarvi di nuovo o per concerti o per altre attività. In bocca al lupo per la Webzine e grazie ancora.

 

T.M.I.: Grazie a te ed è stato un piacere anche per noi poter passare quest'oretta insieme. In bocca al lupo e a presto.

Come avete potuto leggere, l'umiltà, la professionalità ed il credere nei propri obiettivi sono degli elementi che sicuramente a Trevor non mancano. Mota gente dovrebbe prendere esempio da lui, soprattutto per l'umiltà