Intervista Sarke
31 Luglio 2009 Come potevamo mancare noi di The Murder Inn ad un tale avvenimento? Appena ci hanno offerto la possibilità di intervistare i Sarke ci siamo subito organizzati per affrontare l’evento. Molti credono che i Sarke siano un side project di Nocturno Culto invece non è così. Nocturno Culto ha partecipato come vcoce solista ma l’anima del gruppo è lo stesso Sarke, persona gentile e riservata che ha risposto a tutte le nostre domande. Grazie a Sasha e Peter della Pirate Smile, nella splendida cornice del Wacken Open Air abbiamo fatto questa bella chiacchierata con Sarke. Buona lettura.
T.M.I: Ciao Sarke. E’ un piacere conoscerti e grazie per dedicarci un po’ di tempo. Sarke : Nessun problema. Partiamo pure. T.M.I: Ti va di iniziare presentandoti? Così rompiamo il ghiaccio. Sarke : Certo! Ciao io sono Sarke e sono colui che ha formato la band. Voi avete ascoltato l’album e quindi siamo qui per fare quattro chiacchiere insieme, giusto? T.M.I: Per dirti la verità gli abbiamo dato solo un piccolo ascolto ma secondo noi va affrontato molto meglio e con tranquillità perché ha un sound old school ma presenta molte sfaccettature al suo interno. Qual è il feeling all’interno di questo lavoro? Sarke : Giusto. Hai detto bene. Volevo qualcosa di differente dalle nuove band. Quando creo musica io sono ispirato dalle vecchie band che tuttora ascolto ma cerco di fare qualcosa che sia originale e che non sia una copia spudorata del lavoro di quelle band. Riguardo al feeling interno all’album posso dirti che si tratta di una sorta di tributo a band quali Black Sabbath, Celtic Frost e molte altre, nomi che sono stati molto importanti per la mia formazione musicale e per i miei gusti personali. T.M.I: Volevamo appunto chiederti se eri influenzato dai Celtic Frost. Si sente molto forte la loro influenza anche nell’uso delle vocals di Nocturno Culto. Sarke : Si sente molto forte perché adoro moltissimo quella band. Tutto l’album però è stato creato alla vecchia maniera. Infatti per le chitarre non abbiamo utilizzato suoni filtrati da computer ma suoni usciti direttamente dall’amplificatore. Stessa cosa per la batteria; non abbiamo utilizzato trigger e altre tecnologie ma una batteria acustica diretta. Abbiamo utilizzato anche della strumentazione anni ’70 per avere quel tipo di sonorità e riuscire ad ottenere qualcosa che nelle nuove band non puoi sentire. T.M.I: Avete utilizzato delle apparecchiature vintage? Sarke : Well… Non le definirei delle apparecchiature vintage. Al giorno d’oggi il vintage è un new vintage ed è costruito utilizzando nuove tecnologie in modo tale da essere vintage solo nell’aspetto. Noi abbiamo proprio utilizzato della vecchia strumentazione proveniente dagli anni ’70 un modo per ritornare all’essenzialità e tirare fuori qualcosa di potente cercando di non ricorrere alle nuove tecnologie. T.M.I: Per quanto concerne i testi delle canzoni, c’è un concept particolare nel tuo progetto? Sarke : Parlando dei testi ti posso dire che non c’è un concept particolare in quanto essi sono differenti e vanno a concentrarsi sul lato oscuro della specie umana. Bada bene che sono testi che le varie persone possono interpretare in differente modo; ad esmpio, un ragazzo giovane può interpretare una song diversamente da una persona anziana. Ci sono delle persone speciali che possono percepire dei lati della song che altre persone magari non riescono a recepire e così via. T.M.I: Come ti abbiamo detto precedentemente, purtroppo ne abbiamo ascoltato solo qualche estratto e quindi non siamo riusciti a recepire tutta la pienezza di questo lavoro. Sarke : In effetti va ascoltato più volte ed attentamente per recepire la sua totalità. Un’altra cosa che influisce è come ti approcci tu all’ascolto; è un album che a seconda di come sei emotivamente può suscitarti differenti interpretazioni. Se stai guidando ti darà certe emozioni, se sei in una stanza te ne risveglierà altre. È un album che sicuramente ti fa pensare e non ti fa restare indifferente. Un giorno sarà una song a farti concentrare di più, il giorno dopo magari la tua attenzione si focalizzerà su un’altra e quindi dipende dal feeling che si ha in quel determinato momento. Per dirtela tutta non aspettarti di provare le stesse emozioni che hai ascoltando gli Slayer (risate… NdA), gli Slayer hanno quel dato sound e quel dato riffing, il feeling che ti trasmettono è quello in qualunque momento tu ascolti una loro song. Questo è un album che ti fa riflettere di più, è un po’ più tranquillo anche se dentro senti l’influenza del Metal. T.M.I: Per quanto concerne i testi, chi è che li scrive? Sarke : Sono sempre io che scrivo i testi. In questo album alla fin fine ho fatto tutto io, testi, composizione musiche e produzione. Le canzoni nascono dalle immagini che ho in mente in quel determinato momento. Prendo la mia chitarra acustica e comincio a buttare giù gli accordi e in testa comincio a dar vita alla song. Solitamente questo avviene a notte fonda e non faccio pre-produzione o registrazione. La song prende vita quando sono in studio con gli altri. Molti preparano una demo e la spediscono agli altri, nel mio caso io arrivo con la mia idea in studio e la trasmetto agli altri. T.M.I: Strano, di solito tutti fanno una pre-registrazione o altro. E’ difficile in questo modo. Sarke : Lo so ma io mi trovo bene in questo modo. Arrivo in studio con gli altri e gli insegno la song. In questo modo trasmetto la mia idea e la song nasce con la collaborazione di tutti in quel determinato momento. Mi piace di più lavorare in questo modo e non ti do torto che sarebbe più facile spedire una demo a tutti ma così facendo mi sembrerebbe di sminuire la creazione della song. In questo modo essa nasce da una mia idea ma con l’aiuto di tutti in quel determinato momento. E’ una sorta di rito. T.M.I: L’idea di rito creativo è molto bella pero’. Parlando degli altri componenti, credi che collaborerete nuovamente insieme? Sarke : Inanzitutto tieni presente che prima di essere membri di una band siamo principalmente tutti amici. Quindi spero bene di averli tutti con me nuovamente. Li conosco tutti personalmente e sono bravi ragazzi. Il tastierista è molto attivo in Norvegia nella pop music ed è molto creativo. Il batterista ha suonato con i Borknagar ed ha collaborato con Satyricon e Dimmu Borgir a livello di sala prove. Gente in gamba e con cui mi trovo molto bene. Il cantante sapete bene chi è ero? E’ Nocturno Culto ed anche lui è un mio caro amico. Gli ho chiesto se gli andava di partecipare e non ha per nulla obiettato. Con loro mi trovo bene e spero di farci ancora qualcosa. Non so se farò qualcos’altro come Sarke. Questo infatti è un mio solo album e non è importante per me avere due solo album a nome Sarke. Non è la mia priorità fare un altro solo album. T.M.I: Come vi è venuta l’idea di questo progetto? Sarke : E’ venuta così. Spesso ci incontravamo nei festival e guardando le band ci dicevamo spesso che in quanto amici potevamo sicuramente fare una bella cosa insieme, qualcosa in cui tutti credevamo e che non fosse un obbligo verso etichette come spesso capita alle band. Ci siamo incontrati ed eccoci qua. T.M.I: Da quello che sentiamo nelle tue parole la musica non è quindi la tua priorità. Ti piace fare quello in cui credi ed essere libero da legami con il music business. Sarke: Certamente. Non voglio per nulla essere condizionato dal music business. Suono da molti anni ormai, precisamente dal 1989. Ho headbangheggiato per molto tempo e suonato sempre facendo quello in cui credevo ma ora comincio ad essere vecchio, ho trentasette anni (ride… NdA) e quindi ho messo la testa a posto. T.M.I: Me lo dico sempre anch’io che è ora di mettere la testa a posto. Sarke: (Ride… NdA) A parte gli scherzi, mi piace essere qui a suonare e mi piace anche suonare ai festival. Adoro vedere i ragazzi di vent’anni che ci supportano e che sono sotto lo stage a fare casino solo che non è la mia priorità. Se ho voglia di farlo e sento di farlo lo faccio e se non mi va di farlo e non mi sento di farlo non lo faccio. Sicuramente non faccio le cose per obbligo verso qualcosa o qualcuno, non mi interessa ciò. T.M.I: Com’è la tua vita fuori dalla band? Premetto che ho visto il documentario ‘The Misanthrope’ realizzato da Nocturno Culto e che ci dà un’idea di come si vive in Norvegia e quindi pescare, andare in bicicletta, passare il tempo con i veri amici nelle baite in mezzo al nulla, ecc… Vivi anche tu così? Sarke: Beh. Io pesco da quando avevo dodici anni e quindi sono andato a pescare molte volte con Nocturno, due o tre volte per settimana. Andavamo a pescare la mattina presto o tardi la notte e quindi abbiamo sempre vissuto per queste cose rilassanti. Ora le cose sono un po’ cambiate in quanto ho una famiglia e due bambini, uno di due mesi ed uno di due anni e quindi devo dedicare loro un po’ di tempo. Questa ad esempio sono le mie vacanze e non vedo l’ora di essere a casa con loro. T.M.I: Sicuramente saranno contenti che tu non sia sempre in giro per concerti. Sarke: Assolutamente. Ho il mio lavoro a casa e quindi posso stare con la mia famiglia. Lavoro in proprio e quindi sono io che gestisco il mio lavoro. Non posso permettermi di fare cazzate ma allo stesso tempo posso gestirmi io le mie ferie, se avere impiegati oppure no. Per il resto mi pace pescare e suonare la mia musica. Non mi importa essere un musicista a tempo pieno, come ad esempio i Dimmu Borgir, a me interessa essere libero. Se poi ho delle entrate monetarie anche facendo musica ben venga ma sinceramente ho il mio lavoro per guadagnare. La musica è la mia passione e non il mio lavoro. T.M.I: Hai accennato ai Dimmu Borgir. Sicuramente per loro la musica è un lavoro e quindi non hanno la tua libertà. E’ chiaro che i fans da loro si aspettano determinati album e la casa discografica spinge per fare determinati album. C’è il rischio che non credano più in quello che fanno secondo te? Sarke: Dunque… Precisiamo che i Dimmu Borgir non sono una pop band e che quello che fanno non è solo per vendere. Ti do ragione che il loro è un lavoro e quindi devono sottostare a certi ritmi, fare un tot di album perché il contratto lo richiede e quindi sicuramente non hanno la libertà che ho io. Resta il fatto che non bisogna considerarli una pop band. T.M.I: Non fraintenderci. Non volevamo dire che non hanno una propria identità e che siano pilotati. Sarke: Tranquilli. Non ho detto che l’avete pensato voi ma ho voluto comunque tirare un sasso a loro favore. Sono soddisfatti di quello che fanno e sono contenti di come lo fanno. Non sono una pop band e fanno comunque quello in cui credono. L’unica cosa è che vengono pagati. Sono stato giusto ieri nella loro sala prove. E’ vero che visto che lo fanno per lavoro possono permettersi di comprare delle apparecchiature che io non posso permettermi. D'altronde loro sono un po’ più conosciuti di me (ride…NdA). La chiacchierata è proseguita parlando della scena Black Metal Norvegese, del movimento underground anni ’80-90 ecc. T.M.I: Ok. Il tempo qua sta stringendo e noi ti lasciamo in quanto mi sa che hai altre interviste. L’unica cosa che ci resta da fare è goderci lo show di stasera. Sarke: Ci verrete? T.M.I: Certamente Sarke: Allora vi confido un segreto. Stasera avremo un ospite on stage. Sapete chi? Tom Warrior dei Celtic Frost. T.M.I: Sul serio? Cazzo! Non vediamo l’ora di essere là sotto. Io li seguo dai tempi di ‘Morbid Tales’! Sarke: Allora goditi lo show amico perché suoniamo una canzone da quell’album, ovvero ‘Dethroned Emperor’. T.M.I: Ma sei così tranquillo? Non sei emozionato? Sarke: Preferisco non pensarci ora. Sarò emozionatissimo e me la farò sotto quando ci sarò assieme on stage. T.M.I: Pazzesco! Grazie dell’informazione! Mi sa che ci tocca lasciarti in quanto Sasha ci guarda minaccioso. Sarke: Mi spiace che ci interrompano ma purtroppo devo rispondere ad altre domande. Godetevi lo show ed un saluto ai vostri lettori italiani. Che bella l’Italia. Ci sono stato quattro o cinque volte. (Ancora quattro chiacchiere sull’Italia… NdA) T.M.I: Ora dobbiamo andare. In bocca al lupo per stasera. Sarke: Grazie ragazzi a presto
Se non avete ancora sentito il progetto di questo simpatico e modesto personaggio fatelo al più presto e vedrete che non resterete delusi.
|