Intervista Soilwork
Ed ecco che tornano in Italia i Soilwork, in occasione del Panic Over Europe Tour 2010, in compagnia di gruppi quali All That Remains e Caliban. Per l’occasione The Murder Inn ha avuto il piacere di fare una chiacchierata col batterista, Dirk Verbeuren. Ecco quello che ci ha detto:
Somberlain: Il vostro ultimo disco è uscito mesi fa, qual è stato il feedback dei fans?Dirk: È stato veramente ottimo, e lo possiamo notare non solo dalle vendite ma anche dalla reazione dei fans ai nostri concerti.
Somberlain: quali sono, secondo te, le principali differenze tra questo The Panic Broadcast e il precedente? Dirk: beh, innanzitutto c’è stato un lavoro di chitarre diverso, grazie al rientro in formazione di Peter (Wichers, rientrato nel 2008). In questa occasione poi ci siamo imposti come obiettivo quello di evitare qualsiasi barriera. Puoi sentire la prima vera “ballad” del gruppo, ed in generale questo è un cd molto diverso, più open-minded rispetto al passato. Non eravamo impauriti da questa apertura questa volta.
Somberlain: Cosa puoi dirmi riguardo i testi? E cosa significa The Panic Broadcast? Dirk: Beh, dei testi si occupa Björn (“Speed” Strid, cantante del gruppo). Questa voleva focalizzarsi sul panico, e su delle situazioni che ha vissuto durante gli anni. I testi sono influenzati dalla sua visione molto introspettiva riguardo a quello che accade.
Somberlain: quali sono i vostri piani dopo il tour? Dirk: beh, speriamo di registrare un dvd dal vivo l’anno prossimo, ora invece ci concentriamo sul tour. Andremo anche in Giappone, e poi torneremo in Europa per qualche festival estivo.
Somberlain: C’è la possibilità di vedervi suonare d’estate anche in Italia? Dirk: Non lo sappiamo ancora. Sicuramente sarebbe bello suonare al vostro Gods of Metal
Somberlain: Voi siete il terzo gruppo svedese con cui ho a che fare in questo mese. Perché secondo te un paese piccolo come la Svezia è patria di così tanti gruppi metal? Dirk: Non lo so! Suonando in un gruppo svedese, anche se sono francese, posso dirti che probabilmente con il fatto che in inverno sia tutto buio, da novembre ad aprile circa, la gente non possa fare poi molto nel tempo libero, e quindi molti iniziano a fare musica. Dopo che le prime bands, Grave e Dismember, e la scena di Goteborg, hanno fatto successo, è stato più facile diventare conosciuti per tutti quelli venuti dopo, perché ormai la scena svedese è rispettata in tutto il mondo. La situazione in altri paesi d’Europa è ben diversa. Io vivo in Francia e a parte 2 -3 gruppi abbastanza famosi, non c’è molto.
Somberlain: A proposito, quali sono i gruppi death metal più interessanti oggi? Dirk: Bella domanda. Io direi Gojira, i miei preferiti attuali. Ti citerei anche gli In-Quest, un gruppo molto interessante proveniente dal Belgio. Ma in generale ce ne sono tanti, ed è difficile dire pochi nomi. Tra l’altro ultimamente non focalizzo più la mia attenzione solo sulla musica metal, ma cerco di spaziare il più possibile
Somberlain: L’ultimo disco è molto impegnativo da suonare, e richiede notevoli capacità tecniche. Quanto sono importanti per un gruppo come i Soilwork le abilità tecniche? Dirk: Sai, nel passato alcuni nel gruppo volevano musica più radio-friendly, più semplice sia da ascoltare che da suonare, quindi non si facevano cose particolari. Io so suonare la batteria anche in modo molto semplice, anche se non è molto entusiasmante; per questa occasione ho cercato di fare qualcosa di più, ed inevitabilmente anche la tecnica richiesta è maggiore. Penso la stessa cosa si possa dire degli altri membri: alla fine volevamo anche essere contenti di suonare queste canzoni, non solo di ascoltarle.
Somberlain: C’è qualcosa nel disco che cambieresti? Dirk: non penso, in generale siamo tutti molto contenti di come è venuto fuori il disco.
Somberlain: nel 2005, quando stava per essere pubblicato il vostro Stabbing The Drama, in un’ intervista Björn disse che era abbastanza preoccupato per il fatto che il vostro disco sarebbe stato messo in vendita lo stesso giorno di Angel Of Retribution dei Judas Priest. Ora invece i Judas Priest hanno annunciato il loro tour d’addio… Dirk: Beh, i Judas Priest sono uno dei gruppi assolutamente più influenti su Björn, a quanto ne so, e Rob Halford uno dei suoi cantanti preferiti. Io non ascoltavo molto metal classico, diciamo che ero più vicino agli Slayer (ride). Ad ogni modo è strano vedere che adesso che erano ritornati ai fasti di un tempo, i Judas Priest abbiano deciso di fare un tour d’addio.
Somberlain: bene, Dirk, l’intervista è finita. Concludi come vuoi Dirk: Che dire, ringrazio tutti per supportare noi e la scena metal in generale!
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