Intervista Slowtorch |
Scritto da Stefano |
Martedì 05 Ottobre 2010 11:01 |
Intervista Slowtorch
01 Aprile 2006
Bruno: Siamo un gruppo di Bolzano, che si considera come una stoner’n’roll band, con influssi metal. Siamo nati nel 2004, registrando un demo e poi formando il gruppo (composto, adesso, da 4 elementi). Stefano: La band, come ho potuto vedere, è nata come Godmachine (arrivando a suonare allo School's Out prima degli Ill Nino), in seguito il nome è cambiato in Slowtorch (anche la lineup è mutata). Raccontaci la storia. Bruno: Vorrei precisare subito che lo School’s Out è stato il nostro primo concerto ed è stato molto motivante essere messi in scaletta appena prima degli headliner. Allora ci chiamavamo ancora Godmachine (nome cercato per mesi), abbiamo scelto questo monicker perché volevamo un nome che restasse impresso, ma in poco tempo scoprimmo che c’erano altre band in circolazione chiamate così. Il problema fu che queste band avevano più possibilità di promozione sulla rete e noi non ne avevamo, allora decidemmo di cambiare nome. Abbiamo deciso di trovarci un nome che non esiste (Slowtorch) per evitare di trovarci in situazioni spiacevoli. Al cambiamento del nome ha fatto seguito anche il cambiamento della line-up. Stefano: Avete iniziato come tutti come cover band o siete nati con la precisa volontà di essere una band con un suono personale? Pensate di esserci riusciti o vedete altri margini di miglioramento, di evoluzione? Bruno: Abbiamo iniziato subito con pezzi nostri (anche se, all’inizio avevamo 2 cover in scaletta - “Heads Esplode” dei Monster Magnet e “Vision Thing” dei Sister of Mercy-, per poter arrivare ai 30 minuti di programma per suonare allo School’s Out, ma queste cover sono sparite con l’aumento del nostro materiale). La scelta di fare solo pezzi nostri è stata rischiosa, in quanto ti rende la vita molto più difficile. In quanto alla seconda domanda, la risposta è che ci sono sempre margini di miglioramento, dati dai gusti che cambiano. Stefano: Quali sono le band che vi hanno influenzato? Bruno: Le nostre influenze vanno da Kyuss a Queens of The Stone Age, dai Motorhead ai Metallica, passando anche per il metal estremo. Stefano: I lettori di TheMurderInn hanno potuto leggere la recensione del vostro demo (Generator). Raccontateci la creazione di questo demo. Chi porta le musiche, chi i testi. Bruno: Musica e testi sono miei ( Bruno Bassi, n.d.a.) e poi sono stati registrati insieme a Sebastian (ex cantante della band, quando ancora si chiamavano Godmachine), che, dopo aver sentito il materiale e avermi costretto a prenderlo alla voce, mi ha fatto registrare il primo demo della band. Quella presente su disco, però, non è la prima take, in quanto questa è stata persa durante la registrazione. La seconda registrazione è stata finita nel marzo del 2004. Stefano: Da cosa prendete ispirazione per comporre? Bruno: Qua c’è il rischio di sembrare banali, ma prendiamo l’ispirazione da sentimenti forti, da incazzature forti e, in più, da una certa improvvisazione. Stefano: Voi, insieme ai Vicodin, Leprosy e Iperuranio28, siete le prime band della MorganaRecords. E' importante, secondo voi, essere "protetti" da una piccola realtà locale come la MorganaRecords, in modo che vi fornisca date e promozione? Bruno: Si, è importante, rassicurante e toglie molti problemi. Il fatto è che come gruppo è difficile trovare date, ma con una etichetta che ti supporta è più semplice (si vedano le date a Berlino e in Olanda). Stefano: Collegandoci al tema della MorganaRecords e alle date. Voi e i Vicodin andate a Berlino fra pochissimo tempo, sensazioni?Siete pronti al "grande salto" straniero? Siete consci che potrebbero aprirsi nuove opportunità e anche rischi? Senza tenere conto che in luglio vi aspetta un'altra trasferta... questa volta in Olanda. Bruno: Siamo in forma e siamo sicuri che spaccheremo. La musica è di un certo livello e speriamo che ilk pubblico di Berlino apprezzi e, soprattutto, sia presente. E, comunque, non abbiamo paura (n.d.a. questo lo dicono in coro entrambi). Il rischio di non piacere c’è, ma ogni concerto è un’opportunità (n.d.a. anche in questo punto sia Bruno che Roberto sono concordi). Qualunque cosa succeda noi continuamo (n.d.a. in questo caso è Roberto che si fa sentire). Stefano: La distribuzione della MorganaRecords, per ora, è solo a livello locale. Come pensate di espandere il vostro bacino di ascoltatori? Avete progetti in merito? Bruno: Ovviamente speriamo di andare fuori regione. Abbiamo un amico che si occupa di cercarci altre opportunità, altre possibilità per una migliore distribuzione. E, anzi, volevo dire che proprio oggi mi è arrivata la richiesta da Radio420 (emittente radiofonica su internet di Seattle), di poter mandare in onda tutti i nostri pezzi. Stefano: L'America,in un modo o nell'altro, è sempre un punto di approdo per delle band. Pensate che, con il vostro sound, il pubblico americano potrebbe apprezzarvi? So che è una domanda un pò pretenziosa, ma, in fondo, sognare non costa nulla. Bruno:Gli USA sono un sogno per tutti, visto che hanno dato visibilità mondiale al r’n’r. In più in USA ci sono tanti concerti interessanti (come, ad esempio, l’”Emission of the Monolith”; per chi non lo sapesse è un festival di musica stoner, n.d.a.). Stefano: Sul palco date vita a degli show energici. Le canzoni che proponete sono le stesse del disco o cercate di elaborarle? Bruno: Sinceramente i cambiamenti sono minimi. Riproduciamo fedelmente le canzoni come create in sala prove. Roberto: Però, dal vivo, hanno molta più energia e potenza. Stefano: Avete in programma di far uscire un nuovo demo o cercate di creare un numero di composizioni sufficienti per produrre il primo EP? Quando pensate di arrivare a incidere il vostro primo CD? Bruno: Stiamo registrando un EP con 5 pezzi inediti, poi si vedrà come andrà avanti. Stefano: Conoscete l'underground italiano? Dalla vostra esperienza, cosa potete dire a dei ragazzi/e che vogliono incominciare a suonare?Che consigli, suggerimenti potreste dare? Bruno: Conosciamo poco l’underground italiano. L’unico consiglio che possiamo dare è credere sempre nelle proprie possibilità e di suonare, anche se c’è il rischio che ci sia poca gente che viene a sentirti. Stefano: L'intervista è finita e la palla passa a voi. Avete un pò di spazio disponibile per un vostro commento o delle vostre riflessioni? Bruno: Grazie di cuore a tutta la gente che si è sbattuta per noi. Speriamo di poterli ripagare una volta o l’altra.E, soprattutto, viva il Rock’n’Roll. (risate generali). Stefano: TheMurderInn vi ringrazia per la disponibilità. |