Intervista Karnak |
Scritto da Annalisa |
Martedì 05 Ottobre 2010 16:08 |
Intervista Karnak
Aprile 2003
Gabriele : I Karnak nascono nel lontano 1993 sotto il nome di "Subtraction" per idea del batterista Stefano Rumich. Poco dopo mi sono aggiunto io alla chitarra. Io e Stefano siamo gli unici membri originali della band. Nel corso degli anni abbiamo subito una miriade di cambi di formazione, e anche di genere. Annalisa : Ho potuto notare le lusinghiere recensioni che avete ottenuto sulle principali testate e siti specializzati, dove vi hanno paragonato a mostri sacri del genere come Death, Cynic, Atheist e Pestilence. Come ivete il "peso" di una così grossa responsabilità? Gabriele : Tutte quelle lusinghe hanno stupito anche me! Non ho intenzione di fare false modestie sulla nostra preparazione musicale. Studiamo tutti musica e la nostra ambizione è quella di farne il fulcro della nostra vita, sia a livello di gruppo che a livello di competenze dei singoli. La reparazione musicale è indispensabile, il gusto del musicista sta nel sapere usare la propria conoscenza per esprimere se stesso. In ogni caso i paragoni fatti nelle varie recensioni si trasformano per noi in un ulteriore stimolo a crescere e migliorare. Annalisa : Com'è stata la vostra esperienza in studio per quel che riguarda Gabriele : Per me assolutamente indimenticabile. Ci siamo preparati moltissimo prima per poter registrare in meno tempo possibile (sai, i soldi...). Avevamo già avuto la fortuna di lavorare con Gabriele Ravaglia ai Fear Studios già per i mixaggi di "Perverted", così al momento di scegliere un posto dove poter registrare qualcosa di serio, non abbiamo avuto dubbi. In effetti il prodotto finale è stato decisamente soddisfacente, considerando anche il fatto che è stato registrato tutto buono alla prima in soli 2 giorni, più 2 ulteriori giorni per il mixaggio. Annalisa : Qualcosa sulla strumentazione usata? Gabriele : Per quel che mi riguarda, utilizzo una Ibanez RG 7 corde equipaggiata con il pickup esafonico Roland GK2 (essendo un patito dei Pestilence, il guitar synth non poteva mancare!), il segnale va nel GR-50, da lì a una testata ART DST8080 e una cassa Peavey 4x12. IL nostro attuale bassista ha il basso Yamaha TRB6 modello Patitucci. Il tastierista ha tre tastiere Roland e Yamaha. Stefano ha una Mapex di un curioso colore che sfuma dal bianco al fucsia e un sacco di piatti strani! Annalisa : "Melodies..." sia per le atmosfere che per i testi è decisamente orientato all'horror e al sex splatter. Come mai la scelta di abbinare immagini così truculente con il vostro genere? Gabriele : Per quel che riguarda la musica non ci poniamo particolari limiti: le nostre influenze, oltre al metal, nascono tanto dal progressive italiano anni 70, King Diamond, e musica sperimentale in genere, tipo John Zorn e Frank Zappa. Annalisa : Cosa ne pensate della scena metal italiana? Gabriele : A dire il vero, non la conosco troppo. Ammiro molto i Sadist e i Necrodeath. Per il resto, penso che esistano un sacco di gruppi validi, penalizzati purtroppo dallo scarso interesse delle stesse etichette che dicono di portare avanti il discorso metal, ma che invece non lo fanno come dovrebbero. Le potenzialità secondo me sono molto elevate, bisognerebbe solo che il sistema musicale desse valore agli innovatori, o comunque a coloro che possono fare la differenza, invece che a quelle bands che vanno avanti su un carrozzone trainato da altri solo perchè "assomigliano" a qualcosa di già sentito. Annalisa : Una domanda di rito: progetti futuri? Gabriele : Al momento stiamo sistemando un po' la formazione, siamo alle prese con un nuovo bassista e un nuovo cantante. Abbiamo appena finito di registrare un promozionale di 6 pezzi e adesso lo spediremo in giro a giornali e etichette. Abbiamo già qualche contatto e un po' di nome grazie a Melodies, speriamo con questo nuovo lavoro di trovare un contratto decente e far arrivare il nostro messaggio musicale a quanta più gente possibile. Per il resto, ognuno continua a studiare...di fare l'intervista e Cocchi che ci ha dato gli accrediti per la splendida serata, senza i quali non avremmo |