Metallica, Machine Head, Gojira Udine 2012 |
Scritto da Girli |
Mercoledì 16 Maggio 2012 16:45 |
METALLICA + Machine Head + Gojira
I Metallica allo Stadio Friuli? I Metallica a Udine? Ebbene sì cari lettori. Dopo aver ospitato nel 2010 gli AC/DC, lo Stadio Friuli si presta a fare nuovamente da cornice ad un altro appuntamento da leccarsi i baffi per gli appassionati della scena Heavy Metal mondiale; Metallica, Machine Head e Gojira approdano in Friuli-Venezia Giulia per questa unica data italiana. Quando ho saputo che i Four Horsemen sarebbero arrivati a Udine non ci credevo. Era il lontano 1989 quando ascoltai per la prima volta il seminale Kill’Em All ed il più maturo And Justice For All però mai ebbi l’opportunità di vederli dal vivo quindi l’occasione è calzata a pennello. In più questo è il tour che celebra i vent’anni del Black Album, il cosiddetto album della consacrazione; un’opera importante nella storia della band in quanto la ha fatta conoscere al grande pubblico, un album che ha suscitato le critiche di alcuni fan ma che sicuramente ne ha fatti guadagnare altrettanti. The Murder Inn si è quindi unito alla folta schiera di Metal Kid accorsi da ogni parte d’Italia e d’Europa per godersi questa serata. Premetto che io sono un loro fan accanito dagli esordi fino al Black Album e quindi le ultime cose non le ho assimilate profondamente, anche se Death Magnetic non mi è per nulla dispiaciuto. Una cosa è certa però, i Metallica dal vivo spaccano, hanno cose da dire e da dare, ed un loro show sicuramente non delude le attese. Questo infatti è dimostrato anche dalla presenza di differenti generazioni di metallari accorse a supportare questo strepitoso evento e che hanno cantato a squarciagola insieme a James per tutta la durata dell’esibizione. Procediamo con ordine. Prima band in scaletta i francesi Gojira, reduci dall’ultima fatica discografica che uscirà a giugno 2012 per Roadrunner Records dal titolo L’Enfant Sauvage. Nei trenta minuti a disposizione, Joe Duplantier e soci scaricano tutta la loro energia ed il pubblico reagisce positivamente. Sicuramente l’orario ed il doversi esibire davanti ad una folla accorsa esclusivamente per i Metallica possono aver creato un po’ di difficoltà ma i francesi se la cavano egregiamente ed il feeling con il pubblico è buono. Bisogna dire però che il venticello che colpisce le gradinate penalizza il sound e quindi ho la conferma che gli show visti dagli spalti non trasmettono la stessa carica di uno show goduto dal centro dello stadio. Probabilmente coloro che hanno pagato i biglietti gradinata possono aver trovato da ridire su questo particolare e sul lavoro dei fonici ma gli show negli stadi molte volte incontrano questo problema e parlando con la gente che stava nel prato ho avuto conferma che il sound non era per niente male. Salgono quindi sul palco i Machine Head e nonostante la luce del giorno l’accoglienza è strepitosa. Ne avevo avuto prova a Wacken ma confermo che Robb Flynn a soci si trovano a proprio agio anche in uno stadio. Il pubblico risponde con entusiasmo ed i granitici riff dei Machine Head caricano ulteriormente la folla. Lo show è incentrato prevalentemente sull’ultimo Unto The Locust e quindi ci piange il cuore per non aver potuto godere di un classico come ‘Davidian’ ma sicuramente la potenza di ‘Locust’ non ha lasciato indifferenti i presenti. Rob dialoga con il pubblico, il pubblico risponde a tono, e le sferzate di violenza create insieme ad Adam, Phil e Dave incendiano gli animi. Purtroppo lo show giunge al termine perché è quasi il momento dei ‘Tallica. L’ora attesa giunge, mi guardo attorno e vedo che lo Stadio Friuli è praticamente pieno e la luce è quella adatta ad accoglierli in tutta la loro potenza. Partono le note di ‘The Ecstasy Of Gold’ di Ennio Morricone e il grande schermo sul lato dello stage proietta lo spezzone da Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo di Sergio Leone in cui Tuco vaga per il cimitero cercando la tomba che racchiude i 200.000 dollari in oro. Le immagini scorrono e annunciano il momento fatidico, la folla è in delirio e non regge l’eccitazione, ancora un istante ed ecco esplodere l’ovazione. I Four Horsemen irrompono sul palco e si parte con una adrenalinica ‘Hit The Lights’, brano di apertura dell’esordio Kill’Em All. Lo stadio è in pieno delirio e tutti quanti cantiamo assieme a James “NO LIFE TILL LEATHER, WE’RE GONNA KICK SOME ASS TONIGHT!” in totale headbanging. Nemmeno il tempo di applaudire e ci viene regalata una devastante ‘Master Of Puppets’ che coinvolge tutto lo stadio sotto lo sguardo compiaciuto di James. Lars pesta preciso sulla batteria, Kirk trasuda tecnica ed energia e Robert dimostra di essersi amalgamato perfettamente. Capisco subito di fronte a chi mi trovo e sento già che questo show sarà memorabile. James ha quasi cinquant’anni ma non sembra proprio; il suo carisma coinvolge tutti ed il suo look con gilet senza maniche ricoperto di toppe di band gli calza alla perfezione e non risulta per nulla obsoleto. L’energia di ‘Fuel’ ci allontana per un attimo dai classici della band ma i fans vengono nuovamente scatenati dalla maestosa ‘For Whom The Bell Tolls’ che omaggia e strizza l’occhio a Hemingway. Sulle note dell’inedita ‘Hell And Back’ si capisce che siamo qui solamente per ascoltare altro, ovvero i classici e veniamo quindi accontentai; è arrivato il momento di omaggiare il Black Album. Lo schermo proietta un video che mostra immagini della band dagli esordi fino al periodo dell’uscita dell’album; si vedono quindi immagini da studio, immagini del loro tour più memorabile da trecentotrenta date, si vede Jason Newsted, si vede lo Snake Pit ed in quel momento ricordo i momenti in cui infilavo una videocassetta nel VCR per poter registrare quei video e mi commuovo. Ora però è il momento della musica e ‘The Struggle Within’ mi arriva come un pugno nello stomaco che mi riporta alla realtà. Il Black Album viene riproposto partendo dall’ultima traccia fino ad arrivare alla track d’apertura. La cupa ‘My Friend Of Misery’e la pessimistica ‘The God that Failed che tratta del difficile rapporto tra James e la religione, ci guidano senza perdere un colpo al “shape shift” di ‘Of Wolf And Man’ per poi guidarci alla loro ballad più famosa, ovvero ‘Nothing Else Matters’ e lo stadio si illumina di accendini e telefonini danzanti. Dal palco ormai si capisce che il legame tra pubblico e band è forte e che la professionalità dei quattro non mostra cali di tono. Partono le note di una possente ‘Don’t Tread On Me’ che con il suo fare incisivo e le parole “to secure peace is to prepare for war” all’epoca fece scalpore, per arrivare al sitar di ‘Wherever I May Roam’ i cui ritmi cadenzati ci conducono all’altra lento dalle tinte quasi country e rispondente al nome di ‘The Unforgiven’; i ricordi del passato mi strappano quindi una lacrimuccia. Lo ribadisco nuovamente, i Metallica sanno intrattenere e non perdono un colpo in questa unica data italiana. Dopo l’esecuzione di ‘Holier Than Thou’ capisco che stiamo arrivando alla conclusione del momento dedicato al Black Album. James si rivolge al pubblico e chiede:-“Udine, do you want heavy?” e viene regalata ai presenti la pesante e sincopata ‘Sad But True’ seguita a ruota da una ‘Enter Sandman’ da brivido, cantata a squarciagola dai presenti ed accompagnata da botti e fuochi d’artificio. La parte dedicata al Black Album è quindi conclusa e la soddisfazione per essere stato presente a questo evento mi avvolge pienamente. Si capisce comunque che in realtà la serata non è ancora finita e che questo è il momento per dare il colpo di grazia ai presenti. Partono le note di chitarra acustica e ‘Battery’ si scatena con una violenza inaudita sui fans che non stanno più nella pelle. Altri botti, raggi laser, esplosioni e rumori di elicotteri ci fanno capire qual è il pezzo successivo ed infatti ‘One’ dà praticamente il colpo di grazia alla mia gola che si devasta completamente sulle note e sul ritornello della immortale ‘Seek And Destroy’, che segna la fine dello show. James e soci ringraziano, salutano i fans ed io totalmente emozionato penso a tutte le volte che non ho visto i Metallica e ringrazio per essere stato presente in questa fantastica serata. Per concludere si può dire solamente una cosa, possono piacere o non piacere gli ultimi lavori ma i Metallica, nonostante l’età che avanza, dal vivo sono devastanti e hanno ancora l’energia per farci cantare i loro cavalli di battaglia.
"Through The Never"
|
Ultimo aggiornamento Mercoledì 16 Maggio 2012 16:57 |