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Kaltenbach Open Air - 3° giorno
Scritto da Stefano   
Sabato 05 Settembre 2015 08:23

Siamo arrivati al terzo giorno del festival e noi di TMI siamo più ruspanti che mai.
Rispetto a noi, buon trequarti del festival ha subito un decadimento a cui solo l’Uranio Impoverito può aspirare (battute da capogiro). Dicevo: noi di TMI tiriamo avanti, nonostante la salute sia una condizione utopica… ma quando il Dio Metallo ti chiama, la salute si mette in silenzio e si va ad adorare il Grande Capro.
E oggi, come giornata, il Grande Capro ha di che leccarsi gli zoccoli.
Come nelle giornate precedenti, i veri metallari si vedono al mattino… e infatti noi dormiamo come ghiri e ci andiamo a mangiare specialità locali. Il festival sta già pompando watt nell’aria e questo si sente per tutta la valle.
Arriviamo alla location del festival giusto giusto per vederci i Mater Monstifera. La band suona un misto Dimmu Borgir + Gravemorm etc che mi lascia molto indifferente. Loro ci mettono impegno, niente da dire, ma è un genere che mi annoia.
Per questioni inerenti a condizioni fisiche debilitate (la salita al festival ci aveva spossato…) ci siamo seduti su un prato poco distante dal palco per tutta l’esibizione dei Selbstentleibung. Non posso dare giudizi su come hanno tenuto il palco, ma il sound depressive black metal era potente. Il pubblico davanti al palco (voci di voci) era folto, ma suppongo per attendere la band successiva: i Gutalax.
I Gutalax, grinder della Repubblica Ceca, sono una specie di ignorantissima rivelazione. L’attitudine è quella cazzare, relax e molto fun-oriented e i 40 minuti a loro disposizione scorrono velocissimi. Il pubblico impazzisce e si prodiga in un continuo pogo e persino il primo e unico Wall Of Death di tutto il festival. Quello che mi piace di queste band grind è il divertimento che trasmettono e il pubblico lo recepisce e interpreta a modo suo. Cosa significa? Che si vedevano travestimenti (persino un ragazzo/una ragazza? vestito da merda), gente in abbigliamenti stravaganti, gente sul palco… ecco, attitudine cazzara. I pezzi? Un grind veloce, orecchiabile, con un pig squeal come voce… ma bisogna ammettere che era superfluo, tanto il cantante era uno showman divertente.
Dopo l’esibizione dei Gutalax, il pubblico si disperde (suppongo che molti fossero venuti solo per la loro esibizione, per poi tornare a disfarsi di birra nelle tende) e si ritorna all’affluenza classica delle 18.
Cambio di palco (veloce!) ed ecco che si ritorna all’attitudine più dark che contraddistingue questo festival. Il divertimento bizzarro dei Gutalax lascia spazio alle atmosfere dei greci Rotting Christ.
Questa è una delle band che VOLEVO vedere in questo Kaltenbach, perciò sono impaziente che lo show inizi. Sakis e compagnia stanno portando in giro il tour per promuovere Kata Ton Daimona Eaytoy, l’ultimo disco in studio. Nei giorni precedenti l’inizio del concerto è anche uscito il primo disco dal vivo della band (Lucifer Over Athens) e perciò questo era un doppio evento.
Il concerto è incentrato quasi tutto sui brani di Kata Ton Daimona Eaytoy (moltissimi gli estratti), ma non mancano anche i brani da Aealo, Sanctus DiavolosThe Mighty Contract… perciò non ci si può certo lamentare. La band è in forma e si vede che si diverte a suonare dal vivo. I suoni sono fantastici e la cosa aiuta moltissimo il sound della band, visto che un suono impastato avrebbe fatto perdere il mix con le basi pre-registrate.
Queste non diminuiscono l’assalto black metal della band, ma ne ampliano lo spettro e rendono ogni brano molto potente e avvolgente.
Sakis è un frontman esperto e incita la folla, mentre il resto della band macina riff, pattern o assoli.
Unica mancanza? Non hanno fatto King Of A Stellar WarNon Serviam. Ma non si può volere tutto, in fin dei conti avevano 50 minuti a disposizione e non potevano fare miracoli (e bisogna tenere conto che sono in tour da una vita fra concerti a supporto di KTDE e quello dedicato di dischi più vecchi).
Cambio di palco (devo dire veloce e preciso?) e setting dei suoni (ottimi anche stavolta) e di fianco alla batteria vengono posizionate due belle croci rovesce. Il Grande Capro ha scalpitato di gioia nel vederle.
God Dethroned arrivano sul palco e c’è subito una strana sensazione: la band sembra annoiata. Suonano bene, potenti ed il death metal battagliero ha un buon tiro, ma loro sembrano scazzati. Cosa che viene ribadita dai commenti fastidiosi del frontman. Niente di grave, sia chiaro… ma traspariva una certa dose di “togliamoci via il dente”. Peccato.
Dopo un set ben eseguito, freddo ma ben suonato, ecco che arrivano le due canzoni finali: una delle quali è Villa Vampiria dall’album Ravenous. Sarà la canzone, sarà la risposta del pubblico, ma la band sembra metterci molta più convinzione e la canzone ne esce una bomba… se avessero messo la stessa potenza e determinazione anche nel resto del set il giudizio sarebbe stato molto diverso.
Gli olandesi lasciano il palco, ma gli applausi ci sono. Perciò non si può certo dire che hanno deluso.
Il problema delle recensioni è non lasciarsi trascinare troppo dalla comparazione fra un set e l’altro o dalle proprie aspettative… ecco, il banco è saltato quando sono saliti gli Anaal Nathrakh.
Gli inglesi si presentano con il loro abbigliamento molto casual, non serve molto “trucco & parrucco” quando si hanno delle bombe sonore da far esplodere nelle orecchie dell’ascoltatore.
Il set è un concentrato di violenza assurda. Gli Anaal Nathrakh non si risparmiano un secondo, a parte le presentazioni dei pezzi da parte di V.I.T.R.I.O.L. che non disdegna un sarcasmo feroce e velenoso, e si sente. Il set è intenso e comprende brani come Between Shit And Piss We Are BornForging Towards The SunsetOf Fire And Fucking Pigs… e molti altri. Nell’ora a loro disposizione gli inglesi hanno dato una lezione su come suonare violenti, cattivi e brutali. Il grind-black metal esce fuori perfetto dalle casse, tanto che ogni aggressione sonora, ogni scream o growl è perfettamente comprensibile anche in mezzo al turbinio di suoni dati dalle due chitarre e dalla sezione ritmica.
Un commento unanime da parte dei vostri inviati di TMI? Ti trasmettono violenza e odio, ti annichiliscono senza riserve. Non servono grandi cose, questi hanno piazzato la bomba e l’hanno fatta esplodere.
E poi, diciamocelo, come fai a non amare una band che saluta così il pubblico? “Vi siamo piaciuti? Se sì sono contento. In caso contrario spero che non vi schiantate con la macchina quando rientrate verso casa… è il meglio che posso dirvi“.
Nonostante la mia personale passione per Marduk e Rotting Christ, gli Anaal Nathrakh sono i vincitori assoluti del festival.
Fra il set degli Anaal Nathrakh e quello degli headliner della giornata (i Dark Funeral) c’è tempo per la celebrazione dei 10 anni di attività del festival. Fuochi d’artificio, entusiasmo, applausi e la sensazione che questo sia un festival da tenere sott’occhio.
Dopo gli scoppi e la colonna sonora affidata ai Metal Warrior Manowar, ecco che si preparano a salire sul palco i blackster svedesi Dark Funeral.
L’attesa è alta, soprattutto perché è anche l’occasione di vederli dal vivo senza Emperor Magus Caligula. Alla voce c’è il ben meno imponente Heljarmadr e la differenza, anche come approccio, si sente. Il palco è addobbato e tutto è pronto per il rituale satanico promesso da Lord Ahriman e soci.
Pronti, Satana, Via.
La band inizia subito scaldando i motori con My Funeral e si incomincia subito a storcere il naso. I suoni, per la prima volta in assoluto nel festival, sono calibrati malissimo e si fatica a comprendere qualcosa del growl/scream del cantante… nonché molte parti strumentali. Quando Lord Ahriman parte con i solo, ecco che parte un casino sul casino. No bueno, amigos. No bueno.
Il set prosegue e il suono è sempre sporchissimo, confuso… a questo si aggiunge un particolare molto, ma molto, fastidioso: la band sbaglia spesso e volentieri. A partire dal leader della band a scendere, tutti si incartano, sbagliano o perdono il tempo. Non si sentono nelle spie? Sbagliano e basta? Non possiamo saperlo… ma le chiusure errate ed il batterista che, picchiando come un fabbro, va a farfalle è un brutto vedere per una band che ha 21 anni di storia sulle spalle.
Sono irritato dalla qualità scarsa della proposta e mi allontano per prendermi qualcosa da mangiare… i suoni, da distante, non migliorano (ci si spera sempre, si da la colpa al fatto che si sentono le casse del palco o altro) e ci rassegniamo a vedere una band storica eseguire un set molto deludente.
Ammetto che gli ultimi due/tre pezzi sembravano migliori degli altri, cosa che non aumenta molto il giudizio sulla loro esibizione, ma almeno li riscatta e mette il dubbio che fosse solo un problema di spie sul palco.
Bisogna dire una cosa: i Dark Funeral avevano vita difficile a superare una esibizione potente e feroce come quella degli inglesi. Succede, qualche volta, che gli opener siano più efficaci degli headliner.

La truppa di TMI, dopo aver immolato al Grande Capro un panino col polpettone e uno con la polpetta, si dirige verso l’Hotel sulle note della band del Late-Night Show: i Bäd Hammer.

Vorrei fare un piccolo sunto veloce di questo festival, così da dare un parere su altre cose rispetto alla sola musica:

LOCATION: Il festival è in un’ottima posizione, immersa in una foresta e perfetta per le atmosfere dei gruppi black metal. Essendo distante dal paese è possibile far fischiare le casse senza problemi di sorta. Ulteriore punto a favore è proprio la gente del paese (Spital Am Semmering): tutti molto gentili e comprensivi del fatto che, per tre giorni, ci sarà l’invasione delle armate del Demonio. Basta un reciproco rispetto e tutto funziona.

ORGANIZZAZIONE: Non ci sono appunti da fare. Code minime per prendere da mangiare e nessuna per rifornimenti di bevande. Cibi (fritti) sia per vegetariani che per carnivori, perciò tutti avevano qualcosa con cui nutrirsi. I bagni erano presenti in tutto il festival e gli spazi camping erano nelle immediate vicinanze del concerto. Non c’erano docce, ma l’organizzazione aveva segnalato dove potersi lavare, oltre a dare consigli vari ed eventuali su dove mangiare etc.

TECNICI & SECURITY & SERVIZIO PRONTO SOCCORSO: Un plauso ai tecnici del suono e chi ha lavorato dietro le quinte. Tutto era praticamente perfetto. I concerti iniziavano spaccati al secondo, pur senza avere un secondo palco a disposizione, e i suoni si sono rivelati ottimi per tutti i tre giorni (con qualche piccola nota sui Dark Funeral, ma è veramente una pecca minima).
La security era discreta e anche sotto il palco non ha mai causato problemi. Una lode particolare va anche al presidio medico: le due ragazze e il ragazzo della Croce Rossa hanno fatto turni estenuanti, ma erano sempre presenti.

METALLARI DEL KALTENBACH: Un bel mix di vecchia guardia e nuove leve del metal. Birra ne scorreva a volontà, così come altri alcolici… ma nessun problema rilevato. Metallari sfiniti, esausti, ma non c’era il classico violento o rompicazzo. Si sfasciavano e rimanevano accartocciati per terra, panchine o ovunque fossero. Una dignità metallara ce l’hanno anche loro. Altra menzione degna di nota: il pogo c’era, ma così anche il rispetto. Se uno/a cadeva, molti facevano cerchio intorno a lui/lei per proteggerlo dalla calca e lo aiutavano a rialzarsi e raccogliere eventuali effetti personali persi nello scontro. Questi, nonostante tutto, sono bei gesti.