Slayer - Arena Alpe Adria Lignano Sabbiadoro (UD) |
Scritto da Girli |
Lunedì 29 Agosto 2016 10:35 |
SLAYER + SHRINE + SADIST Arena Alpe Adria, Lignano Sabbiadoro (UD), 11/07/2016
Una località balneare molto apprezzata oltralpe, ovvero Lignano Sabbiadoro, è stata scelta per ospitare questo avvenimento. Nonostante il caldo umido quasi insopportabile di questi giorni, l’Arena Alpe Adria fa da teatro a questa imperdibile serata che ha attirato l’attenzione di un pubblico proveniente da ogni dove; molti gli austriaci ed i tedeschi in vacanza che hanno potuto godersi il loro gruppo preferito e headbangheggiare pesantemente alzando le corna verso il cielo. Gli Slayer sono approdati in Italia per portare il loro verbo malvagio e per promuovere il loro ultimo Repentless; primo lavoro senza il compianto Jeff Hanneman e primo lavoro in studio con la band per Gary Holt, pienamente a suo agio nel nuovo ruolo di axeman al fianco di Kerry King e più che accettato dai fan della band. Cominciamo per gradi; alle 20:00 aprono la serata i genovesi Sadist e capiamo subito che non si scherza affatto. Trevor e compagni non sono dei novellini e lo dimostrano perfettamente. Il loro Technical Death Metal non è di facile ascolto ma non lascia per nulla indifferenti. Tommy Talamanca si destreggia, come sempre, alla perfezione nel doppio ruolo di tastierista-chitarrista e Trevor sa sempre farsi volere bene dai presenti. Il tempo a disposizione è poco ma la band seleziona bene i pezzi della propria discografia dando spazio sia all’ultimo lavoro Hyaena che a pezzi ormai storici quali la monumentale ‘Tribe’ e la strepitosa ‘Sometimes They Come Back’ tratta dal seminale Above The Light. Alle 21:00 salgono on stage i californiani The Shrine. Puro Rock’n Roll grezzo e di impatto (si definiscono Psychedelic Violent Rock’N Roll …NdA) che probabilmente non è in tema con la serata ma che di sicuro sa come catturare l’attenzione dei presenti; riff pompati e corposi e adrenalina che scorre. L’afa è sempre più pesante, le magliette sono da strizzare ma i presenti sono pienamente catturati dalla band; esibizione senza fronzoli ed il frontman Josh Landau si lascia andare ad uno strepitoso crowdsurfing mentre continua a macinare riff. Semplicemente superlativi ma ora si attende il piatto forte della serata; come di consueto, l’oscurità scende e l’attesa si fa sempre più insopportabile. Sullo sfondo dello stage troneggia la copertina dell’ultima fatica discografica e l’atmosfera diventa sempre più malvagia; sulle note di ‘Delusions Of Saviour la band sale sullo stage, ‘Repentless’ arriva dritta come un pugno e travolge tutta l’arena. La band è in piena forma, Toma Araya dispensa sorrisi, dialoga con il pubblico, lo scatena nei momenti giusti e lo addomestica in altri; Gary Holt è ormai parte integrante della macchina Slayer e affianca sapientemente il buon Kerry King, dividendosi con lui gli storici riff ed assolo con cui la band ci ha cresciuti. La scaletta è più incentrata sul passato e sui classici della band ma concede anche spazio a qualche pezzo dell’ultima fatica discografica. Oltre alla title track vengono proposte ‘When The Stillness Comes’ e ‘You Against You, tutto il resto è invece puro tuffo nel passato. Le atmosfere maligne di ‘Dead Skin Mask’, l’alone malvagio di ‘Seasons In The Abyss’ e la monumentale ed oscura ‘South Of Heaven’, fanno venire la pelle d’oca. Sulle note di ‘Raining Blood’ il sottoscritto non sta nella pelle e, nonostante il caldo, si getta tra la folla e consuma gli ultimi liquidi a disposizione. Il pubblico canta ogni song, Araya lascia cantare i ritornelli e sorride compiaciuto, visibilmente soddisfatto della serata e della risposta dei fan. Tocca alla stupenda ‘Angel Of Death’ concludere lo show e, l’asciando che l’Angelo Della Morte voli libero, si arriva alla fine della serata. Una serata in cui non si poteva mancare e un modo per ricordare insieme il buon Jeff Hanneman, a cui Gary Holt ha dato il giusto tributo riproponendo fedelmente i suoi riff.
SETLIST 1) Delusions Of Saviour
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