Fu Manchu - Ravenna 2010 |
Scritto da Underdestroy |
Martedì 21 Dicembre 2010 13:57 |
FU MANCHU + Herba Mate
Serata per patiti del metal del deserto (stoner) quella di questa sera al Bronson di Ravenna, per l'occasione sbarcano in riviera i californiani Fu Manchu che hanno da poco compiuto il loro ventesimo anno di carriera consapevoli di essere tutt'ora una colonna di un genere che hanno portato alla "ribalta" quasi venti anni fà assieme ai loro colleghi Kyuss (band da cui sono nati i Queens Of The Stone Age).Il Bronson appare discretamente pieno e tra il pubblico è facile intuire da magliette e look trasandati che ci sono molti nostalgici degli anni novanta (e come biasimarli). Il viaggio tra riff magmatici e psichedelia comincia con gli italiani Herba Mate, un tempo cover band dei Fu Manchu stessi, ora alle prese con uno stile tutto loro fatto da pezzi sia strumentali che con voce a cavallo tra Karma To Burn, Kyuss e una voce che quà e là fa un pò Metallica. Il pubblico apprezza la performance della band italiana che viene coperta da applausi dopo ogni pezzo. Come capita sempre per le band in supporto il tempo è tiranno e così dopo mezz'oretta scarsa gli Herba Mate lasciano il palco compiaciuti dall'approvazione dimostrata dal pubblico di un Bronson che ormai sembra essere rimasto l'unico Rock Club romagnolo ad ospitare band veramente alternative in barba alle mode (vedi Helmet, Dredg, Zu e Karma To Burn).Arriva finalmente il momento dei Fu Manchu quando sul palco compare la bionda chioma del frontman Scot Hill con la sua immancabile maglia a righe orrizzontali (ma che sia la stessa da 20 anni? ). Il suono fuzzato dei Fu Manchu ha un'impatto devastante, ti investe come un muro e ti fa tremare le budella, oltretutto per fortuna della band una loro caratteristica quasi unica è quella di abbinare ad un sound decisamente heavy ritmi che ti mettono una dannata voglia di ballare e così ecco che sulle note di "Redline", "Mongoose", "Evil Eye", "King Of The Road" fino alla più recente "Bionic Astronautics" il bubblico si scatena in un ballo da saloon che coinvolge un pò tutti. Buona, anzi buonissima la prova del batterista Scott Reeder, musicista dalla precisione e tecnica disarmante che meriterebbe molte più attenzioni. Il concerto della band presegue senza intoppi mostrando una qualità esecutiva ormai rara nelle giovani band e per di più ti fanno respirare un'aria maledettamente anni 90 che nn può che far piacere. Quando il concerto è arrivato ormai ad un'ora il pubblico comincia a chiedere con insistenza "Godzilla", Scott ammica, guarda Reeder e lo invita a fare l'attacco di batteria di "Godzilla" che eseguita poi con la solita potenza fa cantare tutto il Bronson a squarciagola. Grandissima serata e grandissimo concerto, i Fu Manchu sono uno di quei gruppi che ti fanno riscoprire l'amore per il rock fatto alla vecchia maniera e che molti giovani farebbero meglio a rispolverare, auguro alla band altri 20 anni di rock e li ringrazio per averci fatto respirare le atmosfere del deserto californiano per una sera.
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Ultimo aggiornamento Martedì 21 Dicembre 2010 14:28 |