live in italy

27.11.2024
Menu Principale
Risorse
Murderletter
Nome:
Email:

 

online poker

SWFobject

Contenuto alternativo flash

È necessario aggiornare il tuo Flash Player

Get Adobe Flash player

FacebookMySpaceTwitterGoogle BookmarksLinkedinRSS Feed
Amorphis 2009
Scritto da Stefano   
Martedì 21 Dicembre 2010 14:07

AMORPHIS + BEFORE THE DAWN + AMORAL
(Magazzini Generali -MI- 04/11/09)

 

Non sono sicuro di sapere come recensire un concerto di questo tipo, gli Amorphis rappresentano uno dei miei gruppi preferiti in ambito metal e non è semplice rimanere oggettivi o, comunque, nascondere il notevole piacere di (ri-)vedere la band finnica calcare i palchi italiani. Due concerti aspettano il sestetto della terra dei laghi, uno a Roma e uno a Milano e TMI presenzia proprio quest'ultimo. Si possono spendere poche parole sia sulla locazione, sia sui gruppi d'apertura. I Magazzini Generali sono una discoteca e si sente appieno: il suono è completamente impastato, privilegiando il groove basso piuttosto che una definizione dell'insieme, questo minerà le prestazioni dei gruppi spalla e renderà variabile la prestazione degli Amorphis.

I gruppi di spalla sono i giovanissimi (ma d'esperienza) Amoral e i death-metaller Before The Dawn: dove i primi sono sostanzialmente non rintracciabili sul mio radar, i secondi cercano di entrarci a botte, ma falliscono per colpa di un mixing indecente che lascia udire unicamente la batteria e poco del resto. Il resto si gioca tutto su sonorità che spaziano dal già sentito al non completamente innovativo, perciò guadagnano la pagnotta e rimangono in serie B (anche se l'ultima canzone, partita come sofferta ballad e trasformatasi in rovente percussione melodicamente death, merita comunque un personale plauso). L'attesa è per gli Amorphis e anche il pubblico, prima sparuto e decisamente timido, incomincia a riempire il locale fino a quando si sente risuonare l'intro strumentale e si... Esa&Co. sono tornati.
La prestazione all'inizio è minata da un mixing che lascia decisamente a desiderare e Tomi Joutsen non se la sente di grattuggiare subito l'ugola e parte molto in sordina (anche perchè veniamo a sapere che è leggermente influenzato). La band si scalda e il suono migliora con il tempo e, da menzionare, con lo spostamento di TMI dalla seconda fila ad una posizione più centrale della sala. Finalmente le chitarre vibrano e quel intenso e caldo mix fra le tonanti sonorità metal e il piglio caldo e vagamente psichedelico alla David Gilmour di Esa Holopainen incomincia a riempire l'aria. Le ritmiche di Tomi Koivusaari (ex cantante/chitarrista della band, ora volontariamente concentrato solo sulla chitarra) sono essenziali, quanto il lavoro ottimo delle tastiere di Santeri (strumento che, nelle composizioni dei Nostri, sta acquistando uno spessore sempre maggiore). Il basso di Niclas e la batteria di Jan svolgono il loro lavoro al meglio, sostenendo e facendosi trovare puntuali. Dopo un pò di canzoni anche Tomi Joutsen scalda la voce (nonchè diventa molto più partecipe e coinvolge sempre più spesso il pubblico presente) e i growl risuonano potenti e le clean vocals, che hanno suscitato molti plausi su disco, fluiscono molto più sciolte.

La setlist vede mettere in gioco tutte le anime della band: dalle ultime esaltanti prove (Skyforger, Silent Waters e Eclipse), al passato più glorioso (Tuonela e persino una Alone da Am Universum, per chi pensa che quello sia un album "strano", eccovi a voi la magnifica risposta), dagli esordi in terra folk-death (Tales from The Thousand Lakes - The Castaway e Black Winter Day non possono mancare- ed Elegy - di cui possiamo ammirare un medley sopraffino e la gloriosa My Kantele) fino a toccare la preistoria del gruppo con la ripresa di The Karelian Isthmus negli encore finali. Il concerto si chiude proprio con il duo The Lost Name of God e la sopracitata My Kantele. La band crede fermamente nelle potenzialità delle ultime prove, che fanno la parte del leone nella setlist, ma è sul passato che si fonda tutto e perciò anche i vecchi fan vengono accontentati e accarezzati. Molta parte del pubblico, a quanto sembra, conosce gli Amorphis per quanto hanno compiuto dal 2000 (il discusso e non in scaletta Far From The Sun del 2003, se non direttamente da Eclipse) che per gli esordi, ma l'acclamazione generale è sincera e questo è un bene. Per chi è entrato in contatto con il gruppo con le levigatezze metal dell'ultimo periodo, spesso è uno shock sentirsi brani grezzi e schiettamente doom-death come quelli di The Karelian... e del già maggiormente addomesticato Tales... Ma gli Amorphis piacciono perchè in continua evoluzione e la setlist lo dimostra appieno.
Lo show è diretto e con pochissimi fronzoli e piuttosto che indugiare in atteggiamenti da rockstar, il gruppo lascia parlare le canzoni e queste rispondono con voce potente e stentorea, ammaliando. Dopo un'ora e mezza circa il gruppo si congeda e lascia spazio alla discoteca... ma il concerto è stato come un'oasi nel deserto: una sorsata di ottima musica, ottimamente suonata. E così sia.

 

SETLIST:

Silver Bride
Sampo
Towards and Against
The Castaway
The Smoke
Majestic Beast
Alone
Silent Waters
Against Widows / Cares / On Rich And Poor / Against Widows / Better Unborn
From the Heaven of My Heart
Sky Is Mine
Black Winter Day


Encore:

Sign From The North Side
House of Sleep
My Kantele