HELMET + TOTIMOSHI

( 30/01/2009 - Bronson Rock Club di Ravenna)

Come se in romagna non fossimo ben forniti in fatto di rock club ora si aggiunge anche una ex discoteca: il Bronson, che già da qualche mese a questa parte ha cominciato a dedicare il venerdì sera a molti concerti di musica alternativa con ospiti internazionali tra i quali questa sera spicca la presenza degli storici Helmet di Page Hamilton band che assieme ai Faith No More è stata forse la principale fonte d’ispirazione dei principali gruppi nu-metal/crossover degli anni novanta.

Ad aprire la serata verso le 22:30 ci pensano i californiani Totimoshi con il loro grunge un po’ noise che spesso si barcamena tra Melvins e Dinosaur Jr con qualche elemento messicaneggiante che rende il tutto molto interessante. Il Bronson ormai strapieno apprezza la performance del trio che canzone dopo canzone si becca una dose di applausi sempre crescente grazie alla buona esecuzione di “The Dance Of Snake”, “Little Bee”, “Viva Zapata” e “Sound The Horn”. La band un po’ in spagnolo ed un po’ in inglese ringrazia il pubblico per il calore dimostrato e dopo circa una quarantina di minuti si congeda lasciando il palco ai fonici degli Helmet. Vorrei sottolineare l’ottima prova del batterista Chris Fugit che si è distinto per potenza e precisione.

Il Bronson è ormai una bolgia (e chi se lo aspettava?), l’urlo “Helmet Helmet” si fa insistente e così ecco che alle 23:30 circa arrivano Page Hamilton e tutta la sua nuova line up. Poco spazio ai saluti, si attacca subito con la scaletta della serata, la band è in forma ben affiatata nonostante gli stravolgimenti di questi ultimi anni, ovviamente i brani che fanno esplodere il Bronson sono quelli tratti dagli indimenticabili “Strap it on”, “Meantime” e “Betty” come “Repetition”, “FBLA”, “Bad Mood”, “Iron Head”, “Give It”, “Unsung” e “Just Another Victim”. La serata fila via che è un piacere senza sosta e riff dopo riff ci si accorge che bands come Korn o Deftones dovrebbero fare un monumento al grande Page che nonostante i 40 anni abbondantemente passati dimostra si volersi divertire sul palco ancora come quasi 20 anni fa. Dopo circa 40 minuti ininterrotti di potenza allo stato puro la band rifiata e Page ne approfitta per ringraziare gli Extrema con i quali hanno suonato la sera precedente a milano e abbozzare su richiesta alcuni brani di Led Zeppelin e AC/DC con la sua chitarra (ahahahah davvero mitico). Il concerto riprende con lo stesso ritmo con cui era cominciato ,dalle prime file acclamano Hamilton e quasi se lo trascinano giù dal palco se non ci fosse il continuo intervento degli omoni della sicurezza, ma va bene così ormai si è tutti in festa la stessa band sembra essersene accorta e dimostra di gradire tantissimo l’affetto forse inaspettato di così tanto pubblico. La seratona degli Helmet giunge al termine con i cavalli di battaglia “In The Meantime” e “Milquetoast” (quest’ultima qui al Bronson è una hit delle numerose feste anni 90) che vengono praticamente ballate da tutti quanti. Durante i saluti l’applauso tributato alla band è stato lunghissimo forse tutti sono consapevoli di aver appena visto ed ascoltato un pezzo di storia del rock anni 90. Grazie ragazzi!!Per la musica che avete fatto e per lo stile che avete lanciato sul quale ancora oggi molte band campano.

• Repetition
• FBLA
• Bad Mood
• Iron Head
• Give It
• Unsung
• Better
• Just Another Victim
• Wilma’s Rainbows
• Intro di Led Zeppelin e AC/DC
• I Know
• Disagreeable
• Driving Nowhere
• Exactly What You Wanted
• Smart
• Swallowing Everything
• See You Dead
• Goodbye
• Milquetoast
• In The Meantime

(l’ordine delle canzoni non è stato esattamente questo)

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