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Wacken Open Air 2011
Scritto da Girli, Luca & Neni   
Lunedì 27 Febbraio 2012 15:32

WACKEN OPEN AIR 2011

 

 

Wacken. Piccola cittadina nell'estremo Nord della Germania di cui ormai ogni metallaro ha sentito parlare. Ogni anno vi narro la bellezza del luogo, l'ospitalità dei suoi abitanti, la perfezione dell'organizzazione del festival e il suo pacifico seppur selvaggio svolgimento e last but not least la catarsi che ne deriva per coloro che vi si recano in pellegrinaggio ogni primo weekend di agosto (o quasi).
Quest'anno vorrei che questa prefazione fosse un pochino diversa, fermo restando però che tutte queste affermazioni sono, e con ogni probabilità saranno per sempre, vere.
Vorrei questa volta parlarvi male, non del festival in sé che come dicevo è sempre perfetto, ma di una certa categoria di persone che lo frequentano e che purtroppo, a causa del fatto che, ahinoi, il WOA è sempre più popolare ed il metal è ancora troppo "di moda", sono riuscite a guastare l'idilliaca perfezione dell'amato paesino. Parlerò del comportamento di alcuni Italiani perché la cosa mi riguarda da vicino e della moltitudine di giornalisti-fancazzisti che pullula nella vip area.
Premetto che noi siamo degli italiani probabilmente atipici. Non ci mescoliamo con gli italiani all'estero perché amiamo girare l'Europa per conoscere altre culture e non per fare amicizia per chi viene dal nostro stesso paese, ma non ci mescoliamo con UN CERTO TIPO di italiani ai festival perchè forse siamo anche dei metallari italiani atipici. Questo certo tipo di metallari italiani non è solo quello che non sa parlare l'inglese , cosa di per sé già assai discriminante all'estero, ma è anche quel tipo di popolazione metallica che non fa altro che lamentarsi di ogni cosa e criticare tutto e tutti..all'italiana. Bene. Preferivo il tempo in cui di connazionali se ne trovavano meno e quelli che avevano il coraggio di spingersi così lontano da casa erano più simili a noi: estasiati dall'atmosfera di pacifica convivenza tra estremo e ordinario, tra strano e normale, tra pace e distruzione, interessati alla musica estrema e compiaciuti dalla disinvoltura con la quale ragazze mezze nude fasciate di lattice andavano in giro senza che nessuno le importunasse e sorpresi dal poter correre con le palle al vento senza essere nemmeno notati. Ho avuto lil sospetto che non sia più così. Non fraintendiamo, non è che sia diventato un luogo di chiesa...ma ho avuto la spiacevole sensazione per la prima volta che qualcosa si sia incrinato e che il pregiudizio sia serpeggiato tra le folle. Questo non mi piace. Questo rafforza in me la convinzione che sia meglio che si allontanino da questo mondo e da questo genere i riflettori e si ritorni nella penombra, che è il posto da cui veniamo.
L'altra cosa riguarda i cazzari.. l'area vip una volta era il posto più bello del mondo per un metallaro appassionato. Sapete pensare ad un posto più bello di quello in cui allo stesso tempo puoi incontrare i tuoi idoli musicali farci qualche chiacchiera disinteressata o intervistarli, ascoltare buona musica con una (poi due, tre, quattro....n) birra in mano ed intanto guardare la strana fauna metallica proveniente da tutto il mondo?? Diciamo che anche qui l'idillio s'è rotto, o meglio, s'è incrinato.... la colpa a mio avviso è di quei "giornalisti" che invece di comportarsi con "educazione" ha importunato per anni gli artisti presenti nell'area che, ovviamente infastiditi dalla cosa, hanno deciso di non farsi più vedere. E questo, ancora una volta,  rafforza in me la convinzione che sia meglio che si allontanino da questo mondo e da questo genere i riflettori e si ritorni nella penombra, che è il posto da cui veniamo.

Bene io dico a questi italiani, questi stranieri, questi giornalisti che possono tranquillamente andare a farsi fottere e ricominciare ad ascoltare Lady Gaga, perchè il metal non fa per loro...
Superati questi piccoli traumi ho deciso di godermi il Wacken Open Air al 1000% come sempre perchè davvero, come lo organizzano loro non lo fa nessuno, e di ignorare gli Italiani che fanno figure di merda credendo di essere solo loro e che nessuno li capisca, e i "giornalai" che si scandalizzano per come sei vestita ma che di certo non si fanno remore nella caccia all'autografo.
Un ultima cosa che mi preme..purtroppo già da due edizioni non si vede più un aficionado della vip area: il vecchio col turbante.. speriamo vivamente che stia bene ma nel caso fosse passato a miglior vita ci piace  immaginarlo al fianco di Ronnie James Dio con le corna alzate!

 

Wacken Open Air 04/08/2011

Kvelertak

Ed ecco che comincia anche quest'anno la sessione di concerti a cui non voglio assolutamente mancare!
Il mattino ha l'oro in bocca si dice no?beh in realtà a Wacken di mattina se ne vede poca, soprattutto visto che il giovedì per noi è il giorno di arrivo (anche se in realtà dall'anno scorso qualche concerto della metal battle comincia già il mercoledì) ...quindi "mattino" significa le 4 di pomeriggio.
Ho parecchio sentito parlare dei giovani Kvelertak...che hanno vinto il grammy in Norvegia, che sono tanto piaciuti a Dave Grohol, che sono un gruppo particolare e dalle moleplici infuenze musicali.
Arriviamo al Bullhead City e ci troviamo di fronte ad un muro di gente..diciamo che per essere un gruppo emergente (in Italia non li conosce quasi nessuno ma in Europa vanno fortissimo) non ci aspettavamo una così massiccia affluenza al loro show..quindi un po' triste e sconsolata per non poter vedere pressochè nulla, me ne sto nelle retrovie a tentare di carpire quel poco che si può..ne deduco uno show intenso e furioso. Il sestetto nordico non si risparmia e ci fornisce uno spettacolo (interamente registrato dalla troupe del festival) ai massimi livelli di professionalità...e il foltissimo pubblico apprezza. Mi erano sembrati interessanti su disco e davvero hanno confermato il mio sospetto in sede live. Decisamente da tenere d'occhio!

 

Helloween

Entriamo quindi nell’atmosfera di questa prima serata al W:O:A 2011. Ci dirigiamo al True Metal Stage ed alle diciannove esatte entrano in scena le Metal Zucche di Amburgo, gli Helloween. Andi Deris e soci vengono accolti dal calore del pubblico e lo show inizia con una potente ‘Are You Metal?’ ma dopo pochi istanti giungono i problemi tecnici; l’audio si spegne! Il pubblico comincia ad innervosirsi ma i cinque professionalmente ripartono nuovamente. Pochi attimi e l’audio se ne va nuovamente! Dispensando sorrisi al pubblico irritato,  il gruppo esce di scena e si percepisce un po’ di nervosismo (qui sotto già ci immaginiamo Michael Weikath che impreca contro gli addetti). Pochi attimi di attesa ed i cinque musicisti riappaiono sul palco accompagnati dalle note di ‘Eagle Fly Free’ seguita a ruota dal classico ‘March Of Time’. Nonostante il problema iniziale l’atmosfera sullo stage è rilassata; Andi Deris dialoga con il pubblico, Michael Weikath scherza con Markus Grosskopf e finalmente l’audio sembra non dare più problemi. Prossimo brano in scaletta ‘Where The Sinners Go’ ed anche il pubblico ha ormai dimenticato i problemi di inizio show. Dani ci allieta con un fantasioso drum solo e si riparte con la stupenda ‘I’m Alive’ seguita a ruota da un medley che racchiude ‘Keeper Of The Seventh Keys, ‘The King Of A 1000 Years’ e la meravigliosa ‘Halloween’, pezzo che scatena ancora di più gli animi dei fan storici. Si avvicina la fine dello show e quindi vengono regalati altri due classici ‘Future World’ e ‘Dr. Stein’. Il tempo a disposizione è breve e quindi in un’ora e un quarto di show il gruppo ha dovuto giocare le sue carte. Classica uscita di scena con rapido rientro e ci viene regalata la conclusiva‘I Want Out’ cantata ad alta voce dal pubblico. Concludendo, sulle zucche si può dire che anche avendo poco tempo a disposizone sanno come tenere alto l’entusiasmo e l’energia del pubblico. Sicuramente si meritano di stare sullo stage per numerose primavere ancora.

 

Ozzy Osbourne

Ed ecco che la prima giornata del WOA si accinge a terminare..e allora chi meglio del signore delle tenebre per svolgere l'arduo compito di madarci a nanna???
Lo avevo visto al Gods Of Metal di qualche anno fa, e con una solenne lacrima nel cuore avevo dovuto constatare che davvero non stava troppo bene..voce tremula, difficoltà a muoversi e stecche invereconde avevano accompagnato uno show che davvero mi aveva commosso..beh decisamente l'unica cosa che lo spettacolo di Wacken ha avuto in cmune con quello italiano di qualche anno prima è la commozione generale. Ho davvero avuto il groppo in gola per tutta l'ora e mezza di concerto, ma non perchè il buon vecchio Ozzy fosse in condizioni pietose, tutt'altro! ...cioè..ovviamente il vecchietto è provato da anni di eccessi ecc ecc, però davvero ce la mette tutta. Ha saltato come un pazzo e non ha smesso di cantare un secondo e l'impressione che dava era di una persona felice di ciò che la vita alla fine gli ha regalato. La selezione di pezzi dal suo repertorio è stata impeccabile, impeccabile anche la sua band, ma soprattutto la voglia di essere sul palco del signor Osbourne è stata il motore dello show fino alla fine...Davvero commovente!

Ozzy Osbourne

Presi dall'euforia dei chioschi ci attardiamo un po' troppo e perdiamo le prime battute dello spettacolo del vecchio Madman, ma indifferenti e con scazzo di rito ci avviciniamo al True Stage armati di cocktails e pazienza. Sì perchè la folla è quella delle grandi occasioni e tra alti e bassi (a tratti davvero imbarazzanti)lo zio Ozzy accontenta tutti presentando pezzi del suo repertorio solista e di quello mitico settantiano alla corte dei Black Sabbath. Inutile dire che sentire dal vivo War Pigs o Iron Man sono cose che scaldano il cuore anche se non eseguite alla perfezione.
Immancabili idrante e secchi con cui far divertire le prime file, anche se gli addetti ai lavori, security in primis, non se la sono spassata tanto. Ma ammettiamolo cazzo, che spasso non è vedere la gente che scivola via dalle braccia dei nerboruti vigilanti come anguille per poi rovinare di culo o peggio, di faccia dietro le transenne? Impagabile!
Come impagabile è l'onestà di quest' uomo verso i suoi fan. Pur faticando vistosamente anche nei movimenti più semplici non delude e si sposta da una parte all'altra del palco mostrando  sempre un sorriso paterno verso chi gli sta di fronte. Un plauso va fatto anche alla band nei lunghi assoli che coprivano le pause forzate del singer e mantenevano caldo il pubblico, indubbiamente carismatici pure loro e azzeccati come sempre.
C'è tempo pure per un encore chiamato a gran forza dal pubblico e vuoi farglielo mancare? Si va quindi a pescare due capisaldi che ancora mancavano, Mama, I'm Coming Home e ovviamente l'immortale Paranoid. Goodnight Mr Osbourne.

 

Wacken Open Air 05/08/2011

Skalmold

Comincia il venerdì all'insegna del folk/viking metal islandese!Davvero divertente questo gruppetto di baldi giovani provenienti dall'estremo Nord, almeno alcuni pezzi del loro repertorio lo sono davvero, ma soprattutto divertente è l'atmosfera e il coinvolgimento che creano nel piccolo W.E.T. stage. Pubblico per la verità tutto tedesco (me a parte che comunque io mi confonda bene nel gruppo  ehehe) dato che il genere pare sia uno dei loro preferiti.. Gli Skalmold (parola che in lingua islandese significa periodo di guerra) in realtà di guerresco non hanno molto parlando di aspetto e di presenza scenica, anzi sembrano più un gruppo di mattacchioni bavaresi sempre pronti a fare festa, ma comunque rendono molto bene e sanno tenere il palco come professionisti navigati. I tre quarti d'ora del loro concerto scorrono veloci mentre i ragazzi ci ripropongo quasi tutti i pezzi del loro "Baldur", i metalheads apprezzano e non smettono un secondo di sbattere la testa!

 

Morbid Angel

Anche se l’orario non è proprio azzeccato per una band di questo tipo, alle 14:30 ci dirigiamo al Black Stage con il cibo ancora sullo stomaco ed un desiderio di pennichella, per dare supporto al Death Metal made in Florida, ovvero i Morbid Angel. Il logo del gruppo è già pronto sullo sfondo dello stage, parte l’intro ed il primo ad apparire in scena è Mr. Trey Azagthoth. Seguono a ruota David Vincent acclamato dal pubblico a gran voce, Thor Anders Myhren (meglio conosciuto come Destructhor negli Zyklon) e il nuovo Tim Yeung, cui spetta il duro compito di sostituire e suonare le parti dell’impeccabile Pete Sandoval, costretto ad una lunga pausa a causa di un intervento alla schiena. Si parte con ‘Immortal Rites’ ed il gruppo si mostra subito in piena forma; David Vincent invita il pubblico a cantare con lui e l’energia esplode già dal primo momento. Segue a ruota la malefica ‘Fall From Grace’, seconda track dello stupendo Blessed Are The Sick e che narra in prima persona le sensazioni di Lucifero durante la sua caduta e la decisione di diventare Satana. Li avevamo già visti sullo stesso stage nell’edizione 2006 ma bisogna dire che in questa edizione ce li siamo goduti molto di più. David Vincent è in piena forma e tra un pezzo e l’altro dialoga e scherza con il pubblico ed il giovane Tim è molto preciso e ricopre grandiosamente il ruolo di Pete. Lo show è infuocato e vengono riproposti pezzi quali ‘Rapture’, ‘Existo Vulgoré’ e ‘Nevermore’. Si scatena il body surfing e perfino una bambola gonfiabile partecipa a tale evento, grazie al pubblico che se la passa sopra le teste. Un simpatico episodio riguarda il pezzo ‘I’Am Morbid’; durante l’esecuzione della song, un aereo passa sopra l’area concerti trasportando uno striscione con il titolo della canzone stessa ed il pubblico va in delirio e alza le corna verso l’aereo. Anche per l’Angelo Morboso purtroppo il tempo a disposizione è solamente un’ora e quindi si deve correre. Viene quindi regalata ai presenti ‘Angel Of Disease seguita a ruota dalle due potenti ‘Where The Slime Lives’ e ‘God Of Emptiness’, rispettivamente da Domination e Covenant. I Morbid Angel ci salutano ma sicuramente torneremo a vederli molto presto per un loro show da headliner.

 

Rhapsody Of Fire

Dopo qualche birra, verso le 17:00 decidiamo di dirigerci verso il Party Stage per dare purtroppo solo un breve supporto ai triestini Rhapsody Of Fire (che di triestino ormai hanno solo Luca Turilli ed Alex Staropoli). In Germania la band ha molto seguito ed infatti i presenti accorsi ad ascoltarli sono numerosi. Annunciati dalla calda voce narrante di Cristopher Lee, Luca Turilli e compagni entrano in scena. Pezzi come ‘The Village Of Dwarves’ e ‘On The way To Ainor sono molto evocativi ma è durante l’esecuzione di ‘Dawn Of Victory’ che la folla raggiunge l’apice di energia, cantando a squarciagola assieme a Fabio Lione l’evocativo ritornello. Bisogna comunque dire che ascoltando la stupenda ‘Lamento Eroico’ non si può restare indifferenti (in più è divertente cantare in italiano insieme ad un gruppo connazionale in mezzo ad una miriade di stranieri). Purtroppo gli impegni ci hanno portato via dal Party Stage ed i pezzi ascoltati pochi ma il pubblico ha supportato degnamente i nostri Rhapsody Of Fire.

 

As I Lay Dying - Trivium


Per loro non mi sento di sprecare più di un paio di parole. Mi erano piaciuti molto i loro album di esordio, poi però li ho abbandonati quando ho cominciato a pensare che fossero un po' scontati. Forse in realtà la colpa  non fu nemmeno del tutto loro, nel senso che si trattava (e si tratta ancora) di ottimi musicisti, ma diciamo che il genere era diventato un po' noioso. Devo dire che non ho apprezzato molto nemmeno questi show.. a stento ho riconosciuto pezzi che mi avevano emozionato in versione disco, e, seppur capisco che forse l'open air non è per tutte le band la sede live ideale, davvero penso che forse il motivo sia anche un altro..album certo validi ma con produzioni mostruose tanto che spesso sono proprio queste il motore dei dischi..e..beh quando ci troviamo dal vivo casca il palco.

 

Judas Priest

Alle 20:45 la folla è tutta in raccoglimento e pronta per i Metal Gods Judas Priest. Sinceramente eravamo un po’ preoccupati per questo show poiché la notizia del pluri annunciato tour d’addio (smentita già a Luglio dagli stessi Judas e dall’annuncio di un nuovo album nel 2012) era stata seguita dall’abbandono dello storico axe man KK Downing. Fortunatamente ai nostri occhi la situazione è molto positiva. Si apre lo show con la atmosferica intro ‘Battle Hymn’ ed i Judas regalano ai presenti una potente ‘Rapid Fire’ che ci mostra un Rob Halford in piena forma. Segue a ruota ‘Metal Gods’ ed i presenti accompagnano Mr. Halford nei cori. L’attenzione del pubblico è catturata anche dal nuovo chitarrista Richie Faulkner, che nonostante in qualche punto copi lo stile di KK , dimostra una buona padronanza dello strumento e riesce a gestirsi perfettamente nell’ arduo compito di ricoprire il vuoto lasciato da Mr. Downing. Viste le due ore e un quarto a disposizione, la setlist ripercorre tutta la carriera della band senza eccezioni. Si passa quindi attraverso classici quali ‘Heading Out To The Highway, ‘Judas Rising e ‘Victim Of Changes’  ed anche altri quali ‘Night Crawler’, ‘Turbo Lover’ e ‘The Sentinel. Nonostante i sessanta siano molto vicini, Rob si dimostra molto preciso e potente ed ha una ottima padronanza vocale sia in pulito che in screaming. Il pubblico reagisce positivamente in quanto stiamo assistendo ad uno show molto coinvolgente; Rob Halford annuncia la storica ‘Breaking The Law’, appoggia il microfono e lascia cantare il pubblico, ascoltando compiaciuto e congratulandosi alla fine del pezzo. Scatta il momento drum solo e Scott Travis, dopo qualche passaggio, si collega direttamente all’inizio di batteria della devastante ‘Painkiller’, che conclude la prima parte dello show. Si riparte quindi con ‘The Hellion’ seguita da  ‘Electric Eye’ per concludere con ‘Hell Bent For Leather’, ‘You’ve Got Another Thing Comin’’ anche se in realtà è  ‘Leaving After Midnight a concludere definitivamente il sublime show. Uno show che dimostra la potenza e l’inimitabilità di Halford e soci.

 

Airbounre

E' l'una meno un quarto quando le assi del True Metal Stage vengono calcate dagli Airbourne, formazione australiana che nel giro di una manciata di anni ha saputo farsi apprezzare ovunque e poco importa se a tratti suonino davvero un po' troppo come i compatrioti AC/DC. Quello che conta è che questi giovinastri hanno imparato bene le lezioni impartite dai “nonni” e per l'ora a loro concessa mandano in delirio la folla con un rock di grande impatto sonoro e visivo. L'apice (è proprio il caso di dirlo), da questo punto di vista, viene raggiunto dopo una ventina di minuti dall'inizio dello show, durante l'esecuzione di Blackjack, quando il tarantolato singer Joel O'Keeffe indica ghignante il palco luci e viene investito dal boato del suo pubblico che sa bene cosa sta per succedere. Messasi la  chitarra a tracolla comincia il suo abituale numero di free climbing che lo porta a destreggiarsi in un assolo seduto ad una ventina di metri di altezza. Il resto dello show prosegue ad alti livelli ed è davvero difficile annoiarsi quando si hanno davanti artisi così che per primi si divertono e trasmettono questa energia e chi è lì davanti a loro.

 

Wacken Open Air 06/08/2011

Mayhem

Ore 17:00, il cielo è plumbeo e sappiamo tutti che prima o poi ci ritroveremo sotto la caratteristica pioggia teutonica, partner fastidiosa di ogni open air che si rispetti, ma a noi poco importa. Anzi, l'atmosfera è quella giusta per accogliere i sempreverdi (ooops... sempreneri?) Mayhem. Pochi fronzoli satanisti o pseudo tali, solo una croce rovesciata perennemente serrata nel pugno di Attila  che fin da subito mette in chiaro le intenzioni del gruppo infilando a ritmo serrato Pagan Fears, Ancient Skin e My Death. Il basso di un Necrobutcher in grande forma fisica crea un discreto muro sonoro, le chitarre graffiano, tagliano e incidono le carni, ma qualcosa non convince appieno. Nonostante la set list continui con Cursed in Eternity e A Time To Die si avverte la mancanza di una violenza di fondo che ha da sempre caratterizzato la band. Il gruppo c'è, intendiamoci, sono nati per spaccare i culi e lo sanno ancora fare, ma vuoi l'età, vuoi l'orario penalizzante, vuoi tu-va-a-sapere-cosa, c'è quel senso di vuoto che non sai spiegarti, che non ti fa godere appieno questo live. Si continua comunque lineari con pezzi del loro repertorio storico (Deathcrush è stato abbondantemente saccheggiato per l'occasione) per poi giungere quasi a fine show alla tanto attesa (da me almeno) De Mysteriis Dom Sathanas che preghi (... ok, si fa per dire) dia la scossa attesa da più di mezz'ora. Ci riesce solo in parte, forte del suo “carisma” e della presa che ha sul pubblico e meglio non va con la conclusiva Pure Fucking Armageddon.
A conti fatti uno spettacolo senza infamia e senza lode, un po' sotto le aspettative di molti dei presenti, ma comunque che conferma lo stato di salute più che buono di una band che a scapito di anni di carriera e di un genere ormai saturo di cliché, ha ancora qualcosa di interessante da dire.

 

Avantasia & Guest

...Come dire..un sogno che si avvera ragazzi..come perchè??perchè tra i guest c'era la mitologia classica del metal, tra i guest c'è finalmente colui che è rimasto nei cuori, nelle menti e nelle orecchie di ogni metallaro che si rispetti a causa della sua prematura dipartita dai nostri stereo..signori e signore Michael Kiske!!
Ebbene devo ammettere che sono andata davanti al true metal stage con largo anticipo fregandomene largamente del fatto che avrebbe suonato di nuovo il carrozzone mediatico di Avantasia, anche perchè, beh parliamoci chiaro i primi due dischi "Metal Opera I" e II hanno senz'ombra di dubbio sfiorato il capolavoro..si trattava davvero di una metal opera in senso stretto, si trattava di quei tipi di album che uniscono anche chi segue "correnti di pensiero" metalliche differenti. Dopo di questi però davvero il buon vecchio Tobias Sammet avrebbe dovuto mandare in pensione elfi e mitologiche battaglie e dedicare se stesso solo ad EdGuy, perchè ormai aveva perso il filo del discorso e come la vostra cara vecchia professoressa di italiano delle superiori vi ha insegnato quando si fa fuori tema il voto in genere va dal 4 al 5.. quindi, la mia (ma nn credo solo la mia) attenzione era ansiosamente rivolta alla performance del caro Kiske. Ebbene per fortuna non ci hanno fatto aspettare troppo prima di chiamare in scena in vecchio druido Lugaid Vandroiy... e lì scene di godimento assoluto. Nonostante la sua assenza dai palchi della scena metal internazionale il nostro ex-helloween ha continuato ad allenare l'ugola con altri progetti (più o meno interessanti) e si è sentito. Per niente arrugginito, ha fatto impallidire il meschino Tobias Sammet che lo aveva invitato per dare una certa risonanza allo show ma che per non essere surclassato dalle indiscusse doti vocali di Michael aveva deciso di tenere il microfono di quest'ultimo ad un volume notevolmente inferiore al suo..poverino, non solo era palese che la cosa fosse intenzionale, ma in ogni caso è stata del tutto inutile. Kiske ha vinto su tutti. Lo spettacolo è stato tutto suo, anche perché l'audience in fin dei conti era li per lui.

 

Kreator

E l’ultima serata non potevamo perderci i devastanti Kreator. Un’ora a disposizione ma Mille Petrozza e compagni ce la sparano addosso con pure dosi di violenza. Si parte con ‘Choir Of The Damned’ ma è ‘Hordes Of Chaos’ a scatenare l’inferno sotto il palco. Mille Petrozza incita il pogo, Ventor pesta sulle pelli con precisione e l’headbanging regna sovrano. Pezzi come ‘Endless Pain’, Destroy What Destroys You e la devastante ‘Enemy Of God’ sono sferzate di violenza inaudita. Le storiche ‘Violent Revolution’ e ‘Betrayer’ ci mostrano una band carica di energia e di rabbia, che ha sicuramente ancora molto da dire e devastanti show al fulmicotone da regalare ai suoi fans. Mille Petrozza non smetterebbe mai ma purtroppo il tempo a disposizione è poco. Il buon Mille afferra una bandiera e la sventola, la scritta “KREATOR, FLAG OF HATE” ruota sopra la sua testa ed il pubblico urla a gran voce il titolo della canzone. Parte quindi la devastante ‘Flag Of Hate’ e conclude lo show ‘Tormentor’. Poche parole per descrivere uno show dei Kreator; violenza, precisione, tecnica e voglia di spaccare il culo a tutti. Sicuramente da vedere come headliner.

 

Apocalyptica

Anche loro sono una di quelle band che non mancano il loro appuntamento bi-triennale a Wacken, e di certo sono una di quelle band che per talento e particolarità vanno viste almeno una volta nella vita. Detto questo io se ne ho l'occasione uno sguardo al loro show lo do volentieri, consapevole però di non riuscire a soffermarmi più di qualche canzone. Talentuosi e di certo coraggiosi ad intraprendere una strada così insolita per dei violoncellisti si esibiscono in cover (il repertorio Metallica è immancabile) e in pezzi loro con maestria e creando un discreto coinvolgimento nel pubblico. Meritano ma poi viene voglia di una birra. Così tanta che non puoi aspettare che il ragazzo con il fusto sulle spalle arrivi fino a te..e quindi te ne devi andare.

 

 

JÄGERMAISTER AND RELENTLESS MOMENT

Avete mai pensato di bere un Jägermaister sospesi a circa 55 metri d’altezza? Dal 2009 al Wacken Open Air si tiene una simpatica iniziativa sponsorizzata dalla Jägermaister che vi può fare provare tale brivido. Subito al di fuori dell’area concerti troverete uno stand nel quale è locata  una altissima gru che ha il compito di sollevare un enorme bancone da bar circondato da sedie girevoli. Rivolgendovi alle signorine dello stand, vi verrà spiegato che semplicemente mandando un sms ad un numero cellulare che vi verrà dato da loro, verrete estratti per partecipare a tale evento ed avere la possibilità di gustarvi un bicchierino di  Jägermaister ed un bicchiere di Relentless Energy Drink a 55 metri d’altezza, saldamente ancorati alle sedie girevoli; in più potrete portare due persone con voi (solitamente vincono un sms sì e due no ma se siete della stampa potete tranquillamente accedere senza problemi lasciando i vostri dati). Potrete così rendervi conto della grandezza di questo fantastico festival e fare delle stupende foto panoramiche in compagnia di uno staff simpatico ed accogliente.

 

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Ultimo aggiornamento Mercoledì 14 Marzo 2012 09:45