Wacken Open Air 2011 |
Scritto da Girli, Luca & Neni |
Lunedì 27 Febbraio 2012 15:32 |
WACKEN OPEN AIR 2011
Wacken. Piccola cittadina nell'estremo Nord della Germania di cui ormai ogni metallaro ha sentito parlare. Ogni anno vi narro la bellezza del luogo, l'ospitalità dei suoi abitanti, la perfezione dell'organizzazione del festival e il suo pacifico seppur selvaggio svolgimento e last but not least la catarsi che ne deriva per coloro che vi si recano in pellegrinaggio ogni primo weekend di agosto (o quasi).
Wacken Open Air 04/08/2011 Kvelertak Ed ecco che comincia anche quest'anno la sessione di concerti a cui non voglio assolutamente mancare!
Helloween Entriamo quindi nell’atmosfera di questa prima serata al W:O:A 2011. Ci dirigiamo al True Metal Stage ed alle diciannove esatte entrano in scena le Metal Zucche di Amburgo, gli Helloween. Andi Deris e soci vengono accolti dal calore del pubblico e lo show inizia con una potente ‘Are You Metal?’ ma dopo pochi istanti giungono i problemi tecnici; l’audio si spegne! Il pubblico comincia ad innervosirsi ma i cinque professionalmente ripartono nuovamente. Pochi attimi e l’audio se ne va nuovamente! Dispensando sorrisi al pubblico irritato, il gruppo esce di scena e si percepisce un po’ di nervosismo (qui sotto già ci immaginiamo Michael Weikath che impreca contro gli addetti). Pochi attimi di attesa ed i cinque musicisti riappaiono sul palco accompagnati dalle note di ‘Eagle Fly Free’ seguita a ruota dal classico ‘March Of Time’. Nonostante il problema iniziale l’atmosfera sullo stage è rilassata; Andi Deris dialoga con il pubblico, Michael Weikath scherza con Markus Grosskopf e finalmente l’audio sembra non dare più problemi. Prossimo brano in scaletta ‘Where The Sinners Go’ ed anche il pubblico ha ormai dimenticato i problemi di inizio show. Dani ci allieta con un fantasioso drum solo e si riparte con la stupenda ‘I’m Alive’ seguita a ruota da un medley che racchiude ‘Keeper Of The Seventh Keys, ‘The King Of A 1000 Years’ e la meravigliosa ‘Halloween’, pezzo che scatena ancora di più gli animi dei fan storici. Si avvicina la fine dello show e quindi vengono regalati altri due classici ‘Future World’ e ‘Dr. Stein’. Il tempo a disposizione è breve e quindi in un’ora e un quarto di show il gruppo ha dovuto giocare le sue carte. Classica uscita di scena con rapido rientro e ci viene regalata la conclusiva‘I Want Out’ cantata ad alta voce dal pubblico. Concludendo, sulle zucche si può dire che anche avendo poco tempo a disposizone sanno come tenere alto l’entusiasmo e l’energia del pubblico. Sicuramente si meritano di stare sullo stage per numerose primavere ancora.
Ozzy Osbourne Ed ecco che la prima giornata del WOA si accinge a terminare..e allora chi meglio del signore delle tenebre per svolgere l'arduo compito di madarci a nanna??? Ozzy Osbourne Presi dall'euforia dei chioschi ci attardiamo un po' troppo e perdiamo le prime battute dello spettacolo del vecchio Madman, ma indifferenti e con scazzo di rito ci avviciniamo al True Stage armati di cocktails e pazienza. Sì perchè la folla è quella delle grandi occasioni e tra alti e bassi (a tratti davvero imbarazzanti)lo zio Ozzy accontenta tutti presentando pezzi del suo repertorio solista e di quello mitico settantiano alla corte dei Black Sabbath. Inutile dire che sentire dal vivo War Pigs o Iron Man sono cose che scaldano il cuore anche se non eseguite alla perfezione.
Wacken Open Air 05/08/2011
Skalmold Comincia il venerdì all'insegna del folk/viking metal islandese!Davvero divertente questo gruppetto di baldi giovani provenienti dall'estremo Nord, almeno alcuni pezzi del loro repertorio lo sono davvero, ma soprattutto divertente è l'atmosfera e il coinvolgimento che creano nel piccolo W.E.T. stage. Pubblico per la verità tutto tedesco (me a parte che comunque io mi confonda bene nel gruppo ehehe) dato che il genere pare sia uno dei loro preferiti.. Gli Skalmold (parola che in lingua islandese significa periodo di guerra) in realtà di guerresco non hanno molto parlando di aspetto e di presenza scenica, anzi sembrano più un gruppo di mattacchioni bavaresi sempre pronti a fare festa, ma comunque rendono molto bene e sanno tenere il palco come professionisti navigati. I tre quarti d'ora del loro concerto scorrono veloci mentre i ragazzi ci ripropongo quasi tutti i pezzi del loro "Baldur", i metalheads apprezzano e non smettono un secondo di sbattere la testa!
Morbid Angel Anche se l’orario non è proprio azzeccato per una band di questo tipo, alle 14:30 ci dirigiamo al Black Stage con il cibo ancora sullo stomaco ed un desiderio di pennichella, per dare supporto al Death Metal made in Florida, ovvero i Morbid Angel. Il logo del gruppo è già pronto sullo sfondo dello stage, parte l’intro ed il primo ad apparire in scena è Mr. Trey Azagthoth. Seguono a ruota David Vincent acclamato dal pubblico a gran voce, Thor Anders Myhren (meglio conosciuto come Destructhor negli Zyklon) e il nuovo Tim Yeung, cui spetta il duro compito di sostituire e suonare le parti dell’impeccabile Pete Sandoval, costretto ad una lunga pausa a causa di un intervento alla schiena. Si parte con ‘Immortal Rites’ ed il gruppo si mostra subito in piena forma; David Vincent invita il pubblico a cantare con lui e l’energia esplode già dal primo momento. Segue a ruota la malefica ‘Fall From Grace’, seconda track dello stupendo Blessed Are The Sick e che narra in prima persona le sensazioni di Lucifero durante la sua caduta e la decisione di diventare Satana. Li avevamo già visti sullo stesso stage nell’edizione 2006 ma bisogna dire che in questa edizione ce li siamo goduti molto di più. David Vincent è in piena forma e tra un pezzo e l’altro dialoga e scherza con il pubblico ed il giovane Tim è molto preciso e ricopre grandiosamente il ruolo di Pete. Lo show è infuocato e vengono riproposti pezzi quali ‘Rapture’, ‘Existo Vulgoré’ e ‘Nevermore’. Si scatena il body surfing e perfino una bambola gonfiabile partecipa a tale evento, grazie al pubblico che se la passa sopra le teste. Un simpatico episodio riguarda il pezzo ‘I’Am Morbid’; durante l’esecuzione della song, un aereo passa sopra l’area concerti trasportando uno striscione con il titolo della canzone stessa ed il pubblico va in delirio e alza le corna verso l’aereo. Anche per l’Angelo Morboso purtroppo il tempo a disposizione è solamente un’ora e quindi si deve correre. Viene quindi regalata ai presenti ‘Angel Of Disease seguita a ruota dalle due potenti ‘Where The Slime Lives’ e ‘God Of Emptiness’, rispettivamente da Domination e Covenant. I Morbid Angel ci salutano ma sicuramente torneremo a vederli molto presto per un loro show da headliner.
Rhapsody Of Fire Dopo qualche birra, verso le 17:00 decidiamo di dirigerci verso il Party Stage per dare purtroppo solo un breve supporto ai triestini Rhapsody Of Fire (che di triestino ormai hanno solo Luca Turilli ed Alex Staropoli). In Germania la band ha molto seguito ed infatti i presenti accorsi ad ascoltarli sono numerosi. Annunciati dalla calda voce narrante di Cristopher Lee, Luca Turilli e compagni entrano in scena. Pezzi come ‘The Village Of Dwarves’ e ‘On The way To Ainor sono molto evocativi ma è durante l’esecuzione di ‘Dawn Of Victory’ che la folla raggiunge l’apice di energia, cantando a squarciagola assieme a Fabio Lione l’evocativo ritornello. Bisogna comunque dire che ascoltando la stupenda ‘Lamento Eroico’ non si può restare indifferenti (in più è divertente cantare in italiano insieme ad un gruppo connazionale in mezzo ad una miriade di stranieri). Purtroppo gli impegni ci hanno portato via dal Party Stage ed i pezzi ascoltati pochi ma il pubblico ha supportato degnamente i nostri Rhapsody Of Fire.
As I Lay Dying - Trivium
Judas Priest Alle 20:45 la folla è tutta in raccoglimento e pronta per i Metal Gods Judas Priest. Sinceramente eravamo un po’ preoccupati per questo show poiché la notizia del pluri annunciato tour d’addio (smentita già a Luglio dagli stessi Judas e dall’annuncio di un nuovo album nel 2012) era stata seguita dall’abbandono dello storico axe man KK Downing. Fortunatamente ai nostri occhi la situazione è molto positiva. Si apre lo show con la atmosferica intro ‘Battle Hymn’ ed i Judas regalano ai presenti una potente ‘Rapid Fire’ che ci mostra un Rob Halford in piena forma. Segue a ruota ‘Metal Gods’ ed i presenti accompagnano Mr. Halford nei cori. L’attenzione del pubblico è catturata anche dal nuovo chitarrista Richie Faulkner, che nonostante in qualche punto copi lo stile di KK , dimostra una buona padronanza dello strumento e riesce a gestirsi perfettamente nell’ arduo compito di ricoprire il vuoto lasciato da Mr. Downing. Viste le due ore e un quarto a disposizione, la setlist ripercorre tutta la carriera della band senza eccezioni. Si passa quindi attraverso classici quali ‘Heading Out To The Highway, ‘Judas Rising e ‘Victim Of Changes’ ed anche altri quali ‘Night Crawler’, ‘Turbo Lover’ e ‘The Sentinel. Nonostante i sessanta siano molto vicini, Rob si dimostra molto preciso e potente ed ha una ottima padronanza vocale sia in pulito che in screaming. Il pubblico reagisce positivamente in quanto stiamo assistendo ad uno show molto coinvolgente; Rob Halford annuncia la storica ‘Breaking The Law’, appoggia il microfono e lascia cantare il pubblico, ascoltando compiaciuto e congratulandosi alla fine del pezzo. Scatta il momento drum solo e Scott Travis, dopo qualche passaggio, si collega direttamente all’inizio di batteria della devastante ‘Painkiller’, che conclude la prima parte dello show. Si riparte quindi con ‘The Hellion’ seguita da ‘Electric Eye’ per concludere con ‘Hell Bent For Leather’, ‘You’ve Got Another Thing Comin’’ anche se in realtà è ‘Leaving After Midnight a concludere definitivamente il sublime show. Uno show che dimostra la potenza e l’inimitabilità di Halford e soci.
Airbounre E' l'una meno un quarto quando le assi del True Metal Stage vengono calcate dagli Airbourne, formazione australiana che nel giro di una manciata di anni ha saputo farsi apprezzare ovunque e poco importa se a tratti suonino davvero un po' troppo come i compatrioti AC/DC. Quello che conta è che questi giovinastri hanno imparato bene le lezioni impartite dai “nonni” e per l'ora a loro concessa mandano in delirio la folla con un rock di grande impatto sonoro e visivo. L'apice (è proprio il caso di dirlo), da questo punto di vista, viene raggiunto dopo una ventina di minuti dall'inizio dello show, durante l'esecuzione di Blackjack, quando il tarantolato singer Joel O'Keeffe indica ghignante il palco luci e viene investito dal boato del suo pubblico che sa bene cosa sta per succedere. Messasi la chitarra a tracolla comincia il suo abituale numero di free climbing che lo porta a destreggiarsi in un assolo seduto ad una ventina di metri di altezza. Il resto dello show prosegue ad alti livelli ed è davvero difficile annoiarsi quando si hanno davanti artisi così che per primi si divertono e trasmettono questa energia e chi è lì davanti a loro.
Wacken Open Air 06/08/2011
Mayhem Ore 17:00, il cielo è plumbeo e sappiamo tutti che prima o poi ci ritroveremo sotto la caratteristica pioggia teutonica, partner fastidiosa di ogni open air che si rispetti, ma a noi poco importa. Anzi, l'atmosfera è quella giusta per accogliere i sempreverdi (ooops... sempreneri?) Mayhem. Pochi fronzoli satanisti o pseudo tali, solo una croce rovesciata perennemente serrata nel pugno di Attila che fin da subito mette in chiaro le intenzioni del gruppo infilando a ritmo serrato Pagan Fears, Ancient Skin e My Death. Il basso di un Necrobutcher in grande forma fisica crea un discreto muro sonoro, le chitarre graffiano, tagliano e incidono le carni, ma qualcosa non convince appieno. Nonostante la set list continui con Cursed in Eternity e A Time To Die si avverte la mancanza di una violenza di fondo che ha da sempre caratterizzato la band. Il gruppo c'è, intendiamoci, sono nati per spaccare i culi e lo sanno ancora fare, ma vuoi l'età, vuoi l'orario penalizzante, vuoi tu-va-a-sapere-cosa, c'è quel senso di vuoto che non sai spiegarti, che non ti fa godere appieno questo live. Si continua comunque lineari con pezzi del loro repertorio storico (Deathcrush è stato abbondantemente saccheggiato per l'occasione) per poi giungere quasi a fine show alla tanto attesa (da me almeno) De Mysteriis Dom Sathanas che preghi (... ok, si fa per dire) dia la scossa attesa da più di mezz'ora. Ci riesce solo in parte, forte del suo “carisma” e della presa che ha sul pubblico e meglio non va con la conclusiva Pure Fucking Armageddon.
Avantasia & Guest ...Come dire..un sogno che si avvera ragazzi..come perchè??perchè tra i guest c'era la mitologia classica del metal, tra i guest c'è finalmente colui che è rimasto nei cuori, nelle menti e nelle orecchie di ogni metallaro che si rispetti a causa della sua prematura dipartita dai nostri stereo..signori e signore Michael Kiske!!
Kreator E l’ultima serata non potevamo perderci i devastanti Kreator. Un’ora a disposizione ma Mille Petrozza e compagni ce la sparano addosso con pure dosi di violenza. Si parte con ‘Choir Of The Damned’ ma è ‘Hordes Of Chaos’ a scatenare l’inferno sotto il palco. Mille Petrozza incita il pogo, Ventor pesta sulle pelli con precisione e l’headbanging regna sovrano. Pezzi come ‘Endless Pain’, Destroy What Destroys You e la devastante ‘Enemy Of God’ sono sferzate di violenza inaudita. Le storiche ‘Violent Revolution’ e ‘Betrayer’ ci mostrano una band carica di energia e di rabbia, che ha sicuramente ancora molto da dire e devastanti show al fulmicotone da regalare ai suoi fans. Mille Petrozza non smetterebbe mai ma purtroppo il tempo a disposizione è poco. Il buon Mille afferra una bandiera e la sventola, la scritta “KREATOR, FLAG OF HATE” ruota sopra la sua testa ed il pubblico urla a gran voce il titolo della canzone. Parte quindi la devastante ‘Flag Of Hate’ e conclude lo show ‘Tormentor’. Poche parole per descrivere uno show dei Kreator; violenza, precisione, tecnica e voglia di spaccare il culo a tutti. Sicuramente da vedere come headliner.
Apocalyptica Anche loro sono una di quelle band che non mancano il loro appuntamento bi-triennale a Wacken, e di certo sono una di quelle band che per talento e particolarità vanno viste almeno una volta nella vita. Detto questo io se ne ho l'occasione uno sguardo al loro show lo do volentieri, consapevole però di non riuscire a soffermarmi più di qualche canzone. Talentuosi e di certo coraggiosi ad intraprendere una strada così insolita per dei violoncellisti si esibiscono in cover (il repertorio Metallica è immancabile) e in pezzi loro con maestria e creando un discreto coinvolgimento nel pubblico. Meritano ma poi viene voglia di una birra. Così tanta che non puoi aspettare che il ragazzo con il fusto sulle spalle arrivi fino a te..e quindi te ne devi andare.
JÄGERMAISTER AND RELENTLESS MOMENT Avete mai pensato di bere un Jägermaister sospesi a circa 55 metri d’altezza? Dal 2009 al Wacken Open Air si tiene una simpatica iniziativa sponsorizzata dalla Jägermaister che vi può fare provare tale brivido. Subito al di fuori dell’area concerti troverete uno stand nel quale è locata una altissima gru che ha il compito di sollevare un enorme bancone da bar circondato da sedie girevoli. Rivolgendovi alle signorine dello stand, vi verrà spiegato che semplicemente mandando un sms ad un numero cellulare che vi verrà dato da loro, verrete estratti per partecipare a tale evento ed avere la possibilità di gustarvi un bicchierino di Jägermaister ed un bicchiere di Relentless Energy Drink a 55 metri d’altezza, saldamente ancorati alle sedie girevoli; in più potrete portare due persone con voi (solitamente vincono un sms sì e due no ma se siete della stampa potete tranquillamente accedere senza problemi lasciando i vostri dati). Potrete così rendervi conto della grandezza di questo fantastico festival e fare delle stupende foto panoramiche in compagnia di uno staff simpatico ed accogliente.
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Ultimo aggiornamento Mercoledì 14 Marzo 2012 09:45 |