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Wacken Open Air 2012
Scritto da Albi   
Mercoledì 06 Febbraio 2013 16:55

Wacken Open Air 2012

 

Ogni volta che torno da Wacken, chi non ha idea di cosa succeda in quel paesino sperduto all'estremo nord della Germania mi chiede appunto per quale ragione mi sia spinto fino là in piena estate. Spiegare perché Wacken sia così speciale al primo che passa non è impresa facile. Già è spesso difficile riuscire a far intendere ad una persona che non ascolta metal come mai esistano altri esseri umani tremendamente appassionati di musica che ai più non sembra nemmeno tale; figuriamoci fargli capire il motivo per cui gli stessi dovrebbero radunarsi per tre o quattro giorni, a decine di migliaia, sotto una pioggia battente e camminando su venti centimetri di fango. Provare per credere! Se siete abbastanza coraggiosi o semplicemente, se ce l'avete nel sangue, Wacken Open Air è il posto più bello in cui possa trovarsi un metallaro e almeno una volta nella vita bisogna andarci.

 

Venerdì 3 Agosto 2012

Pur trovandomi già in Germania per motivi di lavoro, è stato proprio questo a permettermi di giungere al festival solo nella tarda serata di venerdì: non certo la migliore delle possibilità e non solo per il fatto di essersi persi più di metà del festival. Ritirato il mio pass al check-in, che si trova in culo al mondo, faccio giusto in tempo a piantare la mia tenda in un angolo decente di un campeggio senza docce e ridotto ad una palude, prima che si rimetta a piovere sulle note dei Dimmu Borgir che suonano Progenies of the Great Apocalypse accompagnati da un'orchestra.

Regola n. 1 (ma me ne sono reso conto solo in questa edizione): “Mai andare al W:O:A senza un paio di stivali”. Come confermeranno poi gli amici vecchi e nuovi incontrati tra una birra e l'altra, quest'anno la pioggia non ha dato molta tregua al popolo delle magliette nere, al punto che, entrato nell'area concerti, non sono riuscito a fare più di venti metri in un mare di fango come avevo visto solo negli epici filmati di Woodstock. Mi vedo gli In Flames sugli schermi senza troppo entusiasmo ricordando la loro esibizione del 2003, quando sembrava di essere in spiaggia in uno dei momenti per me più belli di quella edizione. A mostrarmi quanto sono una fighetta ci pensa un ragazzo in sedia a rotelle che mi passa davanti trainandosi in mezzo al fango attaccato ad una specie di cingolato con il manubrio. Nemmeno una tale dimostrazione di passione e volontà mi convince ad affrontare l'inferno marrone e l'idea di trovare gli In Extremo dall'altra parte dell'area concerti non mi aiuta. Via in branda con un unico pensiero: trovare un paio di stivali o qui è nera.

Cradle of FilthGamma RayIMG_0848IMG_0867Napalm Death 1Napalm Death 2Testament 1Testament 2

SIGE by Kubik-Rubik.de

 

Sabato 4 Agosto 2012

Dopo la colazione di rito in stile teutonico in uno dei locali fuori paese riesco ad accaparrarmi stivali di gomma ed impermeabile prima che vadano letteralmente a ruba ed improvvisamente il mondo mi sorride.

Pioviggina soltanto e mi rendo conto che il W:O:A durante i miei diversi anni di assenza è diventato ben più grande di come me lo ricordavo e già prima era il festival metal più grosso che avessi mai visto. La mappa che mi hanno dato al check-in nel kit di sopravvivenza non dice dov'è l'Headbanger Stage e mentre perdo tempo a chiedere ai passanti – per la prima volta le Metalguards non mi sanno aiutare... che la storia qui stia diventando troppo grande? - uno degli eventi che più mi incuriosivano inizia senza di me: lo spoken word di Henry Rollins. Anche se con tutt'altro stile, come la volta in cui ho visto Ray Cappo sul palco con i Youth of Today, mi rendo conto di essere ancora uno volta di fronte ad un uomo dal potere grandissimo, quel genere di forza che permette a persone come queste di riuscire in una qualche misura a cambiare il mondo. Riesco a godermene solo pochi minuti prima di ricevere una chiamata da un fratello che non vedo da cinque anni e che è arrivato fin qui da Cipro Nord. Non sarà la stessa cosa ma Henry lo posso vedere nei suoi dvd, i Gamma Ray con il fratello nel posto in cui abbiamo promesso di rincontrarci non capitano tutti i giorni.

Sono solo le 13:00 ma, impeccabili come sempre, Kai Hansen e soci scaricano sul pubblico una raffica di hits che ci caricano per il resto della giornata. Per il fratello, che è più un tipo da True Metal Stage, è un grande momento, io mi diverto un sacco ma butto già l'occhio sull'ala sinistra dell'area concerti perché tra poco tocca a quello che si rivelerà uno dei due migliori act della giornata: la leggenda dei Napalm Death continua e non delude mai, anzi!

Come da manuale e come nel più bel sogno fatto nella mia umida tenda la notte prima, ecco che i quattro di Birmingham aprono con Errors in the Signal dal loro ultimo Utilitarian da cui prenderanno una buona parte della scaletta senza tralasciare i grind anthems dei primi albums. Sono sempre più in forma ed ancora una volta, semplicemente continuando ad essere coloro che il grind-core l'hanno inventato, calano su Wacken come un macigno che si conficca dritto nella crosta terrestre e che di lì non si muoverà mai più se non lasciando un cratere grande quanto Ground Zero.

Mentre succedeva tutto questo, solito scherzo del Wacken, i Paradise Lost suonavano sul Party Stage... Pazienza.

Coming up next... Axel Rudi Pell. W:O:A vuol dire anche birrette e relax con gli amici ed io ed il fratello scegliamo questo momento per farci due chiacchere, goderci un po del sole che ha finalmente fatto capolino tra le nuvole e farci un giro tra i numerosi stand del Metal Market.

16:15, Sick Of It All o Six Feet Under? Per il fratello fa lo stesso, io invece i primi non mi ricordo nemmeno più quante volte gli ho visti. Di sicuro so di non essermeli persi durante il tour europeo di Based on a True Story e di fronte alla possibilità di un'ora di divertimento assicurato, non perdo nemmeno questa volta l'occasione di cantare dito al cielo sui riff di Death or Jail, Step Down, Machete, Scratch the Surface, Uprising Nation, It's Clobbering Time e avanti con le mazzate più groovy di tutta la giornata mentre i circle pits nel pantano fanno sembrare i kids dei pellerossa pittati mentre fanno una danza rituale. Gli eroi di New York hanno colpito ancora.

Abbiamo quindici minuti di tempo per fare acqua da una parte e ricaricare il bicchiere prima che Chuck, Eric, Alex, Greg e Gene diano a tutti una nuova dimostrazione di come il sound dei Testament sia una delle migliori soddisfazioni che ci si possa prendere in un fine settimana di inizio agosto. L'artwork di Black Roots of Earth rende il True Metal Stage davvero maestoso e l'esibizione è quanto di più fiero questo palco poteva regalarci per meritarsi il suo nome. D.N.R. per me rimane il top della furia e l'headbanging è incontenibile.

L'avvento del black metal fa si che io ed il fratello ci separiamo: lui non ha mai visto i suoi amati Cradle of Filth, io invece non voglio perdere l'occasione di gustarmi per la prima volta i Dark Funeral. Appuntamento a fine show davanti ai cessi...

Gli svedesi sono agghindati di tutto punto e potenti ma, sarà che le tenebre sono ancora lungi dal calare su Wacken, non mi affascinano abbastanza e decido di mollarli a metà show per andare a vedere cosa stanno combinando Dany Filth & C. sul black stage. Che dire... inconfondibili ed impeccabili ma il sottoscritto li ha sempre trovati piuttosto noiosi.

Il fratello ai cessi non c'è, stanno per iniziare gli Scorpions ma decido di soddisfare la mia fame di patate arrosto visto che lo stand che le fa è giusto sulla via che mi porterà verso uno degli ultimi show dei rispettatissimi Nasum, qui presenti per un ultima serie di date con il cantante dei Rotten Sound a fare le veci del compianto Mieszko. Fottutissimo e serratissimo grind all'ennesima potenza davanti ad un pubblico che schiva le piscine di fango che si sono formate perfino sotto l'area coperta del W.E.T. Stage e tarda a diventare numeroso anche per colpa di un sound tra i più deludenti dell'intera kermesse.

Nessuna notizia del fratello ma è ora di provare l'ambrata e, perso un compare, a Wacken basta andare nel chiosco giusto per trovarne altri tre con cui ripararsi sotto la tettoia dall'imminente nubifragio a suon di pinte. Quello che si abbatte sul W:O:A è l'ennesimo tentativo di un dio più volte bestemmiato di scoraggiare l'orda di metallari, ma è solo fatica sprecata. Sarebbe stato più efficace prosciugare le scorte di birra. Rinvigorito lo spirito dopo un'oretta e mezza di bibita, io ed il mio nuovo amico decidiamo di dare un'occhiata ai Suicide Silence. Dopo l'improvvisa morte del loro cantante pochi mesi a seguire, rimpiango ancora di più una giovane band che dall'essere promettente, ha saputo crescere fino a portare il proprio sound ad un concentrato di blast beats e breakdowns di rara potenza. Non era la prima volta che li vedevo ma sono stati davvero al di sopra delle aspettative. Peccato che la loro esibizione si sovrapponesse all'inizio di quella dei Machine Head. Per fortuna non mi perdo Old e mi riesco a gustare ciò che resta di un live eccellente con Flynn in gran forma e pieno di voglia di scherzare che mette simpaticamente alla berlina un tizio in prima fila costringendolo a confessare che quello era il primo concerto metal della sua vita e chiedendo alle ragazze al suo fianco di volergli gentilmente insegnare come si fa headbanging. Da notare che i miracoli avvengono proprio nella magia di Wacken e, anche se non raggiungibile al suo cellulare, mi basta seguire l'istinto per ritrovare nel buio e tra la folla il mio caro fratello. La felicità è ora ancora più grande.

Sono le 0:45 e giungiamo a quella che pensavo essere la fine della giornata... mai ero stato così lontano dalla realtà. Come solo a Wacken mi è capitato di fare così comodamente, raggiungo la prima fila per gustarmi uno dei momenti per me più attesi del 2012. Gli schermi giganti smettono di proiettare le immagini del festival e prendono il loro posto dei cartoni animati all'LSD. Al Jourgensen ed i suoi Ministry salgono sul palco ed è una colata di piombo fuso che trasforma il prato del W:O:A nell'officina del demonio. La tenebrosa silouette di Jourgensen sembra quella di una strega dalla voce acida come vetriolo che incanta tutta la folla. Suonano molti pezzi dal recente Relapse, compreso il deludente singolo 99 Percenters, ma per la mia gioia non mancano Thieves, N.W.O. e Just One Fix. Degno di nota G. W. Bush che si scaccola in loop sui tre mega schermi. Un bellissimo concerto per celebrare in bellezza la fine di un altro pellegrinaggio in quella che per quattro giorni all'anno è la terra dei metallari di tutto il mondo.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 06 Febbraio 2013 17:12