Wacken Open Air 2015 |
Scritto da Somberlain |
Giovedì 27 Agosto 2015 09:26 |
Wacken Open Air è spesso sinonimo di pioggia, fango, e clima propriamente non mite, cosa che non dovrebbe sorprendere nessuno, dato che la location di uno dei principali festival metal a livello mondiale si trova a qualche decina di km dalla Danimarca. Quest'anno però, il clima è stato particolarmente inclemente, tanto che l'organizzazione stessa si è trovata più volte in situazioni ai limiti dell'emergenza, operando assieme alle forze dell'ordine, al pronto soccorso e agli abitanti del posto per rendere il tutto più vivibile. Fatte queste premesse, passiamo a narrarvi quanto accaduto musicalmente parlando in terra tedesca.
Mercoledì 29 luglio è il primo giorno di Wacken. Pioggia, fango e gente che sprofonda nella melma non fa desistere la gente dall'assistere ai primi concerti del festival. Nel pomeriggio tocca ai GENTLE STORM di Anneke van Giesbergen suonare sul Wackinger Stage; gli olandesi fanno un buono show penalizzato però da suoni non propriamente all'altezza della situazione. La sera è il turno di due mostri sacri dell'hard'n'heavy: ULI JON ROTH prima, con una performance sicuramente di livello, e gli EUROPE poi, nell'enorme tendone dell'Headbanger Stage (che comunque non riesce a contenere tutti i presenti). Scaletta fortemente legata ai pezzi nuovi del gruppo svedese, anche se non mancano i vecchi classici, cantati per altro da un Joey Tempest in splendida forma. La pioggia non si ferma neanche nella notte, e così pure giovedì 30 si presenta umido e fangoso, come nella migliore tradizione wackeniana. Già dal mattino, nei tendoni del W.E.T. Stage e dell'Headbanger si esibiscono i gruppi vincitori delle varie Metal Battles. Segnaliamo gli ETHEREAL SIN, gruppo asiatico dedito a un black/gothic metal ben composto e ben eseguito. Nel pomeriggio è la volta di UDO, accompagnato dall'orchestra, il quale non perde occasione di ripresentare anche i brani storici del suo periodo Accept, fra cui la famosa "Princess of the Dawn". Ma il piatto forte arriva alla sera, quando a calcare (contemporaneamente) i palchi del True Metal Stage e del Black Stage sono i SAVATAGE e la TRANS-SIBERIAN ORCHESTRA. L'inizio dello show è incentrato sulla storia dei Savatage: "Gutter Ballet", "Edge of Thorns", "24 hours ago" e "Hall of The Mountain King", tra gli altri, mandano in visibilio i numerosi presenti, che speravano in questo momento da anni. Dopo è la volta della Trans Siberian Orchestra, con uno show di impatto, sia dal lato visivo che da quello musicale. Infine, lo show procede con entrambi i gruppi sul palco, dove viene tra le altre cose interpretata una bellissima versione di "Believe" in duetto. Concerto storico, aldilà delle critiche dei fan della vecchia guardia dei Savatage, che magari avrebbero preferito meno orchestra e più pezzi del gruppo americano. Per gli appassionati di meteo, venerdì finalmente smette di piovere: un timido sole si affaccia all'orizzonte, e con rinnovato spirito accorriamo alle esibizioni del giorno. Tocca agli EPICA e agli ANGRA aprire le danze, verso le 11 di mattino: di questi ultimi abbiamo il piacere di vedere all'opera Fabio Lione, che padroneggia i pezzi dell'ultimo "Secret Garden" così come i vecchi successi del quintetto brasiliano. A seguire è il turno degli ENSIFERUM, protagonisti di uno show decisamente molto seguito e interessante. Subito dopo, sul Party Stage, la cui area è stata particolarmente martoriata dalla pioggia e dalla palta, è il turno degli svedesi FALCONER. Lo show è seguito con attenzione, anche e soprattutto per l'ottima prova vocale di Mathias Blad, e presenta numerosi estratti dall'ultimo "Black Moon Rising". Il pubblico pare apprezzare notevolmente anche le vecchie "Vargaskall", "Royal Gallery" e la immancabile "Mindtraveller". Quanto al pomeriggio, una performance di altissimo livello ce la offrono i QUEENSRYCHE: il gruppo americano, a parte qualche sbavatura iniziale, è preciso, roccioso e protagonista assoluto è il nuovo cantante, Todd La Torre che ci appare in forma smagliante. Dal repertorio di classici il quintetto ci offre la veloce "The Needle Lies", "Eyes of a Stranger" e l'acclamatissima "Queen of The Reich". Terminato il loro show, è il turno degli OPETH, prima, e dei DREAM THEATER, poi. Show decisamente buoni entrambi, ma James Labrie non pare al massimo della sua forma. Headliner della serata sono i RUNNING WILD: una scaletta interessante, con "Under Jolly Roger" in apertura dopo l'intro, e un pubblico assolutamente entusiasta di ciò che sente. Però in qualche frangente il gruppo tedesco sembra un po' stanco o poco convinto. Infine, arriva sabato 1 agosto. Ormai sole e temperature miti la fanno da padrone, il che rende particolarmente facile seguire i concerti dei POWERWOLF, che deliziano l'impressionante folla venutasi a creare col loro heavy/power metal dalle sfumature sinfoniche, e gli AMORPHIS, che celebrano il ventennale riproponendo il loro vecchio capolavoro "Tales from the Thousand Lakes". Dopo la parentesi trascurabile di DANKO JONES e un "ROCK MEETS CLASSIC" forse messo in posizione così alta in scaletta solo per la presenza di ospiti di prim'ordine (tra cui il solito Michael Kiske), è la volta dei SABATON. Performance decisamente buona, supportata anche da una nutritissima schiera di fan, resa ancora più calorosa dopo aver appreso che il gruppo svedese sta registrando quel concerto per farne un dvd dal vivo. Tra canzoni in bilico fra power, heavy ottantiano e orchestrazioni, e allegri siparietti, il concerto termina e giunge così l'ora dei JUDAS PRIEST, headliner di questa memorabile serata. La quantità di gente accorsa è spaventosa, forse anche per i vari passaparola e le varie conferme che vogliono Rob Halford in particolare forma per questo tour (sappiamo bene come anagraficamente sia ormai prevedibile il calo che da qualche anno ha colpito la sua leggendaria ugola). Lo show non tradisce le aspettative, anzi impressiona il pubblico: il gruppo heavy metal per eccellenza sforna classici dopo classici, alternandoli a qualche estratto dall'ultimo disco in studio ("Redeemer of Souls"): "Victim of Changes", "Breaking the Law" e "You've Got Another Thing Comin'", con tanto di assolo chilometrico del giovane Richie Faulkner, mandano in visibilio il pubblico, così come l'acclamatissima "Painkiller". Dopo lo show dei metal gods spetta ai CRADLE OF FILTH e agli OBITUARY dare alla giornata tinte più fosche, e con essi si conclude così l'edizione 2015 del famoso open air tedesco. Non ci resta che augurarci che la prossima edizione sia ancora più ricca e fortunata di questa. |
Ultimo aggiornamento Giovedì 27 Agosto 2015 09:38 |