Ravenscry - One Way Out (2011, Wormholedeath/Dreamcell11)
Ogni volta che mi riprometto di non avere giudizi in fatto di band, bé ci ricasco sempre. E così il mio nuovo errore, si chiama Ravenscry. Additatisi come band rock/metal/alternative, dalle influenze che spaziano da Evanescence, Within Temptation e Fear Factory, il gruppo si divide tra Milano e Roma, dove vive la cantante Giulia Stefani. Prima di ascoltare “One Way Out”, passo in rassegna la loro bio, guardo le foto…insomma mi sono costruita da sola, una pessima idea di loro, ancora prima di fare la cosa più importante. La scarica iniziale dell’opener “Calliope”, ammetto, mi ha spiazzata, ma il colpo secco è arrivato con la combo voce-tastiere. Ed è lì che ho pensato che non si può giudicare un libro dalla copertina. A confermare la mia tesi, la successiva “Elements Dance”, dove la musica (un mix come suddetto di rock, metal e alternative) si fonde ad un cantato orientato alla lirica, senza superare però i suoi stessi limiti e soprattutto, ben elaborato con vocalizzi, cambi di tonalità ed altro. La “tripletta sacra” si conclude con “Nobody”, brano accattivante ma estremamente solido; non a caso, su quest’ultimo è ricaduta la scelta di utilizzarlo come traccia per il videoclip promozionale. Degno di nota l’intermezzo “Redemption 2 – Reflection” a sorpresa, costruito da archi. A questo punto, lo stile sembra chiaro, la direzione è si quella di un rock-metal melodico (anche se onestamente mi pare distante dal prototipo Evanescence); lo stile del cantato può in qualche modo richiamare quello di Sharon den Adel (sebbene, non mi prenderei la briga di fare troppi paragoni; Giulia ha un bella voce e sa come usarla) ed infine l’uso dell’elettronica non è certamente paragonabile all’uso che ne fanno i Fear Factory, dal momento che nel gruppo nostrano, sembra assumere più i toni di una cornice che non quelli del quadro stesso. I Ravenscry sono musicalmente molto più se stessi di quanto i loro photoshoots dimostrino. Al di là della facile idea, di band costruita a tavolino, patinata e con la puzza sotto il naso; si trova una band estremamente interessante e preparata, lontana dalle stereotipie del gruppo gothic, della cantante femminile etc. Non posso a questo punto che chiedere pubblicamente scusa ai Ravenscry, per averli giudicati male, e per compensare la mia negligenza, auguro loro di uscire con un altro lavoro meritevole (tanto quanto lo è “One Way Out”) e di puntare al 100% su loro stessi, come già sembra stiano facendo.
Voto: 8
Website: http://www.ravenscryband.com/
Line-up:
Giulia Stefani – voce Mauro Paganelli – chitarre, programming Paul Raimondi – chitarre, programming Fagio – basso, programming Simon Carminati – batteria
Tracklist:
1. Calliope 2. Elements Dance 3. Nobody 4. A Starless Night 5. Redemption I - Rainy 6. Redemption II – Reflection 7. Redemption III – Far Away 8. Embrace 9. Journey 10. Back To The Hell 11. This Funny Dangerous Game 12. My Bitter Tale
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