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Recensione Rotting Christ - Theogonia
Scritto da Stefano   
Lunedì 24 Ottobre 2011 22:11

ROTTING CHRIST - THEOGONIA (SEASON OF MIST - 2007)


Non servono molte presentazioni ai greci Rotting Christ, da oltre 20 anni sulla scena e in continua evoluzione nelle loro sonorità, la band ellenica sviluppa da tempo un suono personale, riconoscibile ottenuto miscelando ampie dosi di black metal melodico, un humus proveniente dalla lezione Paradise Lost, qualche svisata maggiormente death e variabili che entrano nel background ellenico (alcuni passaggi dallo spiccato flavour mediterraneo, i cori, il cantato greco) e guardano anche verso i vicini del Medio Oriente. 
Le asperità dei dischi precedenti (successivi a Sleep of Angels) vengono stemperate, ma non eliminate, rese rotonde, contribuendo ad una riuscita complessiva qualitativamente molto alta. Dall'iniziale e martellante (The Sign Of Prime Creation) si nota il lavoro dietro il mixer per bilanciare perfettamente i suoni e rendere Theogonia un disco pieno, corposo, caldo e arrembante. Le stupende Keravnos Kivernitos (con batteria in costante blast-beat e sinistro riffing delle chitarre fino a sfociare in un chorus epico e parte centrale realmente da urlo) eNemecic (bello il lavoro sulle tastiere) creano un mood battagliero e profumano di storia e poemi epici. Se Enuma Elish si fonda sul contrasto fra ritmiche serrate, effetto motosega della chitarra ed il duetto fra lo screaming di Sakis ed il chorus femminale che intona melodie tradizionali, le tastiere sullo sfondo di Phobos' Synagogue riempiono e teatralizzano un brano imperioso (al contrario che in Rege Diabolicus dove sono mero "tendaggio" dietro un brano più duro e veloce). 
Il riffing fratturato di Gaia Tellus non deve preoccupare, le melodie sono dietro l'angolo... Sakis non sarà un cantante eccezionale, non avrà pronuncia da Oxford, ma sicuramente sa come rendere un brano accattivante ed il suo cantato più recitativo e partecipativo che perfetto nello stile è ottimale per i Rotting Christ. 
Il trittico di chiusura vede prima l'ottima He, The Aethyr, seguita da Helios Hyperion e la conclusiva Threnody (stupendamente introdotta e poi adagiatasi su strutture epico-Paradiselostiane con escrescenze folkloristiche negli inserti e nel riffing). 
In poche righe: un album stupendo. 

VOTO: 9/10

Lineup:
Sakis Tollis - chitarra, voce, tastiere

Andreas Lagios - basso

Themis Tollis - batteria

Giorgos Bokos - chitarra

Tracklist:
1. The Sign Of Prime Creation
2. Keravnos Kivernitos
3. Nemecic
4. Enuma Elish
5. Phobos' Synagogue
6. Gaia Tellus
7. Rege Diabolicus
8. He, The Aethyr
9. Helios Hyperion
10. Threnody

Ultimo aggiornamento Giovedì 05 Gennaio 2012 22:35