Lydia’s Gemstone – The New Melancholy (2011 – Twilight Records)
Fare dark music in puro stile 80s, trovandosi nel nuovo millennio, e con una miriade di band ed artisti che hanno già cavalcato quell’onda, detto e fatto tutto il possibile, sembra essere una missione impossibile. Ma si sa che la speranza è l’ultima a morire e quando ci si intestardisce si ottiene sempre qualcosa. Più o meno deve essere stato questo il ragionamento dietro agli austriaci Lydia’s Gemstone. Il loro sound si basa essenzialmente su tre punti cardine: un mood molto dark e funereo; un uso moderato (piuttosto una bella cornice) dell’elettronica; un cantante versatile che sa urlare come nella opener (e liberamente ispirata alla progenie 80s, come i 69 Eyes, tanto per fare un nome) “The Lunar Threnody”, ma sa anche caricare le sue corde vocali su ritmi più moderati come in “Noir” – che tra l’altro pare essere la highlight del disco, una giusta miscela di ritmi dark-electro e un ritornello accattivante. Più classica (ma con qualcosa in più) “Black Oak Wood”, costruita peraltro a ridosso della “Sonata al Chiaro di Luna” di Beethoven. Bè a questo punto, possiamo dire che i Lydia’s sanno come ammaliare, e soprattutto hanno capito una cosa fondamentale: che non si può cercare di competere con chi ha segnato la storia, e ciò che sembra trapelare da “The New Melancholy” è la seria intenzione di non superare i maestri, non tanto nell’incapacità del gruppo di eguagliarli, quanto nell’intento di creare qualcosa di più personale. Un mix di influenze e rielaborazioni che, senza gridare al miracolo o al capolavoro, rendono gli austriaci, meno banali di quanto l’apparenza mostri.
Voto: 7
Website: www.myspace.com/lydiasgemstone
Line-up:
Markus Keimel – voce, chitarra Christian Keimel – batteria Hannes Achmüller – chitarra Joachim Halbedl – basso
Tracklist:
1. The Lunar Threnody 2. PanDemonIum 3. Karmagaddon 4. The Gemstone Anthem 5. Noir 6. Interitus 7. Supersonic (Apaerophobia) 8. Black Oak Wood
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