Allheluja - Inferno Museum (Scarlet Records 2006)
Il quartetto italo-danese (comprende infatti tre-quarti provenienti dall'Italia e un quarto, Jakob Brendahl degli Hatesphere/Barcode, dalle nordiche terre danesi) arriva alla prima prova su disco con questo Inferno Museum, ispirato al libro di Derek Raymond. Il disco si muove su coordinate molto interessanti, fondendo in buona misura rimandi espliciti (sia per quanto riguarda le ritmiche che il cantato) agli Unida, dei buoni passaggi in sapore Black Sabbath (un pò un pegno per chi si cimenta nella musica heavy) e diversi umori di stampo svedese e, più precisamente, che ricalcano le immonde misture degli Entombed. Perciò i brani (che in alcuni punti sono persino arricchiti da intro o stacchi tipo Carmina Burana) spaziano da episodi maggiormente influenzati dallo stoner grezzo e groovy del gruppo di John Garcia, alle accelerazioni sulfuree degli Entombed. Menzione speciale va sicuramente a Jakob, che sfodera una prestazione vocale di rilievo, catturando pienamente l'atmosfera nelle sue interpretazioni; da cantante intelligente e "scafato", il danese sa quando mettere in mostra i muscoli concedendosi delle ottime incursioni in ambiti growl e quando mettere da parte la tipica irruenza death e sfoderare delle tonalità molto simili a quelle dello stesso John Garcia (veramente incredibile, si veda per esempio la fusione di parti in stile Garcia e growl in "Miss m"). Il mix fra i due generi, però, risulta estremamente godibile, sfruttando le componenti basilari di entrambi (il calore dello stoner e l'arrembanza e pericolosità del death'n'roll) per tratteggiare atmosfere perfettamente intonate con la trama (basata, essenzialmente, su un serial killer). Inoltre, se aggiungete alla perversione delle tematiche e alla complessiva bontà delle canzoni (ruvide quanto basta), una certa attitudine ad inserire passaggi catchy (ma nel senso buono della parola, si veda, per esempio, la terza traccia "Ego Te Absolvo"), si può capire che il gruppo ha lavorato bene sulla resa complessiva della canzone, non limitandosi a stordire l'ascoltatore. Se vogliamo trovare delle pecche nel disco sono riscontrabili in una certa "grezzaggine" (ovviamente imputabile al fattore primo disco) e in qualche momento una minore incisività. Ulteriore nota a margine, l'album è stato mixato dallo stesso Jakob negli Smart'n'Hard Studios in Daminarca.
GIUDIZIO:
Il disco è veramente ben fatto, piacevole all'ascolto e potente. Il death'n'roll è un marchio di fabbrica, una sicurezza se volete dei dischi che abbiano la cattiveria del death unita all'attitudine groovy del R'n'R. Le lacune sopra evidenziate (qualche spunto migliorabile) sono testimonianza di un gruppo che sta lavorando su se stesso per cercare la famosa "quadratura del cerchio". Merita di essere acquistato. L'unico cruccio è che, probabilmente, non vedremo gli Allhelluja calcare i palchi della penisola o dell'Europa.
7,5/10
Web: www.allhelluja.com
Lineup: Jacob Brendahl - vocals Stefano Longhi - drums Roberto Gelli - bass guitar Massimo Gajer - guitars
Tracklist: 1. A perfect man 2 . Your savior is here 3 . Ego te absolvo 4 . Miss m 5 . Inferno museum 6 . Who's gonna kill my lady 7 . God is laughing 8 . Nervous titter 9 . Gettin' closer 10 . Devil´s kiss
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