Recensione Delirium X Tremens - Belo Dunum |
Scritto da Girli |
Domenica 08 Gennaio 2012 19:45 |
Delirium X Tremens - Belo Dunum Echoes From The Past (Punishment 18) Se già l’anteprima ‘Drops Of Stone’ ci aveva impressionati positivamente per la sua potenza rocciosa in soli due pezzi, il devastante ‘BELO DUNUM Echoes From The Past’ è la conferma di quanto i nostri timpani si aspettavano. “Pure Fucking Dolomitic Death Metal” aggressivo, violento ed atmosferico con tutte le caratteristiche per spingere il quartetto bellunese nell’olimpo del Death Metal accanto ai nomi storici della scena (sempre che gli esterofili orientino lo sguardo sulla propria terra e contribuiscano a dare loro una mano acquistando questo capolavoro). Se già ‘I Was’ e ‘The Legend Of Càzha Selvàrega’ ci avevano stupiti grazie alle loro costruzioni per nulla scontate e per i loro riff granitici, le altre tracce che compongono questa ultima fatica confermano in maniera devastante le nostre aspettative. Pezzi quali ‘Teveròn The Sleeping Giant’ o la strumentale ‘The Guardian’, sono perfette combinazioni di aggressività, atmosfera, tecnica ed originalità esecutiva che meritano di essere ascoltate più e più volte senza annoiare e senza mai cadere nel ripetitivo; ma è soprattutto la scelta delle tematiche trattate che ci colpisce in questo lavoro. Come si può rimanere indifferenti davanti ad un pezzo evocativo come ‘Artiglieria Alpina’, pezzo che va ad onorare gli alpini caduti sulle colline bellunesi durante la Prima Guerra Mondiale per difendere il suolo italiano dall’invasore. Come si può restare impassibili davanti ad una track che fonde atmosfera e rabbia usando evocativi cori alpini che stringono il cuore e nei quali si inserisce maligna la voce di Ciardo nel descrivere “le rocce ed i crepacci dove solo l’alpino può resistere nel gelo”. Come si può non ascoltare impietriti il devastante tappeto di doppia cassa ed i maligni riff di ’33 Days Of Pontificate (Vatican Inc.)’, pezzo che si sofferma sulla figura del bellunese Albino Luciani (meglio conosciuto come Papa Giovanni Paolo I) e sul suo breve pontificato che ha gettato l’ombra dell’omicidio a sfondo politico sul Vaticano. Chi ha mai cantato in un album la tragedia del Vajont! ‘VAJONT 9 Ottobre 1963’ (divisa in tre sotto track ‘ Life Before Nothing’, ‘Screams Of 2000 Screams’ e ‘The Memory’ ) è sicuramente il pezzo più evocativo e violento di tutta l’opera. Track veloce e sanguigna che condanna l’affronto fatto dall’uomo alla Natura; Pura Death Metal Song che tratta di questa grande tragedia e che ci regala un intermezzo del poeta, scultore e scalatore ertano Mauro Corona, che come in un epitaffio ricorda gli innocenti che hanno perso la vita in questo incidente, accompagnato dalla doppia cassa di Thomas, dalla chitarra acustica di Med e dal flauto di Ciardo. Sicuramente un album degno di nota e di difficile analisi nella sua struttura tecnicamente complessa ma scorrevole e dritto in your face come solo Ciardo e soci sanno fare. Anche l’artwork ci colpisce per la sua originalità. Immagini evocative e scelte con cura, mostrano che ci troviamo davanti ad una band originale e che non segue il tipico trend; una band che cura nel dettaglio l’attaccamento alla propria terra senza cadere nello scontato e nel già visto. Degna di nota, come precedentemente riportato in sede di recensione dell’anteprima, la fusione tra Death Metal e gli strumenti tradizionali delle Dolomiti, che con la voce di Ciardo, a volte maligna e a volte pulita, rendono ancora più originale e maestoso questo lavoro.
Voto: 9
Line-up: Alberto “Ciardo” Da Rech – Vocals Fabio “Med” Della Lucia – Guitar Thomas - Drums
Tracklist:
8) Life Before Nothing
Website: www.deliriumxtremens.com |
Ultimo aggiornamento Lunedì 30 Dicembre 2013 21:26 |