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Recensione Akphaezya –Anthology IV (The Tragedy of Nerak)
Scritto da BloodyMarha   
Domenica 01 Aprile 2012 18:36

Akphaezya –Anthology IV (The Tragedy of Nerak) (2012 – Code666/Aural music)

È da qualche tempo che la mia passione per il gothic, è andata malauguratamente sfumando, colpa delle nuove band che non sanno fare le veci dei loro predecessori. Tanto più non sono mai stata particolarmente acuta in fatto di progressive. Tutto questo per introdurre gli Akphaezya, band francese nemmeno troppo neofita, sebbene il primo full-lenght risalga al 2008, a ben quattro anni dal primo demo. Il gruppo si dedica ad un gothic-prog, sormontato dalla meravigliosa parola “avant-garde” – meravigliosa laddove è capace di annullare i confini tra un genere e l’altro, permettendo a chi fa musica di sentirsi a proprio agio e libero di sperimentare senza limiti imposti dalle etichettature.
Come è facilmente intuibile, si tratta di un concept, dedicato alla tragedia greca e strutturato come un dramma teatrale in quattro atti, dove ogni canzone è una scena.
Ed è proprio questa la percezione che si ha di ogni brano: di volta in volta il setting cambia, e così il modo interpretare la propria musica. Si ha così un brano come “Slow Vertigo”, strutturato intorno ad un gioco di effetti elettronici e atmosfere simil goth; o un’esperienza poliedrica come l’episodio di “Utopia”, costruita in parte su ritmi frenetici dal sapore prog (mi vengono in mente un incrocio tra la pazzia dei System of a Down e il disordine creativo dei Pain of Salvation).
È incredibile vedere come la band francese sia in grado di passare da un intermezzo strumentale di pianoforte, “Transe L.H. 02”, ad un passaggio heavy ma accattivante quale “Genesis”, seguita a sua volta da una ballata acustica, nemmeno troppo sdolcinata; e sfociare infine in un delirio sonoro (e qui torno a citare i SOAD) e vocale, con “Nemesis”.
Eh si, perché se di 11 canzoni si può raccontare una storia diversa, è anche grazie al fatto che la band, oltre ad avere sicuramente una grande padronanza della propria musica, ha il vantaggio di una cantante estremamente ben dotata e soprattutto versatile nel cambio di linee vocali, o nell’interpretazione stessa (cosa che non andrebbe mai sottovalutata a mio avviso).
Gli Akphaezya sono una band da tenere assolutamente sott’occhio: possono sembrare a primo acchito facili da recepire,  ed invece nascondono una profondità ed una vastità musicale che è difficile trovare. Una “semplice-complessità” che approfondire.


Voto: 8

Website: www.akphaezya.com 

Line-up:

Stephan H. : chitarre
Nehl Aëlin : voce, fisarmonica, tastiere
Loïc Moussaoui : batteria
Stephane Béguier : basso

Tracklist:

1. Prologos
2. A Slow Vertigo
3. Sophrosyne
4. Utopia
5. Hùbris
6. Transe H.L. 2
7. Genesis
8. Dystopia
9. Nemesis
10. The Harsh Verdict
11. Epilogos