Bahal – Nostos (2012 – autoprodotto)
“Nostos” il ritorno. Non è una vera e propria Odissea quella dell’omerico songwriter e leader Bahal, che solo due anni fa scriveva il capitolo “Ikelos”. Tornando al presente, la parola d’ordine per questa recensione sarà “cambiamento”, e già, perché qualcosa è cambiato, a partire dalla line-up, evolutasi da one-man band a progetto consolidato, e a più mani; Lord Bahal, cede il posto di cantante a Dario (che mantiene la tradizione di un cantato grezzo, gutturale, estremamente diretto), e mette sul piatto nuove idee. La “spaccatura” tra il precedente album e “Nostos” si consuma per di più attraverso l’attenzione focalizzata sulle melodie, le quali vanno a smorzare l’aura di black nero pesto rafforzata agli inizi (di quello registrato nello scantinato di casa, con il vecchio pc e il microfono da due soldi) della carriera per abbracciare un mood più maturo, meno esasperato dall’idea di dover rispondere ad un determinato genere. Dodici brani, intervallati a dovere e legati fra loro da un contrasto interessante, quello formato da un songwriting (rigorosamente in italiano) curato, emozionale, a tratti truce e tagliente; un lavoro di cori, intermezzi acustici studiato alla perfezione ed una produzione diremmo dal gusto “vintage”. Tuttavia le canzoni scorrono piacevolmente, (di sicuro l’apporto della melodia, e la riduzione degli accorgimenti tecnici o più black-oidi, favorisce un ascolto più rilassato, incentrato su di un’esperienza sonora differente) passando così dal riff/ritornello disturbante di “Rigel” (in qualche maniera bandiera della nuova evoluzione stilistica), alla violenza metodica di “Le Foglie D’Autunno”, ad “Ikelos”, retaggio se non fil rouge col passato; plauso alla dinamica “Le Candele Ardono…” e alla combo di percussioni e chitarre acustiche, della conclusiva “…nella Torre”. Mi permetto tuttavia di andare a cercare il pelo nell’uovo, sottolineando all’ascoltatore, la sostanziosa lunghezza di “Nostos” (caro lettore, prenditi una giornata di pioggia e dedicalo alla musica), non un vero difetto, ma un limite per un’attenzione sempre alta. Tirando le somme di questo nuovo capitolo, faccio fatica a non ripetermi, come nella recensione di due anni fa, complimentandomi ancora una volta per il grande lavoro di cura e dedizione che emerge vivo da ogni singola nota. Per fortuna non sono costretta a dire “ben fatto, meglio dell’altra volta”, perché, il cambiamento ha portato ai nuovi Bahal, un’evoluzione, segno di crescita e maturazione.
Voto: 8
Website: www.bahal.it
Line-up:
Dario: voce Bahal: chitarre ritmica e solista Breva: chitarre ritmica Sidhe: basso, arpa Tafe: batteria
Tracklist:
1. Rigel 2. Nepenthe 3. Re del Silenzio 4. Grida Sommerse dal Buio 5. Il Sipario è Caduto 6. Il Fiore di Loto 7. Ikelos 8. Il Giardino di Luce 9. Il Fiume delle Lacrime 10. Le Foglie D’autunno 11. Le Candele Ardono… 12. …nella Torre
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