Ivalys – Lumen (2012, WormHoleDeath Records)
Mi sono presa parecchio tempo (magari anche troppo) prima di parlare degli Ivalys. La ragione per cui ho avuto la necessità di meditare a lungo sui gothic-rocker/metallers francesi è che io stessa da amante del gothic, ho avuto bisogno di riequilibrare le mie idee sul genere. Ammesso e concesso che la parola “gothic” applicata all’ambito musicale, si è ufficialmente svincolata dal binomio molto ‘90s di tecniche come il beauty and the beast, o dall’idea che lo scenario dovesse essere sinfonico e decadente (Tristania docet, tanto per fare un esempio). Preso atto che si sta andando verso un mood molto più urbano, e basato su melodie accattivanti e non necessariamente funeree, con un’orda di fashion girls (cara Cristina Scabbia, ci hai scatenato addosso un esercito che sembra infinito) che rivendicano il loro femminismo a suon di chitarroni e lasciando la parte grezza ai compagni uomini. Ripartendo da questa premessa, io da buona gothic-lover all’antica, mi sono sentita invasa da questa nuova branca che ancora prima di essere stata ufficialmente denominata si sta diffondendo come una malattia contagiosa. Ora immagino che sarete anche curiosi di sapere a che punto della storia si inseriscono gli Ivalys….ora. La loro musica, come precedentemente esplicitato, si basa perlopiù sull’utilizzo di una voce femminile pulita, accompagnata da chitarre distorte e ritmi molto potenti. Ad un primo ascolto, risultano banali, e non particolarmente interessanti. Ad un secondo ci si incastra in testa l’opener “Within Flesh”, sapientemente costruita per restare in testa, grazie a melodie sempre orecchiabili e ad una potenza sonora, non devastante ma notevole. Al terzo ascolto (questo, come i precedenti, rigorosamente in cuffia), ci permette di scovare i piccoli accorgimenti di produzione: dall’inserimento di abbellimenti affidati all’elettronica, ai giochi di riff condotti dai due chitarristi. Ci si rende così conto, di quanto, in realtà, a fondo la musica sia abbastanza studiata (lungi da me gridare alla sopraffina tecnica o al virtuosismo!). C’è dunque qualcosa di buono, da prendere in piccole dosi (i dieci brani infatti, ascoltati insieme risultano uno la sovrapposizione dell’altro, hanno poca storia a sé, ed è difficile trovare più di uno o due brani che riescano davvero ad emergere). In conclusione, dopo svariati ascolti penso di poter sciogliere i miei dubbi, dicendo che se siete appassionati di Lacuna Coil o meglio ancora di Ravenscry, troverete certamente degli ottimi spunti nella musica degli Ivalys. Se invece continuate a non arrendervi e a voler seguire l’antica scia gotica, dedicatevi al riascolto forzato di discografie altrui!
Voto: 6,5/7
Website: http://www.ivalys.com/
Line-up:
Loris Guillen – basso Pablo San Martín – batteria Nicolas Rey – chitarre Jessica Donati – voce Stanislas Dinnequin – chitarre
Tracklist:
1. Within Flesh 2. Nothing Grows 3. Haven 4. Disclosure 5. Lumen 6. As It Wanes 7. Enclosure 8. The Passengers 9. Instill Light 10. Fragments
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