Recensione Angra - Aurora Consurgens |
Scritto da The Somberlain |
Martedì 17 Agosto 2010 09:33 |
Angra - Aurora Consurgens (SPV 2006)
Le sorprese non finiscono mai in casa Angra, e ce lo dimostra il nuovo “Aurora Consurgens”, sesto full lenght del gruppo brasiliano e terzo con la nuova formazione. E pensare che solo 5 anni fa sembrava che il quintetto di San Paolo si dovesse sciogliere, quando tre quinti della band lasciarono per formare gli Shaaman. La line up è stata sconvolta brutalmente, ma gli Angra non si sono arresi e hanno inciso prima il discreto “Rebirth”, poi il superlativo “Temple Of Shadows”, concept album veramente intrigante e maestoso. Stavolta i carioca puntano su una maggiore pesantezza sonora e su un’aggressività che li fa uscire dagli schemi stereotipati del power melodico. Le canzoni procedono scorrevoli nonostante le strutture articolate, anche se a volte i nostri insistono troppo con gli assoli della coppia Loureiro/Bittencourt, molto tecnici, ok, ma spesso prolissi (vedi “The Course Of Nature”). Invece la voce di Edu Falaschi è molto espressiva, sia nei momenti più aggressivi (“The Voice Commanding You”) che in quelli più tranquilli (“Ego Painted Grey” oppure “Breaking Ties”), e il tutto è supportato da una sezione ritmica impeccabile, dinamica e varia. La direzione intrapresa dai brasiliani però non è solo meno power, ma è anche più indirizzata verso il progressive dei Dream Theater (soprattutto nelle parti acustiche) e ci mostra una band in continua evoluzione, che è stata capace di cambiare radicalmente dai già grandissimi albums “Angels Cry” e dal capolavoro “Fireworks”. Meritano di essere menzionati anche i testi, basati sull’ “Aurora Consurgens” di San Tommaso D’Aquino, che dà il titolo all’album, intelligenti e per nulla scontati, come invece troppo spesso accade in questo sottogenere. Un lavoro egregio, insomma, una lezione di power metal per tutte le bands che scopiazzano qua e là da gruppi come Helloween e Gamma Ray, e che pensano che l’unica qualità necessaria per la realizzazione di un buon album sia una voce ultra acuta e un doppio pedale. Invece cose più importanti sono, per loro sfortuna, creatività ed espressione, e gli Angra ne hanno da vendere. 8,5/10 Web: Lineup:
|