Rotting Christ - Kata Ton Daimona Eaytoy (Season of Mist - 2013)
Finalmente il nuovo album dei Rotting Christ! La band greca, dopo il buon Aealo, ritorna in studio e si fa carico di rispettare le aspettative derivanti da un nome storico del panorama underground estremo e, diciamolo, la missione è compiuta. Kata Ton Daimona Eaytoy (da adesso KTDE) è un prodotto compatto, ispirato e che prosegue il discorso lasciato in sospeso con il precedente disco. Non ci sono brusche sterzate nel sound del gruppo, né novità epocali, visto che stiamo parlando di una band con 25 anni di attività sulle spalle, ma KTDE afferma inequivocabilmente che i Rotting Christ sono un gruppo che maneggia il sound estremo con competenza. I suoni sono più corposi (le chitarre soprattutto) e le composizioni variegate quanto basta, pescando dalle tradizioni occulte della storia dell'umanità. Nel disco troviamo i punti forti della band: chorus potenti, melodie subdolissime che si insinuano nelle orecchie dopo pochi ascolti e un afflato epico di prim'ordine. Se nel passato la band fondava il proprio sound e imponenza sul riffing, da diversi anni a questa parte Sakis&Co. sembrano optare per dare sostanza tramite l'uso di tastiere e cori, lasciando le chitarre a fare da substrato (se non in alcuni episodi). Alcune critiche, però, sono da fare: in alcune canzoni si nota una certa concessione al mestiere, qualche ridondanza nel riffing (In Yumen-Xibalba si gioca tutta su un riff tirato all'estremo) e non mancano occasioni in cui alcune melodie sono simili a quelle presenti nei dischi precedenti, ma la qualità generale di KTDE non ne risente. Episodi di nota? La preghiera blasfema di Grandis Spiritus Diavolos, la cover di Cine Iubeste Si Lasa, 666 (con quell'epicità a fior di pelle) e Welcome To Hel, traccia contenuta nella versione deluxe ma che avrebbe avuto, a buon diritto, le caratteristiche per essere inserita nella tracklist ufficiale. Cosa si può voler di più? Forse un disco più coraggioso? I Rotting Christ optano per proseguire una tradizione fortuna iniziata con Theogonia e gliene si da atto. Nel prossimo, però, sarebbe bello ritrovare la chitarra più aggressiva e capace di fornire quel quid che faceva grandissimi gli album passati.
VOTO: 8/10
Lineup: Sakis Tolis - voce, chitarre, tastiere, basso, songwriting e lyrics Themis Tolis - batteria |