Anguish Force - Anguish Force (Autoprodotto 2003)
Metallo, metallo, perdonami perché so quello che sto facendo… mi capita finalmente di ascoltare i “famosi” anguish force, formazione power-thrash bolzanina con una discreta attività live e la comune fama di band che “spacca”. Ascoltando il loro lavoro del 2003 però c’è molto di cui scuotere la testa, e non certo per l’entusiasmo. L’album è sforzato, le canzoni banali, soltanto in alcuni rari casi si riescie a far affiorare un certo entusiasmo; si aggiunga a ciò una produzione per certi versi non certo precisa, strumenti sovrapposti male, una voce non capace di rendere come dovrebbe ed ecco il guaio. Tralasciando proclami triti e ritriti come “death to the false metal” (e poi bella foto da tamarri con gli occhiali da sole da fighetto), veniamo subito all’album che parte con una sconnessissima intro “Impact” dove chitarra e sezione ritmica non hanno il minimo coordinamento, e prosegue con il buonismo superficiale filoamericano di “11th September” che trova un testo degno da seconda media (non certo per la parzialità, ma proprio per parole e concetti), a stroncare la potenza che l’opener avrebbe potuto vantare dal punto di vista strumentale (terrificante l’urlo del cantante in apertura, che ha l’aria di essere una connetta aggredita). Una intro di batteria che poteva essere anche tralasciata introduce “Maiden Of Iron”, una cavalcata in cui si tenta l’epicità. Nuovamente gli strumentisti creano una buona mistura, di nuovo rovinata da un testo banale e poco musicale e una prova vocale abbastanza scontata. “Space Station 074” parte bene e trascina già di più, un testo migliore, se non per fantasia, almeno per musicalità, se non fosse per il ritornello che resta si in testa, ma che sembra preso da una canzone dei backstreet boys… fate voi. “The Legend Of The Thunder” comincio a capire leggendo i credits quale sia il problema della band: testi e musica sono praticamente tutti (a parte due collaborazioni) nelle mani del chitarrista solista. Se manca l’elemento gruppo nella composizione si finisce per non riuscire a rendere bene. Infatti la sopraccitata canzone, a parte alcuni dubbiosi stacchi di batteria che saltano alle orecchie, passa senza gloria. “Cause Of Death” è inaspettatamente un bel pezzo, forse il migliore dell’album, ben fatto ben concluso. Peccato duri così poco e lasci lo spazio all’ostentato machismo alla Manowar di “The Way Of The Warrior” che non è suonata male e neanche mal cantata, ma che presenta di nuovo un testo-sigla da cartone animato. “The Pharaoh’s Grave”: è stato provato che il “riff orientaleggiante-abbinato ad intro di tamburi muti” prima o poi lo provano tutti e che l’argomento medio di queste canzoni è la terribile maledizione del faraone. Il pezzo non delude le basse aspettative di originalità, per quanto risulti abbastanza trascinante nella prima parte, prima dello stacco infinito di tastiere. Di “Return To The Mountain” dirò brevemente che si salva soltanto il bridge, mentre il resto della canzone fa più ridere che terrore. “Vampire” invece neanche quello. Trito e ritrito luogo comune che ancora mancava all’album, dopo il faraone, il viaggio nello spazio, l’assassino misterioso e la canzone sui vichinghi. In sostanza c’è ben poco da salvare, ascoltatevi “Horror Show” degli Iced Earth piuttosto. Non mi sono mai piaciuti i gruppi in cui fa tutto una persona sola, in quanto dimostrano scarso impegno collaborativo, o, peggio, monopolio produttivo, il che ammazza la musica. Speriamo che l’album del 2005 che dovrò recensire tra un po’ mostri qualche maturazione.
4/10
Website: www.anguishforce.com
Lineup: Tommy Ti.Grotto - voce e cori Luigi Guarino D - chitarra ritmica e solista Luck AZ - chitarra ritmica Simon Baffo - basso Eppacher - batteria
Tracklist: 01. The Impact 02. 11th September 03. Maiden Of Iron 04. Space Station 074 05. The Legend Of The Thunder 06. Cause Of Death 07. The Way Of The Warrior 08. The Pharaoh’s Grave 09. Return To The Montain 10. Vampire
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