Anguish Force - City Of Ice (Autoprodotto 2005)
Anno nuovo vita nuova, solita solfa. Cambiano alcuni membri della band, ovvero tutti eccetto le chitarre (il che mi da da pensare a ciò che scrissi sull’album precedente riguardo il songwriting) ma gli Anguish Force restano saldamente ancorati alle proprie limitazioni, suonano bene per quanto le registrazioni siano un po’ zoppicanti di precisione qua e la, ma resta una band dai contenuti superficiali, o peggio, dai tentati e falliti profondi contenuti, che finiscono per rendere ridicolo un album che magari, se un po’ più grezzo, poteva andare meglio: “Chrash!” apre l’album con un assolo di chitarra in modo parallelo ed uguale al precedente “ 2003”, segue un pezzo, “Anguish Force” che dovrebbe essere una intro lanciata, e che effettivamente lo sarebbe eccettuando che il cantato sembra uscire da un’osteria, e il testo dalla solita seconda media. Banale insomma. “Evil Heart” può ricordare in alcuni passaggi “Heaven Can Wait” dei Maiden, ha un riff potente e si può anche affermare che Batterista e Cantante nuovi sarebbero migliori dei precedenti, se non fosse che le seconde voci che sembrano essere cercate ossessivamente in ogni ritornello non fanno che ingoffire gran parte dei punti in cui intervengono, risultando poco intonate. “Man From The Alps” riesce finalmente ad innalzare la media, nonostante le stonature del cantante e le solite seconde voci che incasinano il tutto. Pregevole il lavoro di batteria e particolarmente trascinante il rifforama. Resta solo da chiedersi la buona fede di questa canzone, che è dedicata alla maggiore fonte di guadagni della provincia di Bolzano: l’uomo del Similaun. Interesse culturale o pubblicità in cambio di contributi? Il pezzo comunque resta bello. “City Of Ice” mah… il cantato sa un che di punk adolescenziale, simpatica invece l’idea del continuo alla storia di “Station 074”, banale e un po’ pacchiana la seguente “Claustrophobia”. “God Against God” maideniana, di nuovo canzone sull’antico egitto (alè!), questa volta sul secondo luogo comune della mitologia egizia, ovvero Seth e Horus. Il groove in fondo non è male, il finale riesce quasi ad emozionare. Quasi. “My Land” fa rizzare i capelli. Davvero non capisco il senso di certe banalità… e come non ci si renda conto che le seconde voci sono stonate, il testo è una tamarrata inascoltabile e la canzone è perfettamente inutile. Facendo anche gli acuti per dare una certa serietà al tutto. Ma per favore. “The Metal Hymn” il pubblico finto (fischia pure!)… eh ce ne sarà bisogno… scusate il sarcasmo, ma se volete sentire un vero inno al metal risparmiatevi sta canzone. Prendetevi un buon album dei manowar. Almeno loro le tamarrate le fanno bene. A salvare capra e cavolo (e il finale dell’album) interviene “Mengele” pezzo thrash che inaspettatamente ha una potenza e carica devastante. Il pezzo migliore del disco, anche il testo è sopra la media degli altri. Mi chiedo come mai gli Anguish Force non si dedichino a più canzoni così, non farebbero certo queste figure. Un buon pezzo non salva un album. Soprattutto, peccato vedere che il gruppo non ha capito ancora il proprio punto debole, la vuotezza e spiacevolezza di liriche e vocals, che condannano il collettivo ad un altro brutto voto.
4,5/10
Website: www.anguishforce.com
Lineup: Tommy Ti.Grotto - voce e cori Luigi Guarino D - chitarra ritmica e solista Luck AZ - chitarra ritmica Simon Baffo - basso Eppacher - batteria
Tracklist: 01. Crash! 02. Anguish Force 03. Evilheart 04. Man From The Alps 05. City Of Ice 06. Claustrophobia 07. God Against God 08. My Land 09. The Metal Hymn 10. Mengele
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