Motörhead - Aftershock (UDR - 2013)
Quante volte è stato scritto e detto che la band di Lemmy si sta ripetendo? Più o meno dal 1978, mi sembra. Comunque, battute ironiche a parte, il nuovo lavoro degli inglesi è un appiglio sicuro come una roccia. Sai quello che ti tocca appena metti su il Cd e vai a schiacciare Play. Siamo nel 2013 e Lemmy&Co. non accennano a diminuire le bastonate nei denti, anche se sanno già il movimento per dartele. Vogliamo fargliene una colpa? Sia mai! Ci sono band che sanno fare bene solo certe cose e in quelle sono degli idoli, i Motörhead sono una di quei gruppi. Prendono il metal, prendono il rock'n'roll, il blues li frullano con le lyrics di Lemmy e siamo di fronte ad Aftershock. Nel disco si trovano un paio di arsure blues (Lost Woman Blues e Dust and Glass). molti episodi dagli ottani pompati e nitroglicerina nelle vene (Heartbreaker, End of Time o Silence When You Speak To Me, ad esempio) ed il solito ritmatissimo trademark rock'n'roll che conosciamo. L'album si fa ascoltare, ripetutamente e con gusto, e questo, per una band che ha decenni di storia sulle spalle, non è da poco. Lemmy si distingue sempre per il suo carisma dietro il microfono ma è il buon Campbell che fa la parte del leone con riffing ficcanti ed energici, dosando perfettamente quando c'è da essere sugli scudi e quando si può proseguire il discorso puntando sul ritmo o sul feeling blues. Ci sono episodi negativi? No. Episodi negativi in assoluto non ce ne sono, anche se Death Machine e, forse, Knife, sono sottotono e appaiano quasi come un filler o un'episodio meno mirato di un disco che sa colpire e convincere in egual misura. Possiamo definirlo capolavoro? Anche in questo caso, no. Non lo è, ma è difficile riuscire a tirar fuori un capolavoro quando il primo omonimo disco è uscito 36 anni prima. Obiettivamente molto difficile. Quello che bisogna fare è essere coerenti ed onesti con sé stessi e Lemmy lo è. Lo scorso The Wörld Is Yours mi era piaciuto, questo Aftershock conferma lo stato di salute di una band, i Mötorhead, che ha ancora qualcosa da dire ed insegnare alle generazioni future.
VOTO: 7,5/10 |