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Recensione Avantasia - The Metal Opera Pt II
Scritto da Edo   
Martedì 17 Agosto 2010 10:08

Avantasia - The Metal Opera Pt II (Century Media 2002)

 

avantasia-metalopera2"The Metal Opera Part II": ecco il concept migliore in ambito Power di tutto il 2002.
Pur non essendo un patito di questo genere così ormai trascurato perché troppo ripetitivo, devo solamente ammettere con grande piacere che la genialità di Tobias Sammet, leader degli Edguy, raggiunge il massimo.
L'album è interessante, accattivante, piace, si fa adorare per la sua complessa varietà di strumentazioni...oltre ad essere il continuo di quel buono ma non perfetto episodio precedente "Metal Opera Part I" e il "luogo di ritrovo" di tanti musicisti affermati in particolare nell'ambito Power Metal internazionale, con qualche piccola eccezione di "diversità di stile" nella line-up.
Il concept, come spiegato in un'intervista dal leader Tobias Sammet, si incentra sulla corruzione che la Chiesa Cattolica aveva raggiunto in passato: ovviamente l'eccezionale musicista spiega che non c'è alcun fine specifico se non parlare di un fatto storico, dato che odia contrapporsi alla religione e attaccare la Chiesa per ogni inutile motivo.
L'ambientazione del concept però rimane sempre fantastica, con l'intervento di personaggi delle fiabe, come Elfi e Gnomi, a contrapporsi al clero, formato da un eccezionale cast, come Michael Kiske (ex-Helloween), David De Feis (Virgin Steele) e molti altri celebri cantanti.
Solo per ascoltare la prima canzone dell'album, "The Seven Angels" vale l'acquisto dell'opera: rappresenta pura genialità, in un genere musicale privo di vita ormai da troppi anni. Maestosi cori iniziali portano al tema principale dove ad uno ad uno si presentano tutti i personaggi della storia. Tastiere con violini di sottofondo, chitarre elettriche perfette sulla batteria di Alex Holzwarth (Rhapsody), grande rivelazione dopo alcuni deludenti lavori del passato. Il ritornello è sublime: tutti cantano insieme su una melodia unica che invoglia l'ascoltatore ad imparare a memoria il testi dell'intero brano.
I diversi timbri di voce poi incidono molto sulla resa del pezzo, soprattutto nel finale, dopo un lungo stacco di due assoli di chitarra (Henjo Richter dei Gamma Ray e Timo Tolkki degli Stratovarius), dove si inserisce una maestosa parte strumentale di soli violini...e via i cori colossali.
Questo finale è addirittura commovente quando si inserisce un pianoforte eccezionale che si collega al resto del brano con efficacia...per farlo diventare forse uno dei migliori del Power Metal, grazie anche alla splendida voce di Kai Hansen (Gamma Ray, ex-Helloween). Vi lascio all'ascolto, poiché le mie parole non possono esprimere con maggiore chiarezza cos'è veramente "The Seven Angels", che si chiude dopo 14 minuti di perfezione.
La seguente "No Return" lascia quel Metal Classico che ho appena menzionato per continuare sulla scia dei soliti gruppi della scena mondiale quali Edguy, Freedom Call e Gamma Ray. Banali i riffs, nonostante un apprezzabile ritornello e l'immancabile assolo centrale di Richter che si collega ad un finale corale.
Anche "The Looking Glass" non è una canzone simbolo, anche se bisogna riconoscere le immense idee musicali che Sammet ha avuto per formare e costituire un album di tale proporzione; in questa i riffs sono abbastanza sorprendenti, anche se il ritornello è pressoché scontato.
Meravigliosa è invece "In Quest For", dialogo tra Sammet stesso e Bob Catley (Magnum) su un pianoforte suggestivo; rappresenta con dolcezza e musicalità uno stacco melodico per introdurre la seconda delle tre parti in cui l'album mi pare suddividersi.
Infatti la cattiva voce di David De Feis si staglia sulle chitarre che con la batteria mantengono un ritmo molto sostenuto nella molto convincente "The Final Sacrifice", introdotta da un organo da chiesa.
E anche la successiva "Neverland" è altrettanto interessante musicalmente; qui, sopra una melodia disegnata da due chitarre elettriche, canta Rob Rock (Warrior) con la sua voce piena ed espressiva. La strumentazione di sottofonfdo comprende solo batteria e basso, ma il risultato è ottimo.
La settima traccia "Anywhere", contraddistinta dagli accordi di un pianoforte, per me costituisce il secondo stacco prima del gran finale: soprattutto qui Richter si abbandona al più bell'assolo non solo dell'album, ma della sua carriera, prima del ritornello che chiude, con voci unite e acute su un ritmo da ballata eccezionale.
Fino a questo punto il voto dell'album sfiorerebbe livelli altissimi...ma purtroppo le ultime canzoni non sono così dirette all'ascolto come molte delle precedenti.
Al di fuori della buona "Chalice of Agony", dove appare in splendida forma Andrè Matos (Shaman, ex-Angra), le ultime due "Memory" e "Into the Unknown" sono semplici e non coinvolgono particolarmente. Nell'ultima additittura la dolcissima e magnifica voce di Sharon Den Adel (Within Temptation) è quasi sprecata, dato che la brava e bella cantante non si adatta a toni così gravi, abituata con il suo Gothic a raggiungere livelli sonori impensabili. Il coro conclusivo è quasi penoso, con tutti i personaggi dell'opera che si uniscono a chiudere.
Ma il risultato è sempre ottimo, grazie ad alcune melodie che rimangono impresse nella mente anche dopo un solo ascolto. Consigliatissimo l'acquisto perché Sammet non ha mai composto così bene nè in tutta la sua permanenza negli Edguy con il loro banale Happy Metal, nè con il primo episodio di Avantasia, discreto ma non a questi livelli.
Dalle note della seconda parte infatti sgorga il sentimento e le emozioni sono assicurate.
Come già preannunciato, pur non essendo un amante del genere, essendo rimasto così colpito dalla pubblicazione di quest'album, credo che lavori passati come "Keeper of the Seven Keys" o "Imaginations from the Other Side", pur se differenti, vivino ancora e che il vero Power Metal non sia morto come molti affermano: si è solo assopito aspettando qualche band che riapra lo scenario mondiale con dischi come "The Metal Opera Part II", a mio parere capostipite di un nuovo genere che si può chiamare come Classical Power Metal.

8,9/10

Web: www.tobiassammet.com

Lineup:
Tobias Sammet - Voce, pianoforte, tastiera, orchestrazioni
Eric Singer - Batteria
Timmo Tolkki - Chitarra
Henjo Richter - Chitarra
Jens Ludwig - Chitarra
Markus Grosskopf - Basso
Alex Hozwarth - Batteria

Tracklist:
1
.  The Seven Angels
2.  No Return
3.  The Looking Galss
4.  In Quest For
5.  The Final Sacrifice
6.  Neverland
7.  Anywhere
8.  Chalice Of Agony
9.  Memory
10.  Into the Unknown