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Recensione Marduk - Frontschwein
Scritto da Stefano   
Sabato 07 Febbraio 2015 15:20

Marduk - Frontschwein (Century Media Records - 2015)

La bestemmia in musica. Ecco come ha descritto un mio amico la musica dei Marduk. E come dargli torto?
Ogni volta che ascolto i Marduk un paio di santi vengono spinti giù a forza dal Paradiso. E Satana sorride soddisfatto. Frontschwein è nello stesso tempo operazione nostalgia e un grande passo avanti per la formazione svedese. Morgan&Co. non sono nuovi a sporcarsi le mani con tematiche di guerra (vedasi Panzer Division Marduk, Iron Dawn e alcune tracce contenute in Plague Angel), ma mai come in Frontschwein il loro intento è stato spudoratamente quello di descrivere il tormento e l’orrore della guerra, lasciando il messaggio satanista ai box.
Dove Panzer Division Marduk sparava veleno e blasfemia sotto tonnellate di messaggi guerreschi, Frontschwein è la guerra in sé. La band riprende il discorso lasciato in sospeso su Serpent Sermon, album che alternava bene momenti di furioso black metal a più atmosferici mid-tempo, e lo brutalizza. Paradossalmente sono i pezzi più veloci, quelli con cui i Marduk sono diventati i Marduk ad essere i “meno convincenti”. Meno convincenti perché te li aspetti, hanno l’aggressività, il dito medio alzato e tutti i ricchi premi e cotillon che ci si aspetta (Frontschwein e Rope Of Regret, mentre Falaise-Cauldron Of Blood è più ordinaria, ma ha una velenosa melodia che lo percorre sullo sfondo) e non c’è niente di nuovo. Dove la band sembra più in palla, invece, sono i mid-tempo e lo fa con orgoglio sfrontato: in questi anni Morgan si prodigato nello spremere fuori dalla chitarra dei brani efficaci e non solo lunghi ed ossessivi. Riuscendoci anche.
Ed ecco che arrivano brani come Nebelwerfer (una delle migliori del CD), Wartherland, 503 o Blonde Beast (seppur un mezzo gradino sotto le precedenti tre) che sono ferali e pericolosi come, e più, della title-track, per esempio.
Non c’è dubbio che la nuova veste calzi a pennello su questi adoratori del Demonio e della Guerra, ma il mid-tempo à la Marduk non sarebbe perfetto se non ci fossero brutali espressioni di violenza come Afrika o Thousand-Fold Death.
Doomsday Elite è forse il compendio del suono dei Nostri del 2015: Mortuus che scatarra e bercia testi sull’avanzata delle truppe tedesche verso Est (e nell’attacco al terzo verso si sente una linea vocale simile a Into Second Death), il duo Widigs-Devo è poderoso e veloce mentre il chitarrista disegna riffing ossessivi e circolari. Il tutto senza perdere di interesse nei suoi 8 minuti di durata. Non sarà Panzer Division Marduk con il suo black metal furente e demoniaco, ma che il Demonio mi prenda se non è un disco con i controcoglioni.

Ultimo aggiornamento Sabato 07 Febbraio 2015 15:21