Recensione Backyard Babies - People Like People Like People Like Us |
Scritto da Reaper |
Martedì 17 Agosto 2010 12:31 |
Backyard Babies - People Like People Like People Like Us (BGM 2006)
It’s only rock ‘n’ roll…but I like it”, cantavano i Rolling Stones, più di trent’anni fa ma si addice perfettamente al caso dei B.B., è soltanto un cd rock, ma cazzo, quanto piace. Il loro misto di rock grezzo, glam, punk e melodie “commerciali” (non a caso i video dei due singoli passano su MTV anche se a notte fonda) ti conquista al primo ascolto e non ti lascia più, tanto che capita di ritrovarsi durante la giornata a canticchiare le canzoni qui contenute. Ad aprire troviamo la title-track figlia di quel rock sparato in faccia e di certo punk che in due minuti ti risolve tutto. Più lenta la rocciosa “Cockblocker blues” che sulle strofe ricorda l’impostazione di “Back in black” (solo l’impostazione eh…) e sul ritornello accelera (facendomi venire in mente “Garden of Eden” dei Guns). Il primo singolo “Dysfunctional professional” ritorna a quel rock sguaiato imbastardito col punk regalando il primo tormentone sotto forma di un ritornello che ti gira in testa e non puoi fare a meno di cantare. “We go a long way back” è un altro pezzo stradaiolo come non mai che potrebbe benissimo essere uscito da un cd degli Hardcore Superstar. Con “Roads” arriviamo alla ballata che sfodera la chitarra acustica (ma anche l’elettrica) e a cui la voce roca di Dregen dona quel tocco in più…molto molto anni ’80. “Blitzkrieg loveshock” è una punk song innestata da un pizzico di rock (soprattutto negli assoli di chitarra). Ed ecco quello che secondo me è il miglior pezzo “The mess age (I could I be so wrong)”, canzone dal ritmo trascinante e saltellante che rende impossibile stare fermi (spettacolari gli ingressi di tastiera nel ritornello). “I got spades” risente di nuovo delle influenze punk (soprattutto nelle strofe) ritornando al rock nel ritornello. Rocciosa e anthemica “Hold ‘em down” sembra un brano fatto apposta per il live, da cantare a squarciagola sollevando i pugni. Ancora street-punk in “Heros and heroines” più stradaiola e marcia che mai. Sorvolando su “You cannot win” che si assesta sulla linea degli altri pezzi, andiamo a concludere con “Things to do before we die” (già il titolo è una figata) che ci offre un rock scanzonato, cantato in coro e accompagnato da un battito di mani collettivo a tenere il tempo. In conclusione: i quattro svedesi si confermano oggi più che mai gli alfieri di quel rock che fa ballare, cantare, saltare, pogare, urlare…insomma divertire e questo cd si assesta al livello delle loro migliori produzioni (uno su tutti “Total 13”). 8/10 Lineup: Tracklist: |