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Recensione Lindemann - Skills In Pills (2015)
Scritto da Stefano   
Martedì 15 Settembre 2015 14:58

Non essendo un recensore prezzolato, posso permettermi di arrivare con mesi di ritardo a recensire l’esordio solista di Till Lindemann (meglio conosciuto come il frontman dei Rammstein).
Ad onor del vero ho ritardato il più possibile, proprio perché non riesco a trovare una valutazione obiettiva a questo progetto. Ci ho tentato, giuro, ma ogni volta mi sono perso a pensare ad altre cose. Vorrà dire qualcosa?
Il fatto è il risultato dell’unione fra il polistrumentista Peter Tägtgren e il singer Till Lindemann, non porta necessariamente ad risultato superiore alla somma delle singole parti, anzi. SKILLS IN PILLS dei LINDEMANN è, e non lo nasconde mai, un disco dei PAIN con alla voce Quello dei Rammstein. Niente di più, niente di meno.
Non ci sono i groove marziali dei tedesconi e niente di quello che caratterizza la band della ex-Germania dell’Est. Ci sono, invece, tutti gli elementi del sound PAIN: melodie catchy, suoni bombastici, tastierine, chorus bubblegum e l’attitudine che mischia il suono metal e la componente quasi (ma solo in maniera tangente) radiofonica.
I brani di Skills In Pills è questo, con la parte deprimente di un inglese stentato (Lindemann maneggia meglio il tedesco, ma và?, e con l’inglese si arrabatta come può e si sente…) e testi che, in molti casi, sono pressoché imbarazzanti (Golden Shower è una cosa rabbrividente). Possiamo anche soprassedere sull’inglese pericolante, molti dei singer stranieri non maneggiano bene la lingua della fredda Albione, ma la qualità dei testi è comunque necessaria. E quelli di Skills in Pills non raggiungono la sufficienza.
A questo particolare si aggiunge anche la pochezza del prodotto musicale in sé. Se all’ascolto si notano più gli hook al progetto Pain, a qualche ora di distanza non c’è un singolo riff che rimanga in testa o un pattern o qualcosa. Il che, da che mondo è mondo, è il viatico perfetto per far finire il CD nel cimitero degli elefanti: quel posto triste in cui vengono messi i CD che, dopo i ripetuti ascolti iniziali, vanno a svernare fino al momento della totale, inevitabile, dimenticanza.
Discorso diverso va fatto per i chorus. Ecco, su questo nessuno ha niente da obiettare: la band (Tägtgren e solo lui) sanno come fare un coro da piantare subito nel cervello. Tutte, e dico tutte, le canzoni del CD hanno lo stesso procedimento: parte dimenticabile, chorus lucente e scintillante, altra parte dimenticabile. Il gioco è fatto.
Capite anche voi che, pur amando i Rammstein e le opere dello svedese – Hypocrisy-, questo Lindemann mi sembra un po’ troppo piatto e deludente?
Lo ascolto, sorrido e lo dimentico.

Il disco, nella versione deluxe, si chiude con That’s My Heart, l’unica canzone di Skills In Pills composta sia da Tägtgren che da Lindemann. La differenza si sente, allontanandosi dalla sensazione PAIN + Lindemann e avvicinandosi al concetto di band e proponendo un mix fra i Pain meno poppettoni e i Rammstein più orchestrali di Liebe Ist Für Alle Da.

Ultimo aggiornamento Martedì 15 Settembre 2015 14:59