Recensire questo disco è difficile. Diciamolo subito, l’album è molto bello, sia nelle parti di puro Death metal che in quelle più sperimentali. Ma il problema è un altro. E’ che non riesco ad essere obbietivo. Punto uno: ho avuto il piacere di conoscere i fioi, e mi stanno pure simpatici. Punto due: quest’album è pregno di atmosfere montanare, sia nel mood che nelle tematiche, ed io che da casa mia ho l’orizzonte libero solo a sud, le sento facilmente mie. Per questo motivo, cerchiamo di fare un analisi il più sterile possibile: si tratta di un Death metal con molte contaminazioni e, come avrete capito, le contaminazioni sono di tipo “montanaro”, quindi cori alpini, strumenti rurali, rumore boschivi, interventi in dialetto bellunese e chi più ne ha più ne metta. Non tutte le canzoni sono contaminate: alcune sono puro Death metal, altre invece hanno leggera contaminazione e, infine, ci sono quelle che sono contaminazione pura. Il risultato, beh a me piace, soprattutto le parti contaminate, anzi se devo essere sincero, la canzone col testo in italiano, Spettri nella steppa e col di lana (col suo coro alpino finale), sono di gran lunga le migliori ma, come spiegato prima, io non faccio testo. Anzi, a quando un disco tutto in italiano?
[by Skan]
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