Recensione God Dethroned - The World Ablaze (2017) |
Scritto da Stefano
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Domenica 27 Agosto 2017 08:45 |
God Dethroned - The World Ablaze (2017)
Dopo l’esibizione scazzatissima al Kaltenbach Open Air, l’idea di sorbirmi un disco dei God Dethroned non era nella top ten delle mie priorità. Sia chiaro, gli ultimi due dischi (Passiondale e Under The Sign Of The Iron Cross) mi sono piaciuti e mi ritrovo ad ascoltarli nei momenti più disparati, ma l’atteggiamento di merda di Henri Sattler mi aveva indisposto. Lo so che è un ragionamento di merda, ma visto che questo non è un mestiere ma una passione, posso permettermi di avere il cazzo girato quando do i soldi e la band timbra il cartellino. Detto questo, e non serbando rancore, mi guardo i due video dell’ultimo The World Ablazegiusto per capirci qualcosa del loro ritorno sulle scene. Mi sparo la doppietta The World Ablaze e On The Wrong Side Of The Wire e ridò fiducia alla band. Mossa sbagliata al 50%, credetemi. Perchè i God Dethroned del 2017 sono lontani compagni di quelli del 2010 (anno di pubblicazione di Under The Sign Of…) e in The World Ablaze, la band fa uso e abuso del mid-tempo che è, a tutti gli effetti, la soluzione più scontata per un disco di death metal con tematiche dedicate alla guerra. Un po’ come quando giochi a calcio e, per evitare di fare qualche bel cross o rischiare un passaggio difficile, ecco che incominci a far melina con il pallone e rompi il cazzo in maniera improponibile alla gente che ti guarda. In questo disco ci sono alcune canzoni che ti fanno ben sperare, che te la fanno annusare, ma poi il resto è un midtempo continuo e indefesso. Può piacere le prime tre volte che lo ascolti, ti farà scapocciare (se non l’hai sentito mille altre volte prima), ma lo sai tu e lo sanno anche loro che non durerà nel tempo. The World Ablaze è un dischello di mestiere di una formazione rimessa insieme che si prende e si molla più delle pseudo-star della nostra televisione. Sette anni di stop dal precedente disco si sentono tutti, perciò vediamo se TWA è solo una buca imprevista sul percorso o Henri Sattler& Co. sono ormai spompi di idee.
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