Recensione Botch - An Anthology Of Dead Ends |
Scritto da Albi
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Martedì 17 Agosto 2010 14:27 |
Botch - An Anthology Of Dead Ends (Hydrahead 2002)
Spaim. Japam. Framce. Vietmam. Afghamistam. Micaragua. (?) Questo é quanto ci viene offerto dalla track list di questo ep postumo della migliore boy band sulla faccia della terra. Richiede un ascolto attento; quanto basta da potersi godere la dinamica di queste nuove sperimentazioni noise - guidate ancora una volta da una chitarra/bisturi che non lascia scampo - dal taglio più "rockeggiante" che metal- ed é forse questo che lo distanzia dal precedente "We are the Romans" - per poi venire travolti dalla furia devastante di un amalgama ritmico senza pari. Chi li ha visti dal vivo sa bene di cosa parlo. Restano pressoché invariati nel suono e nella produzione; quasi non avvesero voluto tradire un marchio ormai noto a tutti che li ha contraddistinti soprattutto negli ultimi lavori. Compatto. Una volta aperto il varco con l'introduttiva "Spaim" sono gli intervalli ritmici di "Japam" a demolire l'ascoltatore, trascinandolo giù fino a "Framce", un trita carni che marcia sempre più ossessivo. "Vietmam" ci riporta con il cuore alle favolose aperture melodico/sperimentali di "C. Thomas Howell As The Soul Man". Atipica - ma non troppo per un quartetto che, fino ad ora, non ci aveva certo abituati alla staticità stilistica - la dolcezza semi acustica di Afghamistam che si sviluppa fino ad introdurre organo e pianoforte in un inciso ambient che non stonerebbe in un disco di Aphex Twin. Quiete, prima della tempesta sonica di "Micaragua". Di seguito al testo di "Vietmam" si legge: "Ever think the world is just one big blubbery warlus ready to sink it's ivory tusks into you? Me too". Ci mancheranno.
8/10
Web: www.botch.net
Lineup: ------
Tracklist: 1. Spaim 2. Japam 3. Framce 4. Vietmam 5. Afghamistam 6. Micaragua
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