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Recensione Diamanda Galàs - Guilty Guilty Guilty
Scritto da Bloody Marha   
Mercoledì 18 Agosto 2010 15:26

Diamanda Galàs - Guilty Guilty Guilty (Mute Records 2008)

 

DiamandaGalas-GuiltyGuiltyGuilty“Guilty, guilty, guilty” ultimo disco live di Diamanda; musicista dalla pressoché impossibile collocazione, che grazie al contributo musicale ha unificato generi agli antipodi (il jazz e il blues non sono estranei nei dischi della Galás e al contempo molti metallari amano le sue sperimentazioni avant-garde). Il disco contiene sette tracce (relativamente poche ma non di breve durata), che sono state registrate tra il 2005 e il 2006 durante alcuni live shows tra New York (alcune durante il “Diamanda’s Valentine’s Day Massacre”)  e Auckland. Diamanda reinterpreta classiche canzoni in bilico tra Eros e Thanatos, amore e morte, in chiave jazz/blues accompagnate dalle atmosfere oscure che caratterizzano da sempre la cantante. Da subito si nota come in questo disco ci sia una sorta di parità tra l’uso del pianoforte, e della voce; come se per una volta Diamanda volesse dimostrarci di saper fare un disco anche senza l’aiuto della sua acclamata e sensazionale voce (quest’ultima viene a volte “placata” per lasciare spazio a brevi ma intensi assoli di pianoforte). Alla terza traccia “Down so low”, la cantante cede, ed eccola lanciarsi in acuti lirici, ma senza scomporsi troppo. Il vero highlight dell’album è rappresentato da “O death”, un pezzo straordinario in cui si fonde la musica tetra – con continui richiami al jazz – i tasti del pianoforte sembrano quasi penetrati con potenza dalle dita abili di Diamanda; a farla da padrone è la voce: schizofrenica, angosciante, un lamento straziante si protrae per un minuto circa e sembra di ascoltare la Galás sperimentale di “Vena Cava” (disco estremamente complesso di solo voce), e poi come se nulla fosse il lamento si ferma quasi alla fine della canzone e torna a prevalere l’atmosfera jazz a chiudere il pezzo. Altra traccia che merita di essere citata è “Heaven have mercy” (originalmente eseguita da Edith Piaf); la canzone è carica di espressività e solennità, quasi un canto funebre. Fondamentalmente “Guily….” è un buon disco di cover, supportato dall’interpretazione personale di un’artista di tutto rispetto, però appunto, è un disco di cover. Preceduto nel 2003 da un altro disco di cover (“La serpenta canta”). Dalla Galás questa volta ci si aspettava un lavoro originale, dopo molti anni; ma a lei prima o poi si perdona tutto, e soprattutto si accoglie tutto ciò che vuole regalarci. Questo disco è per tutti, anche per i metallari, forse per i più affezionati all’operato dell’artista, piuttosto che per i neofiti della cantante greco-americana, sempre e comunque a persone che non hanno il paraocchi o che non si fermano ai primi (capo)lavori di Diamanda.

7,5/10

Web: www.diamandagalas.com

Lineup:
Diamanda Galás – vocals, piano

Tracklist:
1. 8 Man and 4 Woman
2. Long Black Veil
3. Down So Low
4. Interlude (Time)
5. Autumn Leaves
6. O Death
7. Heaven Have Mercy