Dimmu Borgir - Puritanical Euphoric Misanthropia (Nuclear Blast 2001)
Come fare a bissare il successo di un album seminale come "Enthrone Darkness Triumphant"? La miscela di melodia ed extreme metal proposta in quell'album è talmente ben bilanciata da risultare quasi non riproponibile, ma i norvegesi sanno come reagire e dopo un album come Spiritual Black Dimension si concedono una orchestra a supporto del loro sound. La line up varia (via Astennu, dentro Galder; via Tjodlav, dentro Nicholas Barker) e il sound si fa ancora più "grosso", più improntato ad una miscela feroce-decadente. Il black metal esce dai solchi, infettivo, disturbante (anche se i testi, a detta di Silenoz, sono molto meno espliciti e più votati ad una più libera interpretazione), ma spesso e volentieri le ritmiche viaggiano su mid-tempo, ingrandendo la magniloquenza di una sezione orchestrale in carne e ossa (e non come registrazione nelle tastiere). Mustis fornisce prove di talento nel creare quello scenario operistico in cui il gruppo può perpetrare le sue efferratezze (ma anche episodi in solitaria come "Fear and Wonder" e "Perfection or Vanity"), con Shagrath con una voce in continuo mutamento (si senta il suo screaming da "For All Tidd" ad adesso) e la sezione ritmica che macina note su note (si sentano le parti di doppia di Barker, per capire che i Dimmu non scherzano). Le partiture di chitarra, affidate al mastermind Silenoz e al nuovo entrato Galder, sono pulite, veloci e incisive (e, a volte, molto thrash). Nota di merito va a "Kings of the Carnival Creation", che unisce melodia (prova ottima del "nuovo" ICS Vortex), ritmiche telluriche, cambi di tempo e ferocia come ci si aspetta. "Hybrid Stigmata - The Apostasy" è un'altra traccia che mette insieme sezione orchestrale (violini in gran spolvero) e black con perizia e buon gusto. Ma la canzone che si discosta dai tipici canoni dei Nostri è "Puritania", con il suo incedere prettamente industrial, con le vocals di Shagrath filtrate e un uso massiccio dei synthetesizers. La chiusura viene lasciata a "Perfection or Vanity", prima di lanciarsi nella cover dei Twisted Sister ("Burn in Hell"), decisamente un ottimo esempio di mix fra il black e l'hard rock e la ri-registrazione di "Devil's Path". La qualità della registrazione è decisamente invidiabile, tutto diverso dalla qualità schifosa dei classici black metal piece! Ogni strumento è perfettamente registrato, suonato e mixato, il tutto non sminuisce di un'oncia l'impatto, ma ne accresce la qualità della forza.
GIUDIZIO: Album ottimo, che conferma i Dimmu Borgir come uno degli esponenti di punta del panorama symphonic black metal. Molte le canzoni di ottima fattura, qualche traccia meno immediata, ma in complesso un disco che prepara l'avvento del successivo (e acclamatissimo) "Death Cult Armageddon" del 2003.
8/10
Web: www.dimmu-borgir.com
Line Up. Shagrath: vocals Erkekjetter Silenoz: guitar Galder: guitar Vortex: bass, clean vocals Mustis: synthesizers, piano Nicholas Barker: drums
Tracklist: 1.Fear and Wonder 2.Blessings upon the Throne of Tyranny 3.Kings of the Carnival Creation 4.Hybrid Stigmata - The Apostasy 5.Architecture of a Genocidal Nature 6.Puritania 7.IndoctriNation 8.The Maelstorm Mephisto 9.Absolute Sole Right 10.Sympozium 11. Perfection or Vanity
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