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Recensione Doomsword - Let Battle Commence
Scritto da Ragnar Lodbrock   
Giovedì 19 Agosto 2010 15:06

Doomsword - Let Battle Commence ( Dragonheart 2003)

 

doomsword-letbattleLibera nos domine a furore Normannorum
[Liberaci, o signore, dal furore degli uomini del Nord]

Posto che i Doomsword sono il miglior gruppo italiano (i Domine per il momento guardano da lontano e i Rhapsody stanno ancora aspettando l'autobus), analizziamo il loro ultimo capolavoro. Innanzitutto bisogna notare il cambio del batterista (via Grom, dentro Wrathlord), e cosa ancora più importante, anche Deathmaster ora accompagna con la chitarra. Risultato: un sound ancora più tecnico ed elaborato rispetto al precedente album. Do due notizie giusto per dare un inquadramento storico al CD. Anno: 866 D.C., i tre figli del re Ragnar Lodbrock (si, proprio lui) Ubbe, Halvdane e Ivarr, alla testa del temuto esercito danese, assediano York e, dopo una giornata di sanguinosi combattimenti, la espugnano e la mettono a ferro e fuoco. Ebbene, TUTTO l'album è centrato su questo evento, ogni canzone narra dei vari aspetti di questa battaglia. Ma passiamo ad analizzare una per una le varie tracce.
Le danze sono aperte da Heaten Assault . L'inizio è estremamente evocativo, è facile immaginarsi i Drakkar che si avvicinano alla costa, e al contempo l'atmosfera che si trova in Inghilterra in attesa del disastro. Significativo anche il parallelo dei due padri che parlano ai relativi figli (King Aella: "Take a look to the sea, my son, be aware of the sails the waves are carrying on" - King Ragnar: "Take a look to the sky, my son, we shall fill the air with spears to turn black this christian sun"). Ma la parte spettacolare arriva quando l'atmosfera di tranquillità, di calma prima della tempesta, cessa, con l'ultima frase del re Aella: "Take a look to the earth, my son, the whole of England is awaiting for the terror from the North", dando il via alla vera essenza epic/doom della traccia. Verso il ritornello, poi, la batteria carica fino all'esplosione del coro che grida: "Burn ! Jorvik to the ground !", che infine si conclude lentamente, tornando all' atmosfera dell'inizio.
Ma se lo sbarco è avvenuto, la battaglia ha inizio con In The Battlefield . Corni da battaglia. Grida. Strepiti. A mio dire, questa potrebbe essere la traccia migliore dell'album. La musica è di una potenza estrema, in grado di trasmettere egregiamente la furia che si scaglia sulla città di York, con sonorità che ricordano molto quelle di Resound The Horn: Odin's Hail. Il ritornello invece segue la traccia di Onward Into Battle: lo stesso verso viene ripetuto più volte con un crescendo sempre maggiore che precede l'esplosione finale seguita da un attimo di calma, per poi riprendere il ritmo iniziale.
Con Woden's Reign si ha una digressione, la prima, dal tema della guerra. infatti, questa canzone, estremamente cupa e pesante, rappresenta una lode, un omaggio al regno di Odino, e anche in questo caso è abbastanza composita, procedendo sempre in crescendo, con un sound particolarmente doom.
Deathbringer è una canzone oscura e marziale che esprime un non so che di maligno e drammatico, grazie anche ai cori malefici con sottofondo di grida di donne ( e non sono le grida di Pleasure Slave ).
E' il momento di tornare con i piedi per terra, anzi, è il momento di tornare alla battaglia, e The Siege ci riporta in modo violento all'assedio di York. Una canzone strutturata in modo complessissimo e geniale, in modo da esprimere lentamente tutta la potenza, tutta la maestosità che i Doomsword ci portano in tavola. Nulla sembra in grado di arrestare l'incedere inesorabile della musica e del vocal potente e minaccioso di Deathmaster.
Ma eccoci alla luce della luna. La battaglia è finita, e l'aria è silenziosa, non ci sono più urla ne strepiti, come se l'intera città di York stesse dormendo un sonno profondo...un sonno da cui non si risveglierà mai. Ed ecco, in quest'atmosfera maligna, il vero tributo al paganesimo. Il disco si tinge di nuovo di rosso, rosso sangue, con Blood Eagle . Si parla di un antico rituale che consiste nell'estrarre dalla schiena del re nemico ucciso le costole in modo da formare un'aquila di sangue. Cori maligni, suoni di campane, e un'atmosfera oscura, vi trascineranno nel meraviglioso mondo del culto pagano.
La conclusione dell'album è lasciata a My Name Will Live On . Dieci minuti per un inno al valore del guerriero vichingo, che accetta con gioia la morte, come un viaggio verso il Valhalla, che sa che il suo nome sarà ricordato dal mondo attraverso i suoi figli. Un pezzo che racchiude in sè tutti i temi toccati dall'album, come una sorta di riassunto generale.
Voglio citare, per la gioia dei cristiani, la strofa più pagana della traccia:

"A white god house we saw so far
We attack the abbey whitout fear
Our flames grew higher to the sky
A tribute to the one eyed god"


A completare l'intero album ci sono i magnifici inserti in lingua originale ("Sku mod himlen, Halvdane, vi vil fylde luften med spyd så denne kristne sol bliver sort"), che contribuiscono a creare un'atmosfera epica, che non potrà fare a meno di trascinarvi con forza nel mondo dei vichinghi, del paganesimo e della conquista.
Un cd che OGNUNO deve avere e tenere in bella esposizione. Skål.

9,5/10

Web: www.doomsword.com

Lineup:
Deathmaster - Voce e chitarra acustica
Wrathlord - Batteria
Guardian Angel II - Chitarre
Dark Omen - Basso
The Forger - Chitarre

Tracklist:
1.  Heathen Assault
2.  In the Battlefield
3.  Woden's Reign
4.  Deathbringer
5.  The Siege
6.  Blood Eagle
7.  My Name Will Live On

Ultimo aggiornamento Giovedì 19 Agosto 2010 15:12