Recensione Evanescence - Fallen |
Scritto da Reaper |
Martedì 28 Settembre 2010 13:54 |
Evanescence - Fallen ( Wind Up 2003)
Gruppo vero o costruito a tavolino? Questo è il dubbio che da sempre circonda i ragazzi di Little Rock (Arkansas, USA) con la netta divisione tra i fedelissimi pronti a difenderli da ogni critica e i detrattori che li accusano di essere finti. Io non mi ritengo parte di nessuna delle due fazioni anche se a lungo li ho ignorati, finché per motivi sentimentali (sono il gruppo preferito della mia ragazza ovvero la bravissima traduttrice di testi, qua su Murder, Bloody Marha), li ho sentiti…e sorpresa, questo cd non è niente male e le canzoni sono il valido frutto dell’ispirazione, e in quel periodo anche del rapporto sentimentale, di Amy Lee e Ben Moody (quest’ultimo oggi fuori dalla band). “Going under” ci fa capire cosa ci aspetta tra un riff molto nu-metal (sembra uscito da un cd dei Distrurbed), il contorno del pianoforte e la voce di Amy, bassa e dark nelle strofe e melodica e alta nel ritornello. A seguire il tormentone artefice del loro boom “Bring me to life”, dove sui soliti ritmi stoppati alla Disturbed, la dolce Amy e il malefico Paul McCoy dei 12 Stones, dettano con grande effetto, infatti le loro voci si sposano a meraviglia. “Everybody’s fool” continua con i ritmi stoppati che evidentemente piacciono molto a Ben (comunque tranquilli questa volta l’eco dei Disturbed non c’è)…da sottolineare la pausa di quiete dove la voce suadente della vocalist esplode all’improvviso seguendo la scossa elettrica prodotta dal gruppo. Variazione di tema con “My immortal”, ballatona spacca-cuori e scala-classifiche, dove la voce poggia sul tappeto di piano e violini con molta dolcezza (anche se sinceramente preferisco la versione live dove sul finale suona anche la band indurendo il pezzo). Amy ci accoglie su “Haunted” tra suoni elettronici per almeno un minuto per poi andare col loro cliché fatto di strofe lente e solide per poi alzare ancora di più il volume nel ritornello…ottimo l’assolo di Ben che parte sull’acuto di Amy. “Tourniquet” (solo omonima a quella di Manson) ha un feeling più lanciato soprattutto nel ritornello, dove finalmente li sentiamo suonare un po’ più veloci, e soliti complimenti alla prova di Amy (non sarà Tarja dei Nightwish o Vibeke dei Tristania, ma la ragazza sa cantare e ha una bella voce). “Imaginary”, dopo il solito inizio lento e potente, ci fa sognare tra arpeggi di chitarra, pianoforte ed esplosioni elettroniche che rendono il tutto molto poetico. E le note del piano aprono “Taking over me” alternandosi alla chitarra elettrica e infine fondendosi insieme creano una dolce ballata potente se mi passate il termine. Ancora il piano a far da padrone su “Hello” in cui la voce , sentita di Amy, arriva a toccare il cuore con questa ballata intima dove l’unica intrusione tra piano e voce è un fischio di chitarra ogni tanto e dei violini cha aumentano il magone soprattutto sugli acuti mai alti come in questo pezzo. “My last breath” è forse la mia preferita anche se la sostanza non cambia molto. Lo stile è sempre il loro con una base potente unita a violini di sottofondo e suoni elettronici. A concludere il tutto “Whisper” in cui la musica segue la solita linea coadiuvata da un ritornello travolgente e un finale di violini e cori simil-gragoriani. Sicuramente questo cd rende di più ascoltato che descritto, perché nonostante la composizione dei pezzi si assomigli non ci troviamo davanti canzoni fotocopia. Risulta inoltre evidente quanto questo sia un lavoro di Ben e Amy in quanto basso e batteria eseguono il loro compito lasciando ai due il ruolo di protagonisti. Ancora una segnalazione: ad ottobre uscirà il nuovo album e probabilmente sarà la prova del nove vista la defezione di ben sostituito da Terry Balsamo. 8/10
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