Recensione Rotting Christ - Aelo |
Scritto da Stefano |
Martedì 28 Settembre 2010 17:19 |
Rotting Christ - Aelo ( Season Of Mist 2010)
Il pozzo della creatività dei Rotting Christ è lungi dall'essere vuoto, anzi, sembra che più passa il tempo, più Sakis e soci riescano a creare qualcosa che pone sfumature ulteriori ad una carriera lunga di ottimi dischi. Dopo il fortunato ed eccellente Theogonia, i death-blackster Rotting Christ ritornano sul campo di battaglia con AEALO, fusione fra molteplici matrici sonore: il death melodico, il black metal, qualche accenno alla Paradise Lost e il background mediterraneo e, soprattutto, lo sviluppo di idee e percorsi artistici iniziati negli scorsi album. Dall'iniziale title-track alla conclusiva Orders From The Dead (cover della chanteur Diamanda Galas), ci si ritrova catapultati su un terreno di scontro, una guerra in cui gli opliti greci marciano e le carni vengono straziate. Non ci sono vincitori nel disco, solo un freddo sentimento di morte e decadenza espresso tramite tonanti passaggi death-black melodico di marca Rotting Christ e con l'influsso dark nel background. Il coro funebre greco che accompagna l'intera narrazione accentua il senso di sconfitta e aumenta l'epicità delle tracce senza risultare pacchiano o pesante. Le percussività melodiche di Eos Aenaos si fondono proprio con la possenza melodica dell'arrangiamento di Demonon Vrosis (in cui sembra risuonare l'atmosfera bronzea di Icon dei Paradise Lost). La cadenzata Noctis Era e la più veloce e fratturata Dub-Sag-Ta-Ke giocano su marzialità e un certo flavour guerresco, con ripetizioni e epos accentuato. Dove la "semplicità" del testo di Fire Death And Fear rischia di far storcere il naso, ecco che si riscatta con un'esuberanza nel riffing (certi passaggi melodici sono di ottimo gusto) e nel lavoro di batteria, mentre il chorus greco entra nell'ordito regalando sapori mediorientali. L'unico intermezzo del disco è anche il più funebre: Nekron Lahes... è tutto giocato sui vocalizzi del coro e apre la strada per l'iniziale riffing fratturato e la martellante batteria di Pir Threontai (i quali ricordano molto un brano degli ultimi Amon Amarth, ndA). Quando il brano si apre e le chitarre giocano sulle melodie, Pir Threontai sviluppa un senso dell'epica tale da porlo come colonna sonora principale del film 300. Il mid-tempo marziale e il forte spirito recitativo di Thou Art Lord si contrappongo al brano più veloce, freddo e ferale: Santa Muerte. 8/10 Line Up: |