Recensione Riul Doamnei - Apocryphal |
Scritto da Bloody Marha |
Mercoledì 11 Agosto 2010 14:43 |
Riul Doamnei - Apocryphal (Deadsun Records 2009)
Avete presente quando si mette su un disco di un gruppo che non conoscevi, e già dall’opener ti sorprendi e pensi che sia un gran disco? Bene a me è capitato proprio questo con i Riul Doamnei; band black metal, veneta, che onestamente non conoscevo. Prendendo in mano il loro primo full-lenght (preceduto da un demo ed un EP), avevo sorriso vedendo la copertina, all’apparenza piuttosto consona ai criteri ma seppur con qualcosa di più originale. Come ho già detto la seconda canzone (la prima è un’intro) mi aveva molto colpita. Ritmi serrati, violenti riff sfumati da sinfonie in sottofondo, ed uno screaming familiare che prosegue con un’altrettanto comune growling. Si iniziano a captare anche le tastiere caratteristiche del metal nordico dei Dimmu Borgir, mentre alle forme di cantato succitate, si aggiunge un growl “parlato”, cosicché tutto mi è più chiaro. Ce l’avevo sulla punta della lingua quel nome eppure non riuscivo o non volevo pronuncialo, talmente ammaliata dalla maestria, e dalla produzione sublime. Una vera lezione di musica per i gruppetti dei giorni nostri; un “tanto di cappello” dovuto alla performance straordinaria del cantante Federico, e non da meno la prova data dai compagni, sia a livello compositivo che esecutivo. Ma dopo questa sentita sviolinata, torniamo alla dolente verità. Vorrei non ammetterlo, continuare ad ascoltare queste melodie diaboliche (melodie in senso moooolto lato!), senza ripensare ogni cinque minuti che, qualcuno le aveva già suonata a suo tempo. Se avete già avuto modo di ascoltare “Apocryphal”, vi siete resi conto da voi, dell’enorme influenza che i Cradle of Filth (ecco l’ho detto!) hanno avuto sui nostri. Certo un’ispirazione che qualsiasi artista può avere e portare con se nelle proprie produzioni, in quanto si è andata a sedimentare nel proprio background, ma la pecca, difficile da non notare, nei Riul è esattamente lo stile eccessivamente ispirato. Benché in alcuni punti emerga un’indipendenza maggiore, nella composizione, il cantato fatica ancora a scostarsi dai maestri, creando brani, o meglio uno stile assolutamente sfacciato. È difficile per me chiamare questa critica, semplice puntigliosità; allo stesso modo però mi risulta faticoso smontare questi ragazzi con un voto penalizzante, per il “peccato” (scagli la prima pietra l’artista che non si è lasciato almeno una volta prendere dalla smania di imitare i suoi miti) da loro commesso. Sarebbe stato un’otto, ma dimezzo di poco e incoraggio vivamente: all’ascolto i lettori e ad un esame di coscienza e soprattutto più farina (incondizionata) del vostro straordinario sacco alla band. 7,5/10 Web: www.riuldoamnei.it Lineup: Tracklist: |