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Recensione Funeral Mist - Maranatha
Scritto da Stefano   
Mercoledì 16 Febbraio 2011 17:53

FUNERAL MIST - MARANATHA (Norma Evangelium Diaboli - 2009)
I Funeral Mist, per chi non lo sapesse, sono la band da cui proviene Arioch (a.k.a Mortuus), attuale singer dei Marduk. La band svedese è dedita ad una particolarissima forma di black metal, influenzato dalle atmosfere denigranti e rigurgitanti d'odio dell'industrial e non disdegnando di gestire la violenza e l'odio in maniera diversa dai classici gruppi svedesi di black (si senta, per esempio, una traccia come White Stone, con un pulsare di basso subsonico...). Nei Funeral Mist l'atmosfera e le vocals torturate di Arioch hanno un ruolo equivalente alle partiture scorticanti di chitarra e questo ha influenzato non poco le ultime uscite dei Marduk stessi. La band non è prolificissima, pochissimi album sono usciti a nome Funeral Mist, e questo Maranatha è l'ultima prova in studio. Sword of Faith (traccia d'apertura) mischia le due anime, rumorismo e parti industrial e le velocità infernali del black svedese più canonico. Lo screaming di Arioch è un delirio, sfruttando ampiamente un ampio spettro di suoni e tonalità... e, se questo non bastasse, ecco intervenire la tecnologia, che ritarda e produce eco (ricordando molto le linee vocali che appaiono su Wormwood dei Marduk). La lunga Jesus Saves! inizia come classico svedish black metal veloce e infernale... ma non finisce come tale; la band gioca su tensioni e rilascio, puntellandovi il cervello con partiture parossistiche e vocals ieratiche nel loro cataclisma e rilasciandovi per brevi tratti con rallentamenti e un azzeccatissimo arpeggio finale. A New Light e Living Temples sono espressioni del classico martirio black di matrice svedese (batterista sugli scudi, NdA), variegato da putridi rallentamenti. Il coro ecclesiastico, celestiale, cozza terribilmente contro il plumbeo assetto sonoro dei Funeral Mist ma, come non si può distogliere lo sguardo da una scena splatter, anche questo particolare affascina. La lunghissima Blessed Curse sospende l'assalto, per concentrarsi su un mid-tempo elettrizzato: le chitarre sfruttano il classico sound "a motosega", mentre le vocals si dividono fra una declamatoria voce registrata e uno screaming quasi convenzionale.  Il brano è fortemente ipnotico (quanti legami con quella Funeral Dawn di Marduk-iana memoria...), con una chitarra semplice e lineare, ripetitiva e quella batteria sempre uguale, sempre costante e martellante. L'atmosferic black metal risiede anche in tracce come questa. Un inquietante pulsare apre Anti-Flesh Nimbus, nuovamente giocata su ritmiche più lente, con le chitarre più grasse e meno distorte, promotrici (insieme alla sezione ritmica) di un sound apocalittico e totalizzante, talmente pieno da creare un "wall of sound" black metal.
Un disco assolutamente da possedere, dotato di una vena creativa altissima e un songwriting deviato e di spessore. Se avete apprezzato Wormwood dei Marduk, questo album vi piacerà di sicuro; in caso contrario, pace all'anima vostra, vi state perdendo un piccolo gioiello. 

VOTO: 8,5/10

website: www.myspace.com/thefuneralmist 

Lineup:
Arioch (aka Mortuus) - all instruments (except drums)

Track List:
Sword of Faith
White Stone
Jesus Saves!
A New Light
Blessed Curse
Living Temples
Anathema Maranatha
Anti-Flesh Nimbus

Ultimo aggiornamento Mercoledì 16 Febbraio 2011 17:53