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Recensione Satyricon - The Age of Nero
Scritto da Stefano   
Giovedì 28 Aprile 2011 14:38

SATYRICON - THE AGE of NERO lim. edt. (Roadrunner - 2008)

 

 

satyriconAvevamo lasciato Satyr e Frost alle prese con la promozione di Now, Diabolical del 2006 e, al crepuscolo del 2008, li ritroviamo con il nuovo The Age of Nero (in questo caso nell'edizione deluxe - doppio Cd). Il nuovo album è la summa del Satyr-pensiero attuale, sonorità meno true black metal e più un bastardo incrocio fra la sporcizia e freddura tipiche del duo norvegese e le progressioni e il groove musicale del rock'n'roll.
Il primo disco presenta otto brani, con Satyr che usa il suo screaming come un puntello glaciale nel vostro costato e Frost che, seppur sempre relegato in un dorato anonimato rispetto al più loquace front-man, si presta a martellare come un fabbro per tutto il corso del disco, passando da mid-tempo epicheggianti e cadenzati a fulminanti blast-beat e diverse sottigliezze stilistiche (nota di merito nel riuscire a fornire un groove ottimale a tutti i brani, pur mantenendo un'impostazione decisamente extreme metal). Disco compatto questo The Age of Nero, con brani che stazionano spesso su ipnotici mid-tempo (My Skin is Cold, primo singolo del gruppo e neanche il miglior brano del lotto), ma che non disdegna passaggi in velocità e brillanti accelerazioni. Si segnalano Die By My Hand, con i suoi sette minuti di veleno, e le reiterazioni ipnotiche (e il tappetto di doppia di Frost) di Commando e Black Crow on a Tombstone. Notevole anche l'arrangiamento di The Sign of the Trident con parti di doppia alternate a possenti mid-tempo forniti gentilmente da Frost e con un buon lavoro di chitarra e basso (le cui sonorità marce sono perfettamente evidenti). Se Last Man Standing è chiaro black'n'roll, l'ultima traccia, Den Siste, riassume tutto quanto sono i Satyricon attualmente.

BONUS DISC:

Il bonus disc presenta diverse chicche per i fan del gruppo (seppur non inediti).
Oltre alla versione formato Ep di My Skin is Cold (il mixing è decisamente differente rispetto a quella su disco, risultando molto più coesa e plumbea in quest'ultimo), troviamo diverse tracce live.
Live Through Me (Live) con tanto di dissonanze disturbanti e un leggero feeling industrial (tastiere atmosferiche e "orrorifiche").
A Existential Fear-Questions , la cui resa non dispiacerà ai fan del gruppo, segue la veloce e tagliente Repined Bastard Nation (da Volcano, primo disco dopo quel Rebel Extravaganza).
Il mixing dal vivo fornisce un doppio effetto a quest'ultima, lo screaming di Satyr è ancora più marcio e velenoso del solito, mentre il riffing perde un pò la sua abrasiva e tagliente identità black per diventare un corposo rifferama plumbeo e groovy. Mother North non ha bisogno di presentazioni.
Il trittico finale presenta la versione editata di The Pentagram Burns, la riproposizione di Last Man Standing (guitar wall) con un mixing differente e la versione con mixaggio analogico di Den Siste (il suono, seppur non di primo acchitto, differisce in maniera sostanziale).

Voto: 6,8/10

Lineup:
Satyr - voce, chitarra
Frost - batteria
Victor Brandt - basso (session)

Tracklist:
1. Commando
2. The Wolfpack
3. Black Crow on a Tombstone
4. Die by my hand
5. My skin is cold
6. The Sign of the Trident
7. Last Man Standing
8. Den Siste
Bonus Disc
1. My skin is cold (ep version)
2. Live Through me (live)
3. Existential Fear-Question (live)
4. Repined Bastard Nation (live)
5. Mother North (live)
6. The Pentagram Burns (Radio Edit)
7. Last Man Standing (Guitar Wall)
8. Den Siste (Analog Mix)

 

Ultimo aggiornamento Mercoledì 04 Maggio 2011 19:30